ALESSANDRIA PORTA A CASA L’OSPEDALE
Accordo raggiunto in Regione per la sostituzione del Santi Antonio e Biagio. Tre le possibili aree: accanto al Borsalino, alla Fraschetta, al Cristo. Il 26 il protocollo d’intesa.
Il sindaco Piercarlo Fabbio porta a casa il nuovo ospedale. L’accordo è stato raggiunto nei giorni scorsi in Regione, dove il 26 si firmerà il protocollo d’intesa per arrivare allo studio di fattibilità che spetta al Comune, con finanziamento regionale e supporto di tecnici per la comparazione delle tre aree in lizza, accanto al centro riabilitativo Borsalino, alla Fraschetta e al Cristo, accanto alla zona industriale D4. La Provincia si farà invece carico delle infrastrutture necessarie.
Il nuovo ospedale avrà circa 650 posti letto e sorgerà su un’area di 150 mila metri quadri. Certo non si può non avanzare qualche valutazione relativa alla Fraschetta, notoriamente inquinata, e anche posizionare un ospedale in una zona tipicamente industriale non parrebbe la scelta più opportuna, ma sarà il consiglio comunale a doversi pronunciare sulla sede.
L’accordo è stato siglato appena prima della Conferenza dei Sindaci della provincia della nuova Asl-Al (presenti 138 sindaci su 195) riunita all’aula magna dell’Itis Volta, dove avrebbe dovuto essere approvato il regolamento, la presidenza della Conferenza dei sindaci è una questione che ha dato adito a polemiche a non finire, cioè la sede amministrativa dell’Asl, per la quale erano in discussione due sedi, Alessandria e Casale. Ebbene non si è deciso nulla, anzi la palla passa in mano agli avvocati, come richiesto alla fine da Federico Fornaio, sindaco di Castelletto d’Orba.
Di fatto i sindaci hanno votato un documento politico programmatico in cui già si prendeva una posizione chiara rispetto a punti ritenuti qualificanti, quali la sede dell’Asl, indicata a Casale; presidenza della Conferenza, designato Piercarlo Fabbio; rappresentanza della Conferenza (un organo più ristretto per le decisioni più urgenti) che vedeva i sindaci di Alessandria, Casale, Novi, Tortona e Acqui; i distretti, nelle sette città centri di zona e il comitato dei sindaci di distretto (Valenza e Ovada più alcune comunità montane; oltre al peso di ogni comune al momento delle votazioni. Proprio su quest’ultimo punto sono sorte le prime discussioni, in base a chi sosteneva (come il sindaco di Molare, Gianmarco Bisio) che alcuni comuni, specie i più piccoli, venivano poco considerati, proponendo il documento programmatico, che “avrebbe riempito di significato una scatola vuota”.
Così Fabbio ha fatto votare i sindaci, chiedendo se volevano votare il documento, che a detta di molti presenti rappresentava un’integrazione al regolamento. Passa il “sì”, con un’implicita approvazione di decisioni che dovrebbero, come detto da Lorenzo Robbiano, sindaco di Novi, scontentare il meno possibile, per un ruolo di tutte le città rappresentate: Alessandria sede di Conferenza dei sindaci, della Rappresentanza e di coordinamento dei distretti; Acqui del termalismo; Casale sede dell’Asl e del centro di ricerca sull’amianto; Novi osservatorio per monitoraggio delle azioni a vantaggio delle fasce deboli; Tortona centro formativo aziendale; Ovada centro di screening oncologico; Valenza sviluppo di day surgery.
Seguendo chi non era soddisfatto Fabbio ha proposto di votare un emendamento che prevedeva di stralciare la sede dell’Asl e la presidenza della Conferenza ma la proposta veniva respinta, per cui pareva assodato che il documento venisse approvato nella sua interezza.
Non passava nemmeno la proposta di Fabbio di votare uno ad uno i punti dell’ordine del giorno e dopo discussioni a non finire la proposta finale di Federico Fornaio di consultare i legali per sapere se il documento di indirizzo integra o meno il regolamento. Tutto ciò solo per l’avvio del funzionamento dell’Asl provinciale.
Ma quando capiterà di dovere decidere per questioni più fondamentali che riguardano da vicino la salute e gli interessi della popolazione?
martedì 18 novembre 2008
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