venerdì 1 agosto 2008

IL TEMPIO DEI MONACI GUERRIERI TRA SPETTACOLO E TRADIZIONE SHAOLIN

Dengfeng (Cina) La strada che porta al tempio Shaolin finisce in un grande piazzale e il simbolo dell'Olimpiade di Pechino, intagliato nella siepe in dimensione grande schermo, è la prima cosa che vedi. Oltre quell'atleta di foglie e quell'enorme lussureggiante 2008 entri nel regno dei monaci guerrieri, il luogo di nascita del kung fu.
Non a caso qui, nella provincia dell'Henana e in prossimità del tempio, sono fiorite una decina di scuole di arti marziali di cui la Tagou, con i suoi 25.000 studenti, è la più importante. Non c'è un filo diretto con i monaci, ma una sorta di benedizione sì. Tanto che l'80 per cento dei ragazzi che si esibiscono in spettacolari esercizi per la meraviglia dei numerosi turisti sono proprio allievi di questa ambita ( e costosa) accademia.
Shaolin Si è stato fondato nel V secolo da un monaco indiano e si racconta che i discepoli, per riposarsi tra un periodo di meditazione e l'altro, si allenassero imitando i movimenti degli animali e degli uccelli. Tali esercizi nei secoli si trasformarono in una sequenzadi lotta fisica e spirituale chiamata Shaolinwushu o Shaolinquan. Il tempio buddista li rivela con gli affreschi che ritraggono combattimenti tra monaci e con il pavimento irregolare di una sala, attribuito proprio all'impeto e alla frequenza con cui venivano compiuti gli esecizi.
Oggi di tutto questo restano le esibizioni per i turisti. E' spettacolo, ma la meraviglia e l'ammirazione rimangono intatte perchè di fronte alle acrobazie, ai movimenti velocissimi e all'elasticità dirompente di quei corpi ritrovi la sinuosità del serpente, l'eleganza del leopardo, la potenza della tigre. Il segreto? Concentrazioe e allenamento, allenamento e concentrazione. Ore e ore al giorno per tutta la vita.
Quello che non capisci è se ancora oggi il tempio custodisca monaci guerrieri.
Nella Foresta delle Pagode, il cimitero con 246 tombe di monaci (la più antica risale alla dinastia Tang, 791 d.C.), ce ne sono un paio, uomini giovani, che passeggiano e ti sembrano distanti dallo spirito Shaolin, quasi folcloristici con le tonache arancio, i calzini bianchi, i sandali, la bottiglietta d'acqua per combattere il caldo. Un monaco presidia anche ogni sala, ogni bracere d'incenso del grande monastero. Silenziosi, quasi estranei. Quanti abitano il tempio?
Alla nostra domanda la proverbiale imprecisione cinese sembra esaltarsi in un moltiplicarsi di risposte, le più disparate: si va da 60 a un centinaio, a circa 200. Il colpo di grazia arriva da un novizio seduto nella sala Guanyin, quella dei diciotto celebri affreschi. Dopo diversi tentativi di attrarre la sua attenzione, finalmente ci dedica uno sguardo. Voi monaci vi allenate a kung fu? “Sì quando non dobbiamo fare altro”. Che carattere, ma forse è solo un modo sbrigativo per liberarsi dalle domande dei turisti.

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