Le vie del sacro
Alessandria (www.comune.alessandria.it) e dintorni
La chiesa di Santa Maria di Castello è originariamente inserita nella cinta muraria dell’antico Castrum Roboreti (ora scomparso). Già citata in un documento del 1107 presenta attualmente forme tardo-gotiche di fine secolo XV, sovrapposte alla struttura romanica triabsidata. La Chiesa, il chiostro e la sala capitolare conservano pre-gevoli testimonianze, fra cui una terracotta policroma del sec. XVI di scuola lombarda, opere attribuite di Giorgio Soleri e di Guglielmo Caccia (il Moncalvo).
Iniziata nel sec. XIV, la chiesa di Santa Maria del Carmine ha una facciata gotica a salienti e i fianchi a mattoni a vista: particolare l’interno, una “sala a gradinatura” con crociera sorretta da pilastri cruci-formi e con abside centrale poligonale.
Il complesso conventuale di San Francesco ingloba una chiesa a tre navate e volte ogivali terminata nel corso del Trecento: il riutilizzo otto-centesco come ospedale militare rende difficile il recupero degli elementi superstiti. Ospita l’esposizione permanente “Le Stanze di Artù che presenta ciclo di affreschi arturiani di Frugarolo.
Altrettanto antico è l’insediamento degli Umiliati, ordine giunto in città nel sec. XIII, impiantando una florida industria di lavorazione e tintura della lana. I resti dei laboratori sono visitabili sul retro della chiesa di San Rocco, di origine romanica con copertura gotica.
Nelle vicinanze di Alessandria, a Bosco Marengo, nasce nel 1504 il futuro Pio V, che avvia la costruzione del complesso conventuale di Santa Croce. La chiesa è esempio del desiderio di rinnovamento artistico della Controriforma, con facciata classicheggiante, navata unica e impo-nente, ricchissimo patrimonio artistico che comprende opere di Giorgio Vasari (un’Adorazione dei Magi, un Giudizio Universale, dieci tavole di storie testamentarie), il sarcofago destinato a San Pio V, elaborate cornici barocche, altari marmo-rei settecenteschi. Suggestivi i due chiostri del convento, la Sala del Capitolo e la sagrestia.
Il paese di Castellazzo Bormida, borgo fortificato da Ludovico il Moro, ospita il Santuario neoclassico della Madonna della Creta, dal 1947 patrona dei Centauri, che danno vita al raduno motociclistico estivo. Al di fuori della cinta muraria, la chiesa di Santo Stefano (o Trinità da Lungi) “extra muros” conserva del primitivo impianto romanico le absidi esterne decorate ad archetti pensili.
Casale Monferrato (http://www.comune.casale-monferrato.al.it) e dintorni
Nonostante gli interventi di abbattimento in epoca napoleonica, Casale conserva 16 chiese consacrate, tutte di notevole pregio.
La Cattedrale di Sant’Evasio viene consacrata nel 1107 e nel 1474 diventa sede vescovile. L’ambiente del vasto nartece presenta una inconsueta vicinanza con modalità costruttive dell’architettura armena e immette nelle cinque navate originariamente coperte da mosaici, i cui elementi superstiti hanno trovato sistemazione nell’area presbiterale. Nel 1404 viene collocato al centro del transetto (e qui è rimasto) il crocifisso laminato in argento sottratto al Duomo di Alessandria. In sacrestia è custodita l’unica opera rimasta in città di Gaudenzio Ferrari (morto nel 1546).
L’edificazione della chiesa di San Domenico inizia nel 1472 ed è legata al trasferimento a Casale della corte marchionale monferrina. La facciata gotica presenta l’inserimento di un portale rinascimentale di scuola lombarda. L’interno diviso in tre navate ospita tele del Moncalvo e di Pier Francesco Guala.
Vale una visita il Tempio Israelitico (Sinagoga), sorto nel 1595 in sostituzione del tempio precedente risalente all’arrivo in città di esuli spagnoli nel 1492. La modesta facciata nasconde uno sfavillante interno, sontuosamente decorato con pitture e stucchi dorati. Nei piani dei matronei è ora allestito un Museo di Storia e Arte Ebraica.
Allontanandosi dalla città in direzione ovest si arriva al Sacro Monte di Crea, nel Parco Naturale. La devozione popolare collega l’arrivo della statua della Vergine Nera alla venuta di Sant’Eusebio di Vercelli nel sec. IV e i restauri che hanno restituito una Madonna ripulita e datata al sec. XIV non hanno intaccato la tradizione. La chiesa romanica del borgo fortificato originario viene ampliata nel 1483 da Guglielmo Paleologo, committente di un pregevole ciclo di affreschi su Santa Margherita d’Antiochia. Il progetto iniziale (1589) del percorso devozionale del Sacro Monte viene ampliato fino alle attuali 23 cappelle e 5 romitori, dominati dalla Cappella del Paradiso: i gruppi statuari (terracotta policroma) risalgono a due periodi, uno a cavallo fra ‘500 e ‘600 (cui partecipano il Moncalvo e Giovanni e Nicola de Wespin), l’altro nel corso dell’’800.
Tortona (http://www.comune.tortona.al.it) e dintorni
In città sorge la basilica del Santuario Madonna della Guardia, la cui costruzione viene avviata negli anni Venti del sec. XX per sciogliere un voto pronunciato dal beato Luigi Orione (fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza) e realizzata sotto l’egida dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Edifici più antichi abbondano nei dintorni della cittadina, a cominciare dalla Abbazia di Rivalta Scrivia, residuo di un complesso cistercense risalente al 1180, istituita in Commenda nel 1478 e passato in mano private: l’opera di smantellamento viene completata nel 1810. All’interno della chiesa di Santa Maria (unita già in epoca medievale alla pieve di San Siro), a Sale (http://www.comune.sale.al.it), viene firmato nel 1165 il trattato di pace fra Pavia e Tortona: la pianta ad aula articolata in tre navate conserva soltanto i resti della stupenda decorazione affrescale, fra cui spiccano i dipinti dell’abside.Edificata nel sec. X a Pontecurone (http://www.comune.pontecurone.al.it), non distante dal tracciato della via Postumia, la Collegiata di Santa Maria Assunta (documentata dal 1175) diventa una della tappe sulla direttrice Terrasanta – Roma – Compostela, e conserva due pregevoli affreschi raffiguranti San Giacomo in veste di pellegrino. L’edificio, interamente in cotto, risale al sec. XIII ed è articolato in tre navate (quella centrale terminante nel presbiterio con volta a crociera).
Novi (http://www.comune.noviligure.al.it) e dintorni
La chiesa di Santa Maria della Pieve è legata alla nascita stessa di Novi: notevoli le absidi medievali, in fasce di mattoni e arenaria bianca. Conserva un bell’affresco di Manfredino Boxilio, raffigurante Sant’Anna con Vergine e Bambino (1474).
Nel seicentesco Oratorio di Santa Maria Mad-dalena si trova il gruppo ligneo barocco del Cal-vario, 21 figure dipinte completate a inizio ‘600. Vi è anche conservato il Compianto sul Cristo morto, preziosa terracotta di inizio ‘500.
Merita una visita la Pinacoteca della Chiesa e del Convento dei Cappuccini a Voltaggio, che raccoglie tele degli ultimi cinque secoli, fra cui spicca una Deposizione di scuola genovese attribuita ad Anton Van Dick.
La Chiesa di San Giacomo nel centro di Gavi nonostante gli interventi nel ‘600 mantiene gli elementi caratteristici romanici: la facciata in arenaria bianca e il portale con lunetta a basso-rilievo (raffigurante l’Ultima Cena).
In stile romanico sono anche le chiese di San Michele (con elementi romani di riutilizzo) e di San Martino (in frazione omonima, con campanile quadrato con archetti ornamentali) entrambe a Borghetto Borghera (http://www.comune.borghettodiborbera.al.it).
Il Santuario del Monte Spineto di Stazzano (http://www.comune.stazzano.al.it) (viene costruito fra 1623 e 1630 sul luogo di un fatto miracoloso all’epoca dell’invasione francese.
Ovada (http://www.comune.ovada.al.it) e dintorni
Chiusa al pubblico è la Loggia di San Sebastiano (già chiesa di Santa Maria), costruita su preesistenze romaniche nel sec. XIII, con affreschi risalenti al sec. XV.
Di costruzione contemporanea il santuario cittadino dedicato a San Paolo della Croce, la cui casa natale nel centro storico è insieme museo e monumento nazionale.
Nei dintorni di Silvano d’Orba troviamo la Pieve di Santa Maria in Prelio, databile al sec. IX, che conserva al suo interno numerosi ex-voto della pietà popolare, che ha provveduto a conservare anche il vicino Oratorio di San Rocco (inizi sec. XVI) e il Santuario di San Pancrazio, raggiungibile con un escursione sulla collina nei pressi del castello, con una vista incantevole sull’Appennino ligure-piemontese.
Acqui Terme ( www.comuneacqui.com) e dintorni
Il Duomo è consacrato nel 1067 da San Guido, vescovo e protettore della città: costruito su un precedente edificio paleo-cristiano, mantiene dell’originale struttura romanica l’esterno, il transetto e le absidi con monofore, mentre la facciata ha subito l’aggiunta seicentesca di un atrio a colonne. Il campanile in cotto risale agli inizi del sec. XV. Pregevoli l’altare maggiore del ‘500 e i confessionali barocchi, la cripta triabsidata divisa in piccole navate e il chiostro dei canonici (con loggia a due ordini). Nella sala del Capitolo spicca il trittico della Madonna del Monserrato del Bermejo (1480 c.ca).
La primitiva cattedrale cittadina, la basilica di San Pietro (risalente al sec. IV, epoca di San Maggiorino e della prima comunità cristiana acquese) viene modificata in età romanica e diventa abbazia benedettina, per venire infine nel sec. XVIII dedicata all’Addolorata. L’abside e il campanile sono le rimanenze alto-medievali, in un interno a tre navate con copertura a capriate.
A pochi chilometri, nei pressi di Spigno Monferrato, è possibile visitare l’alto-medievale Abbazia di San Quintino, voluta nel sec. X dal marchese Oddone, succeduto al padre Aleramo (alla cui memoria dedica la nascente struttura).
Il centro storico di Cassine è uno dei più ricchi di testimonianze storiche in terra alessandrina: al centro del borgo il complesso conventuale di San Francesco, sede della comunità monastica presente in loco dal 1232 e ora proprietà comunale. L’edificio originario (terminato fra 1330 e 1350) è stato liberato dagli interventi sette-centeschi, riportando alla luce l’originale facciata a capanna (modificata con una quarta navata nel sec. XV e con i contrafforti eretti dopo un terremoto a metà ‘600).
Da sempre sede abbaziale, Sezzadio ospita il com-plesso benedettino di Santo Stefano (risalente al sec. X e pesantemente rimaneggiato) e l’abbazia di Santa Giustina. Fondata dal sovrano longobardo Liutprando nel sec. VIII, viene ricostruita e ampliata nel 1030 dagli Aleramici, che la affidano ai Benedettini. La struttura mantiene dell’aspetto romanico la facciata e il perimetro, la planimetria a tre navate con transetto, il presbiterio sopraelevato e la cripta. Nel sec. XV viene modificata con l’inserimento di una volta a crociera e dei pinnacoli sulla facciata. Il passaggio napoleonico compromette la decorazione pittorica, cancellata con calce e intonaco e solo dalla fine del sec. XIX lenta-mente riportata alla luce, soprattutto nel transetto e nell’abside (con una Passione e un Giudizio Univer-sale risalenti al sec. XV). Pregevoli i resti della decora-zione musiva pavimentale, a tessere bianche e nere con decori geometrici e floreali.
giovedì 5 febbraio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento