martedì 18 novembre 2008

ALESSANDRIA HA ANCORA PAURA

Quattordici anni fa il Tanaro cambiò la vita della città. Da allora Alessandria non si è ripresa. Ancora qualche alluvionato aspetta i rimborsi, mentre la messa in sicurezza resta a metà. Così ad ogni acquazzone autunnale i mandrogni guardano il loro fiume sul ponte (chiuso) e sperano che non si ripeta il disastro del 6 novembre 1994.
6 NOVEMBRE 1994! Sono trascorsi 14 anni dal drammatico e tragico evento subito da una grossa parte della città: il suo cuore, il quartiere e i sobborghi nord. Ogni anno sono sempre meno le persone che ricordano, soprattutto in quella parte della città e sobborghi che l’alluvione l’hanno vista dai notiziari TV e che neppure in quei tragici momenti non davano di capire il dramma in atto.
Al contrario l’anniversario è una vetrina: ogni istituzione, autorità amministrativo-politica nel periodo commemorativo ne esalta il ricordo, la tragicità, gli eroismi “inondandoci” di parole rassicurative e promesse a cui non credono neanche loro ed è questo il dramma principale.
In 14 anni molto è stato fatto, ma è stato fatto male ed incompleto! Un “alluvione” continua di chiacchiere, parole e carta, un “alluvione” di denaro speso malamente e non siamo ancora in sicurezza! Un tira e molla di competenze, un perdere tempo da chi del nostro territorio non gli importa niente, un parere per il ponte Cittadella dai cosiddetti “beni culturali” regionale che non arriva mai e di cui non ho ancora capito fino a che punto le loro responsabilità arrivano di fronte ad un nuovo probabile rischio alluvionale e cioè, se saranno chiamati a rispondere penalmente se a causa di quel ponte ci saranno nuove vittime o danni privati e pubblici. Il “freno” dello stillicidio ideologico ambientale e dei bastian “contrari” del caso. Quindi abbiamo un ponte che la massima autorità delle acque (ADBPO) ne ha sancito il rifacimento, abbiamo l’argine sinistro non completato; ne mancano 800 metri, una porzione di quello destro costruito più basso della massima portata del Tanaro, il ponte ferrovia rifatto con arcate simili a quelle precedenti che accumulano detriti, un pilone della tangenziale progettato e costruito allo sbocco del rio Loreto nel Tamaro che ha creato ritardi.
Nonostante ciò nel 2005 la Giunta comunale alessandrina ha pensato bene di “minimizzare” dal rischio ideologico la città di Alessandria, per questo l’Associazione “Amici del Borgo Rovereto” ha chiesto al Comune di “certificare” tale garanzia, attendiamo ancora risposta in barba alla 241/90. Quindi nel 2005 veniamo “minimizzati” dalla Giunta Comunale su approvazione del Direttore di Area, decisione precipitosa e grave (a mio avviso e ci dà ragione) perché nel 2007, la Provincia alessandrina ha stilato cartografia nella quale (molto più reale) ritiene Alessandria a rischio R3/ELEVATO che significa: “Per la quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale”.
Proseguendo cito espropriati che attendono ancora il pagamento del terreno ceduto ma di cui pagano le tasse. Per il risarcimento danni ai privati ancora oggi c’è chi attende acconti o saldi, d’altra parte le case alluvionate “sfogliano” ancora oggi intonaci, presentano macchie umide e in molti scantinati è perenne la muffa e l’odore dell’alluvione. E arriviamo alle dolenti note delle imprese alluvionate: l’economia alessandrina è stata “massacrata” prima dall’alluvione, poi da incapacità di pretenderne i diritti e a seguire da Leggi insensate e mai valutate nella stesura e nel rispetto della applicazione. Il mondo bancario per le imprese ha fatto la sua parte peggiore perché la Legge le tutelava da ogni rischio, e il tutto aggravato dalla burocrazia.
Quest’ultimo argomento è vasto ma ciò che scrivo e sono pronta a sfidare documentata chiunque dichiara il contrario: le imprese alluvionate medio/piccole sono state abbandonate a se stesse e a vantaggio di chi ancora dopo 14 anni ci specula sopra! In questi anni un Esposto da parte di imprese di tre province alla Procura di Torino di cui prima firmataria (per le imprese alluvionate), tre Esposti alla Procura di Alessandria, da parte di tre firmatari: la scrivente, Armando Mattana, Sergio Kalcic (per conoscere di chi è la responsabilità per il ritardo della messa in sicurezza della città dal rischio di nuova alluvione), i primi due archiviati di cui devo ancora oggi capirne il perché ed è per questo che ne è stato prodotto un terzo che sta finamente facendo il giusto percorso, speriamo che la Giustizia arrivi prima di una piena del Tanaro.
Con i “TRE COMITATI UNITI” (Comitato “Noi dell’Osterietta – Associazione “Amici del Borgo Rovereto – C.AL.CA – Comitato Alluvionati del Casalese) abbiamo più volte sollecitato Istituzione e Enti prposti (nazionali – regionali – provinciali – locali) Prefettura alessandrina (tre Prefetti avvicendati), senza ottenere nulla visto che il completamento della messa in sicurezza viaggia sul dorso di una lumaca colpita da pigrizia e menefreghismo. Per concludere, determinazione, impegno, preparazione, volontà e costanza sono il mio bagaglio di cittadina impegnata unitamente a: Armando Mattana, Sergio Kalcic, Massimo De Bernardi, Elide Biglia, Gianni Gandini responsabili delle Associazioni Comitati ognuno per la sua specificità e territorio.

GRAZIELLA ZACCONE LANGUZZI

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