giovedì 5 febbraio 2009

Gli itinerari tematici
Arte, storia e castelli
ALESSANDRIA

Cose da vedere: Palazzo Rosso, Arco trionfale, Cattedrale, S. Maria del Carmine, Santa Maria di Castello, S. Rocco e complesso degli Umiliati, S. Alessandro, S. Stefano, il Circuito del Sistema dei Musei Civici (www.comune.alessandria.it), Palazzo Cuttica di Cassine, Palazzo Guasco.

Ricca di tracce storiche, Alessandria poco conserva dei borghi preesistenti la fondazione nel 1168, rimodellati dall’insediamento urbano condizionato dai due fiumi Bormida e Tanaro.
Nel tranquillo centro il Palazzo del Presidio Militare ingloba i resti del Palatium Vetus, la più antica sede del governo cittadino, affacciato su Piazza della Libertà, un tempo fronteggiato dal Duomo medievale, raso al suolo da Napoleone. L’attuale ottocentesca Cattedrale di San Pietro, poco distante, conserva un campanile secondo in altezza solo al Torrazzo di Cremona.
Su Piazza della Libertà si affaccia anche Palazzo Ghilini, sede della Prefettura e della Provincia, progettato nel 1732, significativa la successione di due atrii (il primo ottagonale) e gli splendidi scaloni a tenaglia. Sul fianco di Palazzo Ghilini sorge Palazzo Cuttica di Cassine (sede del Conservatorio musicale e di uno splendido allestimento museale che espone ciclicamente le collezioni della Pinacoteca Civica), con due balconi di facciata sorretti da telamoni e un piano nobile di gusto rococò con dipinti seicenteschi, impreziosito da importanti specchiere e sovrapporte coeve.
A pochi isolati il complesso conventuale duecentesco di San Francesco, che ospita la Mostra permanente “Le Stanze di Artù” (www.comune.alessandria.it) dedicata ai 15 pannelli provenienti dalla Torre Pio V di Frugarolo, ciclo di affreschi a raro soggetto profano eseguito fra 1391 e 1402 da un artista molto vicino alla corte viscontea di Pavia.
La costruzione in cotto di Palazzo Guasco risale al sec. XVIII e, per la parte ancora destinata a residenza privata, ha raffinata tipologia che lo avvicina a Palazzo Ghilini.
Per gli appassionati di architettura contemporanea, ecco la sede storica della Fabbrica Borsalino (1857), che ospita parte della sede universitaria cittadina. Poco distanti gli edifici della Taglieria del Pelo e il Dispensario Antitubercolare, disegnati negli Anni ’50 da Ignazio Gardella.

Pregevoli gli sfavillanti mosaici di Gino Severini che ornano la facciata del Palazzo delle Poste e Telegrafi, eretto a fine degli Anni Trenta secondo i canoni dello stile razionalista.

Sulla riva sinistra del Tanaro, la Cittadella (visitabile solo in occasione di eventi) sorge sulle rovine del borgo di Bergoglio. Iniziata nel 1728 da Ignazio Bertola (geniale architetto militare sabaudo), la pianta a esagono ellittico viene modificata per adattarsi alla griglia urbana di Bergoglio e presen-ta oggi numerosi edifici residenziali, magazzini, sotterranei (nonché esempi intatti di edilizia militare, come le polveriere) articolati attorno all’am-pio spazio verde centrale, la Piazza d’Armi. I bastioni esterni resistono alle dinamiche di espansione cittadina e rappresentano un patrimonio unico a livello europeo, in ottimo stato di conservazione.
A pochi km dalla città, il sobborgo di Marengo è teatro il 14 giugno 1800 della vittoria di Napoleone che segna il passaggio del Piemonte alla dominazione francese. Il luogo, fondamentale meta per i cultori di Bonaparte, dove, in memoria dell’evento fu costruita da un estimatore una villa neoclassica a metà ‘800, e dà anche nome a una moneta aurea e a molte ricette. Ogni due anni nel mese di giugno ha luogo la rievocazione storica che richiama gruppi di figuranti e appassio-nati da tutta Europa.
I dintorni abbondano di residenze nobiliari anche fortificate, quali i Castelli di Pavone, di Castelceriolo (risalente al sec. XII e più volte ricostruito), di Solero (proprietà dei Guasco e poi dei Faa’ di Bruno), di Oviglio.

Il più caratteristico è il trecentesco Castello di Piovera (http://www.comunepiovera.it), appartenuto ai Visconti e ora adibito a residenza signorile: l’edificio è molto articolato, arricchito da posti di guardia, ponti che scavalcano il scenografico fossato e da un parco secolare, confina col borgo medievale ed entrambi ospitano affascinanti rievocazioni in costume.



CASALE MONFERRATO (http://www.comune.casale-monferrato.al.it)

Cose da vedere: Castello, Giardini pubblici, Sinagoga e Museo di arte e storia ebraica, Duomo, Chiesa dell’Addolorata, S. Paolo, S. Caterina, Teatro Municipale, Palazzo Gozzani di S. Giorgio,S. Domenico, Pinacoteca civica e Gipsoteca Bistolfi.
L’avvicendarsi dinastico (Aleramo, Monferrato, Paelologhi, Gonzaga, Savoia) ha arricchito la cittadina capitale del marchesato di storia e di monumenti, nel rispetto dell’originario impianto medievale.

Sulla riva destra del Po il Castello Paleologo difende la città con la sua sagoma imponente, che pare oggi quasi ingiustificata per una cittadina dall’aria pacifica come Casale. Il primo nucleo risale al sec. XIV e in seguito viene munito di mura imponenti, di quattro torrioni e di quattro pivellini. Sul lato opposto della città viene completata nel 1590 la Cittadella, voluta dai Gonzaga a chiusura della cinta muraria e poi distrutta dai Francesi.

Edifici religiosi pregevoli, come il Duomo dedicato a Sant’Evasio e la Sinagoga, si collocano in un contesto urbano arricchito da palazzi nobiliari, fra cui Palazzo Gozzani di Treville e il Palazzo di Anna d’Alençon, una residenza tardo quattrocentesca che conserva un loggiato interno e preziosi affreschi. Degni di nota anche l’ex convento agostiniano di Santa Croce, rimodellato con una facciata del Magnocavalli nel 1758, che ospita le collezioni del Museo Civico, la Gipsoteca Leonardo Bistolfi (intitolata al maestro della scultura simbolista in Italia) e la raccolta di reperti archeologici del sec. XI provenienti dagli scavi effettuati nella necropoli di Morano Po.

Gli Aleramici fortificarono i dintorni di Casale e un esempio notevole è il Maniero di Camino (http://www.comune.camino.al.it), con una torre d’avvistamento e un complesso residenziale, impreziosito nel ‘400 da un salone decorato da Pier Francesco Guala coi ritratti della dinastia degli Scarampi (protagonisti di una novella del Bandello).
In un punto panoramico si erge il castello Ricaldone, nel paese di San Giorgio Monferrato (http://www.comune.sangiorgiomonferrato.al.it): risalente al sec. X, feudo del vescovo di Vercelli, attraverso rimaneggiamenti barocchi del cortile d’onore assume nell’800 la definitiva imponente facciata.
Reminescenze letterarie nel Castello di Murisengo (http://www.comuninprovincia.it/al/murisengo), di impianto trecentesco rifatto nel sec. XVII, dove Silvio Pellico si dedica alla stesura di “Francesca da Rimini”.






TORTONA (http://www.comune.tortona.al.it).

Cose da vedere: Duomo, Teatro Civico, Palazzo Guidobono, S. Matteo, Sepolcri romani, Luoghi orionini, Accademia musicale “Lorenzo Perosi”; Atelier di Pellizza a Volpedo, Castellania ed i luoghi natali di Fausto Coppi, Abbazia di Rivalta Scrivia.
Fondata nel 120 a.C. al crocevia fra le vie consolari Postumia e Fulvia (cui si aggiungerà il prolungamento della via Emilia verso la Gallia), la romana Dertona ha lasciato numerose tracce nel tessuto urbano di Tortona e nelle vicinanze. Già florida in età imperiale romana, raggiunge il massimo splendore in età comunale, quando si scontra con Pavia per interessi commerciali e viene assediata e distrutta da Barbarossa nel 1155, per poi entrare nella sfera d’influenza milanese. I Visconti iniziano la costruzione di un nuovo castello, potenziato nei secoli successivi fino a diventare una piazzaforte, smantellata da Napoleone.
Nella vicina Val Curone, il paese di Volpedo ha dato i natali al pittore divisionista Giuseppe Pellizza, formatosi alla scuola del Fattori e ricco di spunti personali inconfondibili quali l’attenzione alle esplosioni di colore della luce solare. Autore del Quarto Stato, nel suo studio è allestito il Museo che ospita pregevoli tele (fra cui i ritratti dei genitori e due autoritratti).
Novi Ligure (http://www.comune.noviligure.al.it).
Cose da vedere: Palazzi Dipinti, Teatro Municipale, Biblioteca Civica, Museo dei Campionissimi, Parco e Castello, Basilica La Maddalena; i Luoghi di Fausto Coppi e Costante Girardengo, Zona archeologica di Libarna e sale espositive di Villa Caffarena a

SERRAVALLE SCRIVIA (http://www.comune.serravalle-scrivia.al.it), Outlet di Serravalle Scrivia, Pinacoteca di Voltaggio.

Dominata dai resti (tratti di mura e una torre quadrata) del castello duecentesco, Novi Ligure è una città ricca di influenze liguri, nel dialetto, nella cucina e nell’architettura cittadina.
Tipicamente ligure è l’usanza di dipingere le facciate delle case dei nobili e dei ricchi commercianti - Novi fu sede della fiera di cambio dal 1626 - con finti elementi archi-tettonici e figure storiche e mitologiche. Scene di ampio respiro e cicli pittorici veri e propri o elaborate decorazioni floreali otto-centesche creano così una galleria d’arte all’aperto (per esempio lungo le facciate dei Palazzi Negrone-Costa, Cambiaso-Negrotto, Bianchi, Brignole), meritando a Novi l’appel-lativo di “città dipinta”.
Pregevole la Collegiata di Santa Maria Assunta, rinnovata a metà sec. XVII nelle sue forme originarie del sec. XIII (sorte nel sec. VI su un preesistente tempio pagano): all’interno opere seicentesche di ambito ligure e la statua della Patrona cittadina (di provenienza orientale).
Del seicento l’Oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena all’interno del quale si trova un gruppo ligneo barocco raffigurante il Calvario, composto da 21 figure dipinte, completate nei primi anni del ‘600. L’Oratorio conserva anche un prezioso gruppo in terracotta di inizio ‘500, il Compianto sul Cristo morto.
Poco distante sorge Libarna. Citata da Plinio il Vecchio, è il più sviluppato sito romano in territorio alessandrino: sorto sulla via Postumia, la fiorente cittadina viene abbandonata nel sec. VII per le incursioni barbariche. Del tessuto urbano rimangono perfettamente conservati il Teatro, l’Anfiteatro, le Terme e il Foro, uniti dal complesso acquedotto e dal condotto fognario, che attraversa abitazioni un tempo arricchite da preziose decorazioni, in parte visibili in loco, in parte disperse nei musei di Genova e Torino. A Serravalle Scrivia di notevole rilievo il centro commerciale Outlet, uno dei più grandi nel suo genere in Europa.
A circa 400 metri di altezza, su uno sperone roccioso, il Forte di Gavi (http://www.immagine.com/gavi) è monumento nazionale ben restaurato, che domina la Val Lemme con la sua forma stellata racchiusa dalla cortina muraria a sei bastioni angolari, sorti sulla seicentesca fortezza quadrangolare a sua volta edificata su strutture risalenti al sec. XII.
Proseguendo per la Val Lemme si raggiunge Voltaggio dove si può ammirare la Pinacoteca dei Padri Cappuccini.





OVADA (http://www.comune.ovada.al.it)

Cose da vedere: Parrocchiale antica, Parrocchiale dell’Assunta, Palazzo Spinola, Casa natale e Museo di S. Paolo della Croce, Scuola di Musica “Antonio Rebora”, Civico Paleontologico “Giulio Maini”, Museo della maschera di Roccagrimalda.
Citata nei documenti di fondazione dell’Abbazia di Spigno (991), a partire dal sec. XIII la città comincia a gravitare nella sfera d’influenza di Genova, da cui rimane condizionata in ambito politico e culturale. Ovada conserva numerose tradizioni tipicamente liguri, come le processioni delle confraternite religiose, che due volte all’anno sfilano per le vie cittadine con immensi Crocifissi.
Ricche di castelli sono le colline dei dintorni. Quasi ogni comune dispone di un proprio castello, come Silvano d’Orba, Roccagrimalda, Cremolino, Mornese e Montaldeo, conferendo al panorama collinare una particolare suggestione. Caratteristica la torre trecentesca del castello di Roccagrimalda (http://www.ovada.it/roccagrimalda), rifatto in epoche successive e arricchito di un giardino all’italiana.
A Trisobbio, paese disposto su tre terrazzamenti con-centrici, sintomi di un impianto fortificato, il Castello presenta un corpo massiccio ingentilito da bifore e da una singola torre merlata angolare, rifacimenti moderni di una struttura preesistente al Duecento.
Ancora più antico il nucleo del Castello di Tagliolo Monferrato (http://www.comunetagliolo.it) , una torre del sec. X poi rafforzata dai Genovesi e più volte rimaneggiata, in ultimo dal D’Andrade: le splendide sale interne ospitano un Archivio storico e una Biblioteca.
Arrampicato su una scarpata, il Castello di Lerma appartiene da sempre alla famiglia Spinola e non riesce - pur con ingentilimenti rinascimentali - a nascondere la sua destinazione militare.
Merita una visita Castelletto d’Orba, località turistica conosciuta per le acque oligominerali.

ACQUI TERME (http://www.comuneacqui.it)

Cose da vedere: Palazzo Vescovile, Chiesa di S. Francesco,Basilica di S. Pietro, Palazzo Municipale, Palazzo Robellini ed Enoteca Regionale, Zona Bagni¸ Museo Civico Archeologico; Museo della Civiltà contadina a Montechiaro, Chiesa di S. Lorenzo a Cavatore, Museo di arte sacra di Ponzone, Gipsoteca Giulio Monteverde a Bistagno.
Abitata dai liguri Statielli, ribattezzata Aquae Statiellae dai Romani - incantati dalle acque salutari che sgorgano in città -, antica e potente sede vescovile, Acqui vive un momento di splendore in età alto-medievale, di cui conserva numerose testimonianze come il Duomo e il caratteristico quartiere medievale della Pisterna. Sulla Pisterna vigila il Castello dei Paleologhi, già nell’XI sec. residenza vescovile e ora sede del Museo Archeologico e del Museo dei Maestri Ferrari.
Ricco il patrimonio cittadino di edifici religiosi – per esempio la basilica di San Pietro, il duomo di San Guido, la Chiesa di San Francesco - dovuto all’antica cristianizzazione della città ad opera di San Maggiorino (sec. IV)

Caratteristica nel centro cittadino è l’edicola della Fontana della Bollente, da cui sgorgano le acque terma-li curative (a 75° C), ancora oggi utilizzate negli stabilimenti cittadini, che sorgono poco distante, in Zona Bagni, segnalati dai resti imponenti del-l’acquedotto romano.
L’Acquese è un territorio ricco di sopravvivenze medievali, dislocate lungo la Val Bormida e la Valle dell’Erro, come i borghi di Montechiaro, di Ponzone, di Strevi (castello quattrocentesco), di Cassine (http://www.comuninprovincia.it/al/cassine) (che ospita il primo weekend di settembre un’affascinante Festa Medievale, arricchita da mostre, incontri e percorsi enogastronomici) e i complessi come l’Abbazia di Sezzadio (di fondazione longobarda) e l’Abbazia di Spigno Monferrato (fondata dagli Aleramici sul finire del secolo X). Pregevoli e ben conservate le torri fortificate: a Denice la struttura risale al Duecento ed è circondata da case dell’antico abitato, a Cartosio rimane la torre del castello quattrocentesco degli Asinari.
La Gipsoteca Giulio Monteverde a Bistagno raccoglie circa gessi che consentono di cogliere i diversi aspetti dell’attività del Monteverde.

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