sabato 6 dicembre 2008

Vorrei essere un bambino, che scavalca un vecchio muro e si ritrova in faccia il mare.
Vorrei essere un gradino, dove inciampa un impostore e si riposa un muratore.
Vorrei essere pioggia, per bagnare il deserto.
Vorrei essere il buio, rispuntare all’aperto.

Vorrei esser un amante, che scatena un temporale, per sentirsi dire amore.
Vorrei esser l’elefante, che ha pazienza, che ha memoria e schiaccia chi gli fa del male.
Fermerei il mio cuore, per sapere finalmente, chi ama solo a parole e per chi sono importante.

Io vorrei fantasia, libertà, mondi soli che si uniscono.
Io vorrei questa felicità, che non sia solamente mia.
Io vorrei mille amici per casa e una donna quando vanno via.
Ma ora basta parlare d’amore, rimbocchiamoci le maniche.
Per esempio vorrei, rimanere me stesso.
E a piccoli passi, far di meglio vorrei.

Vorrei essere una bomba, che non scoppia sulla gente, ma fa solo un buco in cielo, per tirare giù quel dio, dal suo celeste continente e ricordargli che ci siamo.
Vorrei essere un uomo, che ha soltanto una faccia.
Vorrei essere il sole, se la luna mi abbraccia.

Io vorrei una vita più vita, pane e vino senza lacrime.
I miei vecchi abbronzati e felici e vederli sempre giovani.
E una banda chiassosa per strada, che ci dica che è domenica.
E vorrei, io vorrei, si vorrei, non difenderci ma vivere.
E alla fine del viaggio, quando il tempo è scaduto.
Vorrei andare a dormire, dove io sono nato.
Per quelli che si svegliano, più presto del mattino, a pesca nell’atlantico, o per aprire un bar. Sia tenera la notte, a seminarvi il cuore, a sciogliere nel latte, un dito di allegria. Per chi coltiva gli alberi, e per chi guida i treni, per quelli che si cercano, senza trovarsi mai, per chi sta sempre in casa, ad allevare il mondo, qualcuno attacchi un filo di felicità.

Per chi merita di più, quest’anno sia gentile, per chi suona, e per chi fa le stanze negli hotel, per chi ha fretta e se ne va, per chi oggi nascerà e per me. Per quelli che trasmettono, per chi non sa parlare, per chi farà chilometri, e per chi aspetterà. Sia tenero il tramonto, a riposarvi il cuore, e che la radio dica che non pioverà.

Per chi merita di più, per chi ha vent’anni e un giorno, per chi pensa ai primi amori di vent’anni fa, possa il tempo a darci tempo di volare piano. Per chi siede su un domani che non si sa mai, per chi è grande e non lo sa, per chi oggi nascerà, e per te.

Per te che sai combattere, per te che hai capito, per te che ti desidero, per te dovunque sei.
Vita, nella vita c’è un destino sempre, e nessuno nasce mai per niente.
Vivere è il mestiere dei perché, ma è il più bello che c’è.

Vita, questa vita è un girotondo sempre, giorno dopo giorno ci sorprende, cambia itinerario ai sogni e poi, noi cambiamo con lei.
E inseguiamo le stelle, senza prenderle mai, ma fa parte di noi.

La Luna conosce a memoria la vita che va, e riesce a vedere domani che cosa sarà, per sapere di noi, domandiamolo a lei.
Vita, questa vita dura e a volte amara, chi è diverso spesso fa paura a chi guarda solo la realtà, e sognare non sa.

Ma chi và con il cuore, può fidarsi di se e restare com’è.
La Luna dal tetto del mondo per mille stagioni, ha visto nel bene e nel male, cambiare i confini.

E i nemici di ieri che diventano eroi.
La Luna conosce a memoria la vita che va, e riesce a vedere domani che cosa sarà, per saper di noi, domandiamolo a lei, domandiamolo a lei.
Vivrò con la faccia che tu amavi coi miei giochi sempre nuovi, col difetto di sognare. Lo so che ho imparato a dirti amore quando ormai c’era da andare, dove vado è da scoprire ma vivrò per questa vita così nostra e andata in fumo perché tu che hai tempo non lo butti via.

Rivivrò per non morire perché è stupido e indecente ricomincerò da niente e lo farò ma giuro che vivrò e lo devo a te e basta alla tua armonia che ho disfatto da egoista e vivrò di più, col mio problema che, non vivrò con te. Vivrò, più del matto che ricordi, mi hanno fatto fare tardi, ma vivrò per ricordarti.

Vivrò, con la fronte verso il mare e le spalle alla montagna, come chi sta per partire. La lavagna del mio cuore ha il tuo ultimo messaggio. Sogni d’oro amore mio e fai buon viaggio.

Io vivrò perché son nato e c’è sempre un’altra forza per sfondare un’altra porta dove ci sei tu. Non m’inventerò niente più di quel che è vero non mi spaccherò più il cuore contro il muro e farò di più, per la stima che ho di me.

Io vivrò con te! E dirò di più: dovunque io vivrò, io ti avrò con me.

mercoledì 3 dicembre 2008

BASILE - IL DOVERE del lavoro il DIRITTO alla retribuzione

E storia di questi giorni l’improvvisa protesta dei dipendenti della cooperativa “IL QUADRIFOGLIO” che ha in gestione, per conto del CISSACA, la casa di riposo comunale BASILE.
Il perché di questa protesta è molto semplice. Il CISSACA ormai da molto tempo non paga più le prestazioni alla cooperativa e di conseguenza la stessa ha comunicato hai suoi dipendenti che non ha più fondi per pagare gli stipendi.Giustamente preoccupati da tale affermazione i dipendenti si sono mossi in massa verso il Comune per chiedere spiegazioni e soprattutto per tutelare il proprio stipendio e il proprio posto di lavoro.
La prima osservazione che passa per la mente è che un Ente gestito dal Comune non può e non deve mettere a rischio il lavoro di circa una sessantina di persone. Questo comportamento non ha scusanti di nessun tipo perché, per una pubblica amministrazione, essere insolvente autorizzerebbe a non pagare le tasse ai cittadini in quanto se le tasse come le bollette sono priorità per una famiglia, pagare le aziende che offrono un servizio per la pubblica amministrazione creando posti di lavoro lo dovrebbe essere per il Comune. Il perché questo non accade è rilevante ai fini politici ma trascurabile per i lavoratori che devono comunque ricevere quello che gli spetta al di là del “di chi è la colpa?”. Altro aspetto . Alcuni imprecisati sindacalisti, rivolgendosi agli stessi lavoratori hanno sentenziato: “ Se andate a protestare al Comune fate il gioco della cooperativa….!!???”. Il sindacato DEVE tutelare i diritti dei lavoratori che non fanno gli interessi di nessuno ma solo i propri andando a chiedere ciò che gli spetta per le prestazioni fornite.Il sindacato DEVE stare a fianco dei lavoratori e assicurargli il dovuto ed il posto di lavoro e non immischiarsi di chi deve a chi .La politica la lascino ai politici, tornino a difendere i lavoratori e basta, senza nascondere niente a chi paga una tessera per essere tutelato .Oggi di questo hanno bisogno i lavoratori e quindi sindacato , amministrazione comunale e quant’ altri facciano parte di questa partita ottemperino a quello per cui sono preposti tutela e benessere dei lavoratori e dei cittadini ognuno nel proprio ruolo ma con un'unica finalità che questo Natale sia buono anche per sessanta famiglie di gente onesta che lavora e paga le tasse.
Marco Travaino
Segreteria Cittadina UDC
il Forum Giacobbe: «L’esecutivo ascolti anche la nostra voce Comprendiamo le difficoltà, ma le politiche familiari sono ben altra cosa rispetto alle misure annunciate» intervista «Siamo delusi, il governo ascolti le famiglie» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI P arte oggi una lettera del Forum delle associazioni familiari, per chiedere un incontro al governo sulle misure annunciate per la crisi economica. Lo riferisce il presidente Giovanni Giacobbe. « Si parla di interventi per le famiglie – spiega – ma a nessuno è venuto in mente di concordare questi interventi con le famiglie. Tant’è vero che lunedì, all’incontro col governo, le famiglie e il Forum che le rappresenta non c’erano. E questo è un fatto grave » . Il governo dice che deve tener conto della crisi dell’economia in atto. Certo, ci rendiamo conto della difficoltà che l’esecutivo deve fronteggiare, e direttamente o indirettamente ogni provvedimento che può dare un beneficio alle famiglie italiane, specie a quelle particolarmente povere, non può che essere valutato positivamente. Ma con altrettanta obiettività di giudizio dobbiamo dire, nonostante manchino ancora elementi specifici e per valutare compiutamente i provvedimenti annunciati, che questa non è una politica per la famiglia. Sono provvedimenti di natura prevalentemente assistenziale, che vanno apprezzati per quello che sono, ma non configurano quella politica per la famiglia, che il Forum ha perseguito prima con il Family day e poi con la raccolta di un milione e duecentomila firme per ' un fisco a dimensione di famiglia'. Ciò non toglie che valutiamo positivamente l’aiuto comunque dato ai nuclei più poveri con più figli. Come considerate l’entità delle misure? Si tratta di interventi modestissimi e rivolti ad un target limitato se è vero, ad esempio, che si rivolgono a famiglie dai redditi estremamente bassi. Voi invece che cosa volete? Manca purtroppo quel carattere strutturale che da tempo chiediamo. Sembrano misure limitate nella durata, destinate a tamponare delle situazioni di gravissimo disagio. Una politica per la famiglia è una cosa totalmente diversa. Ad esempio: annullare l’iniquità comportata dal fatto che le famiglie pagano tasse che non dovrebbero pagare. In che senso? La nostra posizione è su questo punto ben nota: il costo del mantenimento, dell’educazione dei figli che sono imposti dalla costituzione ( art. 30- 31), non è un fatto privato, è un fatto sociale. Ci lamentiamo spesso che l’educazione è carente, ma poi non si riconosce a livello fiscale il compito svolto a questo riguardo dalla famiglia. E i principi costituzionali non comportano solo una politica fiscale, ma anche quella della conciliazione tra lavoro e doveri familiari soprattutto nelle grandi città, dove i tempi di movimento dal domicilio al luogo dove si esercita la propria professione assorbono una parte rilevante della giornata. Tutto questo chiede una svolta culturale che incida anche sull’organizzazione del lavoro. E il quoziente familiare? A questo proposito si può rilevare che un elemento interessante nelle misure annunciate è che il tetto di reddito viene, anche se timidamente, parametrato al numero dei familiari a carico, introducendo così un criterio fondamentale per le politiche familiari. Perché non fare un ulteriore passo in avanti utilizzando, per fissare quei tetti di reddito, non criteri fantasiosi ed indefiniti ma il quoziente familiare, spesso invocato da più parti? Comunque chiedere una rivoluzione culturale in tempi di crisi non è un po’ troppo utopistico? Guardi, da una rivoluzione culturale che metta al centro la famiglia ne guadagnerebbe anche la ripresa economica. Comunque il Forum ha una posizione responsabile e non velleitaria. Non abbiamo chiesto il quoziente familiare subito, ma abbiamo avanzato delle proposte graduali che avrebbero, però, comportato quella svolta culturale in favore della famiglia di cui da tempo c’è bisogno. Per questo siamo pronti a confrontarci costruttivamente con l’esecutivo, che si dichiara pronto a raccogliere i ' consigli di tutti'. In che modo il vostro consiglio può essere utile in questo momento? Crediamo che trattandosi di sostegni alle famiglie il contributo del Forum, che di famiglie ne rappresenta quasi quattro milioni, debba essere considerato indispensabile. In questo senso chiediamo formalmente al presidente Berlusconi, al sottosegretario Letta ed al ministro Tremonti di essere ricevuti, insieme alle altre parti sociali, prima del prossimo Consiglio dei ministri che dovrà definire ed approvare queste misure. «Positivi gli aiuti ai più poveri, ma si tratta di interventi modesti e per un target limitato. E poi perché non introdurre la logica del quoziente nel definire i limiti di reddito per i benefici?»
Lasciamo perdere gli slogan lanciati contro la riforma Gelmini sulla scuola, e
in particolare sulle classi ponte che vedono schierati sullo stesso fronte
Bossi e Berlusconi.
Il fatto è che continuare nel solito schema, di matrice
leghista, a cui si è legata però anche la Gelmini, per cui la ghettizzazione
degli immigrati è cosa buona e giusta, spolverando apartheid e classi ghetto,
spaccaindoli per "problema didattico", è qualcosa che non ha né capo né coda in
un Paese che si dichiara democratico.
"Una proposta vergognosa", così l'ha
definita Pierferdinando Casini, e non c'è nessuna ragione al mondo per cui
anch'io, in qualità di segretario dell'UDC alessandrina ma anche di privato
cittadino, non mi dichiari assolutamente d'accordo con quella dichiarazione.

Comprendo Maroni che deve reggere il moccolo a Bossi per cui qualunque sua
dichiarazione assume quasi l'aspetto di una verità insindacabile, se non
addirittura dogmatica, ma che si muovano sulla stessa linea anche politici che
per un verso si dichiarano profondamente convinti e consapevoli della necessità
di integrare gli stranieri, soprattutto i più piccoli, e dall'altra accettano
senza battere ciglio quella che è una vera e propria segregazione razziale,
perdonatemi ma proprio non riesco ad accettarlo.
Apartheid; non esiste termine
più appropriato per definire una legge balorda come quella che Berlusconi,
Bossi, Maroni hanno concepito e che la Gelmini sta tentando di applicare
pedestremente.
Possibile non ci si renda conto che il modo più rapido per
imparare una lingua, qualunque lingua, è quella che un termine inglese
definisce "full immersion".
Un metodo utilizzato da tutti coloro che decidono
di imparare o approfondire una lingua, e per far ciò si "immergono" in toto
nell'ambiente più indicato, vale a dire, il luogo dove quella lingua è
praticata quotidianamente.
I risultati migliori - registra Famiglia Cristiana -
si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della
lingua. In Italia questo, in parte, avviene. Lo prevedono le "Linee guida"
(2006) dell’allora ministro Moratti per l’accoglienza degli alunni immigrati,
approvate anche dalla Lega.
Non solo, lo stesso giornale ricorda l'esistenza di
un progetto che prevede un finanziamento di 5 milioni di euro per insegnare tre
diversi livelli di lingua italiana concludendo che "il Governo potrebbe
rispolverarlo e far cadere (per amor di patria) la prima "mozione razziale"
approvata dal Parlamento italiano".
E non è finita, è previsto che con la
lingua italiana i bambini stranieri debbano apprendere anche il «rispetto di
tradizioni territoriali e regionali», della «diversità morale e della cultura
religiosa del Paese accogliente», il «sostegno alla vita democratica» e la
«comprensione dei diritti e dei doveri».
Domanda: vogliamo scommettere che se
quelle stesse domande le rivolgiamo ad un bambino italiano delle elementari lo
mettiamo fortemente in crisi? Innanzi tutto perché se di origine siciliana ma
residente a Torino per motivi di lavoro, delle tradizioni territoriali e
regionali torinesi non gliene può fregar di meno. Le apprenderà, certo, ma con
il tempo e vivendo "full immersion" fra i torinesi, i milanesi, eccetera.
La stessa cosa vale per i bambini che arrivano in Italia da altri Paesi, se li si
vuole integrare veramente, e non solo a parole, si attivino quei corsi
aggiuntivi per l'insegnamento della lingua italiana citati in precedenza e la
si smetta di trovare soluzioni prevaricatrici e impraticabili nei confronti di
bambini che si trovano in Italia perché i loro genitori sono quì solo per
lavorare.
Sempre che la Lega non abbia intenzione, prossimamente, di imporre a
Berlusconi & C. l'approvazione di qualche altra norma in favore della purezza
della razza, perché la strada è quella, la storia insegna, anche se non a tutti
evidentemenete
CI SALVI CHI PUO': IN DUE ANNI 900 MILA DISOCCUPATI IN PIU'

Allarme della Cisl. L'economista Boeri: “I precari, vera emergenza; 305 mila contratti scadono già a dicembre. Il decreto anticrisi? Un'aspirina”.
L'allarme arriva dal Rapporto annuale sull'industria della Cisl. Nei prossimi due anni, nell'industria manifatturiera e delle costruzioni, sono a rischio 900 mila posti di lavoro. Ma già nei primi 10 mesi del 2008 sono stati 179.552 i lavoratori coinvolti in crisi o ristrutturazioni aziendali. Ben più dei 20 – 25 mila previsti a giugno.
“La recessione è più grave del previsto: i sintomi di un peggioramento della congiuntura c'erano già prima dell'estate poi la crisi internazionale ha accelerato i processi. Ma la vera emergenza sono i precari, privi di protezioni sociali”, spiega l'economista Tito Boeri che, insieme a Pietro Garibaldi, si è occupato di precariato per Chiarelettere, in un nuovo contratto per tutti.
Lo stesso rapporto Cisl esclude dai calcoli sul 2008, “perchè di difficile stima” i lavoratori interinali e con contratto a termine, cui non è stato rinnovato il contratto. Ancora Boeri: “Entro fine anno scadranno 305 mila contratti nel privato ma le misure del decreto anticrisi del governo sono un'aspirina per chi ha la polmonite, perchè il bonus per i precari ha requisiti di accesso troppo limitati. Ne potrà usufruire meno del 10% di chi non ha un posto fisso e fornirà, secondo le nostre stime, circa 800 euro: sui 12 mesi di disoccupazione cui questi lavoratori vanno incontro in media, sono circa 60 euro al mese”.
Contro la crisi, la Cisl si rivolge alla Ue chiedendo, tra l'altro, più “pragmatrismo e flessibilità” nel valutare sforamenti e tempi di recupero dei parametri di Maastricht sul rapporto deficit/Pil. “Ma l'Italia, conclude Boeri, deve variare misure a sostegno della domanda: sgravi fiscali e sussidi di disoccupazione per i precari. Interventi per le imprese? Se sgravi le tasse sul lavoro, il beneficio è per il lavoro stesso”.
Il Pacchetto
anti-crisi del Governo







A cura di:

Dipartimento Economico Unione di Centro
On. Gian Luca Galletti

Con la collaborazione di:
Francesco Lucà
Antimo Sambucci

Il Governo ha varato un pacchetto di misure che nelle intenzioni mira a contrastare la crisi finanziaria, ridare potere reale d’acquisto alle famiglie, sostenere lo sviluppo delle imprese e dare un impulso alle opere strutturali.
Il Governo, nonostante la gravità della crisi e a differenza di quanto fatto dagli altri Paesi europei, ha presentato un piano “minimalista”.
Il piano vale circa 6,3 mld di euro e gli interventi previsti, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno una validità limitata al solo esercizio 2009.

PROPOSTE PER LE FAMIGLIE
- Bonus alle famiglie con redditi fino a 20.000 euro
A partire da febbraio 2009 verranno concessi bonus da 200 a 1.000 euro alle famiglie reddito da lavoratori dipendenti, con figli e pensionati.

TIPOLOGIA BONUS LIMITE DI REDDITO CONTRIBUTO FAMILIAREGIORNALIERO CONTRIBUTO PROCAPITE GIORNALIERO
PENSIONATICONIUGISENZA FIGLICONIUGI CON UN FIGLIOCONIUGI CON DUE FIGLI CONIUGI CON TRE O PIU’ FIGLI 2003004505001.000 15.00017.00017.00020.00020.000 0,550,821,231,372,74 0,550,410,410,340,55

COMMENTO: Appare evidente che l’intervento per le famiglie è del tutto insoddisfacente, sia per la ridotta entità del contributo, sia per la limitata soglia massima di reddito che permette di accedere al contributo. Infine, appare come una misura UNA TANTUM, valida solo per l’anno 2009.
Basti pensare, ad esempio, che come si evince dal precedente prospetto sopra riportato, una famiglia con due figli e un reddito familiare lordo inferiore a 20.000 euro (circa 1.400/1.500 euro al mese) avrà un contributo di soli 1,37 euro al giorno per tutta la famiglia e 0,34 centesimi al giorno per ogni componente il nucleo familiare.
Non si tratta, quindi, di una politica per la famiglia, ma di una politica assistenzialista.
In questo momento di difficoltà economica bisognava avere il coraggio di investire sulle famiglie del ceto medio, quelle che oggi soffrono maggiormente e che avrebbero potuto rilanciare i consumi se sostenute.


IL BONUS FAMIGLIE
3,54 MILIONI pensionatiin famiglie monocomponenti fino a 15.000 euro
2,95 MILIONI famiglie con 2 componentireddito fino a 17.000 euro
627 mila famiglie con 3 componenti reddito fino a 17.000 euro
569 mila famiglie con 4 componentireddito fino a 20.000 euro
158 mila famiglie con 5 componentifino a 20.000 euro
52 mila famiglie con oltre 5 componentifino a 22.000 euro
88 mila famiglie con disabiliredditi fino a 35.000 euro


- Ridefinizione del tasso sulle rate pagate dalle famiglie per i mutui prima casa
PER I CONTRATTI IN ESSERE: Dal 2009 il tasso applicabile alle rate sui mutui entro il 31/10/2008, per l’acquisto della prima casa, non potrà essere superiore al 4%. Lo Stato si accollerà gli eventuali differenziali tra gli importi a carico del mutuatario e quelli derivanti dall’applicazione del nuovo tasso.
PER I NUOVI CONTRATTI: se sottoscritti dal 1°gennaio 2009 il tasso sui mutui variabili avrà come base sui cui calcolare lo spread il tasso BCE. Le banche, comunque, avranno piena discrezionalità sul tasso di interesse totale.

COMMENTO: Questa manovra è tardiva, sarebbe stata molto utile nel 2008, anno in cui i tassi erano crescenti e corrispondentemente sono cresciute le rate dei mutui delle famiglie italiane.
Avrà, invece, un effetto molto limitato nel 2009, in previsione di un ulteriore taglio dei tassi previsto nei prossimi giorni di 0,50-0,75 % da parte della BCE.
A quel punto i tassi dei mutui variabili scenderanno naturalmente ad un tasso molto vicino, se inferiore, al 4%.
Il problema per le famiglie si potrà ripresentare nel 2010 e quel punto la manovra non sarà più in vigore.
Per i nuovi contratti, quelli stipulati a partire dal 1° gennaio 2009, la manovra prevista non ha alcun effetto reale. Le banche prenderanno a riferimento il tasso BCE, che è sicuramente più basso dell’interbancario (EURIBOR) in vigore oggi, ma non avendo previsto alcun limite allo spread, non faranno altro che aumentare quest’ultimo.
A riprova di tutto questo basti pensare che dalla relazione tecnica si evince che il costo della riduzione dei mutui è di circa 250/350 milioni di euro.









- Blocco delle tariffe su autostrade e riduzione delle tariffe energetiche
Per le tariffe autostradali si impone un blocco sui pedaggi autostradali con durata 4 mesi.
Per le tariffe di luce e gas è previsto, solo per le famiglie svantaggiate, una revisione al ribasso (max 15%).

COMMENTO: la promessa di abbassare le tariffe sembra un mero spot, in quanto le stesse tariffe dovrebbero comunque scendere nei prossimi mesi a causa del drastico calo del petrolio. E comunque, ancora una volta, si interviene solo in ambito assistenziale.


- Estensione degli ammortizzatori sociali e proroga della detassazione di premi ed incentivi. Accantonata la detassazione degli straordinari
Proroga per la detassazione dei salari di produttività (premi ed incentivi) per redditi fino a 35.000 euro annui (rispetto ai 30.000 attuali). Resta invariato il limite di detassazione: era di 3.000 euro per 6 mesi, viene confermato a 6.000 euro per un anno. Sono incluse le categorie che fanno riferimento a personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso.
Destinato 1 miliardo in 4 anni (2009/2012) agli ammortizzatori sociali, con estensione del sostegno in deroga ai lavoratori atipici e a lavoratori a tempo indeterminato nei settori in cui non erano previsti.

COMMENTO: Si giudica positivamente la misura, anche se dovuta vista la congiuntura economica, che riguarda il rafforzamento del fondo per gli ammortizzatori sociali.
L’estensione del sostegno anche ai lavoratori atipici, i cosiddetti precari, appare invece il solito spot. Infatti, il sostegno è troppo limitato sia nell’importo, solo il 5% del reddito conseguito l’anno precedente, sia nella platea dei lavoratori inclusi nel sostegno, solo quelli che hanno prestato l’attività in zone e settori dichiarati in “stato di crisi”.
Per fare un esempio, un precario che nel 2008 ha lavorato per 6 mesi, a 1.000 euro al mese, avrà diritto, se verrà licenziato e rimarrà senza lavoro per più di due mesi consecutivi, ad un’indennità, nel 2009, di 300 euro una tantum. Si commenta da sé.


FISCO E IMPRESE

- Riduzione dell’acconto IRES e IRAP di novembre
Si applica un riduzione del 3% sull’acconto d’imposta con scadenza 30 novembre. Tale misura vale esclusivamente per i soggetti IRES, ossia essenzialmente per le società di capitali.
COMMENTO: la riduzione esclude inspiegabilmente le persone fisiche soggette all’IRPEF, ossia società di persone e imprenditori individuali che sono la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese italiane.
La misura appare di poca sostanza, in quanto il beneficio è soltanto temporale.

- Deducibilità del 10% dell’IRAP ai fini IRES e IRPEF
A partire dal periodo d’imposta in corso al 31/12/2008, è concessa la parziale deducibilità (10%) dell’IRAP dalla base imponibile rilevante ai fini IRES e IRPEF. La deduzione è considerata “forfetaria” e si pone l’obiettivo di offrire respiro alle imprese. La misura è apprezzabile, anche se di modesto impatto.

- Versamento dell’IVA a debito solo al momento dell’incasso del corrispettivo pattuito
La misura, auspicata anche dall’Unione di Centro, introduce il principio del versamento dell’IVA secondo criteri di “cassa” anziché di competenza. Tale intervento rappresenta una forma di respiro per le imprese, costrette finora a versare allo Stato imposte senza aver ottenuto i corrispettivi di beni e servizi dai propri debitori.
COMMENTO: Hanno recepito una nostra proposta, ma il contorno della misura è poco definito, in quanto la disposizione viene applicata solo per gli anni 2009, 2010 e 2011 ed è sospesa in attesa dell’approvazione dell’UE.

Paradossale l’aumento dell’IVA dal 10% al 20% per le pay-tv.
La misura non fa che penalizzare soprattutto Sky, che possiede la maggior parte degli abbonamenti.
L’intervento, oltre a costituire un grave episodio di conflitto di interessi (Sky è concorrente diretta delle tv possedute dal Premier), non farà che penalizzare soprattutto le famiglie, sulle quali ricadrà il necessario futuro aumento degli abbonamenti necessari a sopperire all’aumento delle imposte.

- Revisione degli Studi di Settore
La revisione, definita congiunturale, si propone di modificare i parametri e gli indici di congruità su cui si basano i meccanismi di accertamento della base imponibile.
Ciò viene fatto al fine di tenere conto degli effetti della crisi economica su imprese e lavoratori autonomi, con particolare riguardo a determinati settori e realtà territoriali. La norma, pur giusta, è molto vaga e rimanda ai meccanismi di rinvio ad atti del MEF. Sarà possibile esprimere un giudizio solo quando saranno noti i nuovi parametri.
- Garanzia statale dei crediti alle PMI attraverso i Confidi
Il Fondo di Garanzia per PMI e Confidi viene esteso alle imprese artigiane e rifinanziato. E’ potenziato dalla garanzia di ultima istanza dello Stato. Il tetto massimo di garanzia ammonta a 450 milioni di euro.
COMMENTO: la misura è giusta, ma non viene stabilito il criterio mediante il quale verrà applicata la misura. Il tutto è rimandato ad un successivo decreto del MEF.
- Recupero crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione
La procedura per snellire e velocizzare il recupero crediti nei confronti della PA verrà stabilità con un futuro decreto.
Il giudizio è sospeso, in attesa dei criteri in base ai quali, nei tempi e nell’ammontare, verrà stabilita la restituzione dei crediti.
- Intervento pubblico nel capitale delle banche.
Saranno utilizzati alternativamente due strumenti per la partecipazione statale al capitale delle banche in difficoltà: obbligazioni subordinate perpetue oppure obbligazioni convertibili. La misura vale all’incirca 12 miliardi di euro. Entrambe le misure produrranno l’effetto di incidere sull’indice di patrimonializzazione rispetto alle attività a rischio (CoreTier1). Le banche dovranno fare espressa richiesta affinchè lo Stato sottoscriva tali strumenti. Il decreto non si espone (ma rimanda ad un successivo provvedimento) sulla remunerazione di tali bond, la subordina agli utili eventualmente distribuibili. E’ rimandato ad un successivo decreto il principio secondo cui le banche in cui interviene lo Stato debbano considerare un reinvestimento delle risorse ottenute nella concessione di credito a famiglie e PMI.
COMMENTO: è necessario prevedere fin da ora i meccanismi che vincolano i prestiti statali alla concessione di credito a famiglie ed imprese. Previsto un codice etico, ma nessun riferimento all’obbligo che le banche finanziate procedano ad una decurtazione degli stipendi per manager e dirigenti.


CONCLUSIONI
Si può sostenere che il Piano messo a punto dal Governo appare troppo dispersivo, cioè per accontentare tutti (famiglie, imprese, lavoratori e banche), in considerazione delle scarse risorse impiegate, finisce per non soddisfare nessuno.
La scarsità delle risorse è dovuta anche alle scelte compiute fino ad oggi dall’Esecutivo. Se non avessero abolito l’ICI sulla prima casa, aiutando cosi in particolar modo i ceti medio-alti, se non avessero maldestramente tentato di salvare Alitalia, se non avessero “regalato” soldi a Roma e Catania oggi avrebbero potuto fare un pacchetto di interventi di altri 12 miliardi di euro. Con soli 6 miliardi, invece, sarebbe stato meglio finalizzare gli interventi a favore delle famiglie, nell’ottica del rilancio dei consumi che avrebbe poi portato benefici anche alle imprese.
Ricordiamo che la nostra proposta di 1.200 euro per ogni famiglia con un figlio più 600 euro per ogni altro figlio avrebbe avuto un costo di circa 6 miliardi di euro e tale misura avrebbe offerto un beneficio reale alle famiglie italiane.
Per le imprese mancano interventi importanti come, ad esempio:
· Misure di impulso agli investimenti delle PMI, come credito d’imposta o detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione;
· Un piano di incentivi agli investimenti in efficienza energetica per le imprese;
· Un piano di sostegno ai settori che maggiormente risentiranno della crisi.
Manca, inoltre, un piano per il rilancio delle opere nel mezzogiorno d’Italia. Sempre per il Sud, manca una vera e propria politica di incentivi allo sviluppo e di azioni volte a facilitare l’accesso al credito per le PMI.
Emblematico, in tal senso, è il continuo taglio operato al Fondo per le Aree Sottosviluppate.
Dalla fine degli anni Ottanta sentiamo parlare con insistenza dell’amianto (asbesto), dell’impatto nocivo che ha sull’ambiente, eppure per decenni, durante il boom industriale, si è utilizzata per i più svariati impieghi una fibra che era in buona parte costituita da amianto, denominata “eternit” dal nome della ditta che la produceva. Con questo materiale si costruivano: a) lastre ondulate per la copertura dei tetti delle case e dei capannoni industriali, b) tubi per la condotta di acqua potabile negli acquedotti pubblici e privati, c) pannelli isolanti per le carrozze ferroviarie, d) isolanti termici per uso privato, e) vasche per il contenimento dell’acqua potabile, ecc. In seguito si è scoperto che gli accessori appena citati, in stato di degrado tendono a sbriciolarsi e, se la fibra è asciutta, si libera nell’aria una polvere ricca di amianto che inalata può provocare con altissima probabilità l’asbestosi ( una patologia cronica del tessuto polmonare), il carcinoma polmonare e il mesotelioma, un particolare cancro letale che colpisce la membrana che riveste il polmone (pleura) e a volte l’intestino. Orbene, gli esperti informano che se questo materiale, altamente inquinante, è mantenuto bagnato si riduce di molto la diffusione della polvere nociva nell’ambiente e con essa i relativi rischi. Del resto in ottemperanza al disposto della legge 257/92, si sta già provvedendo a sostituire le tubature dell’acqua potabile e le stesse vasche di accumulo sono quasi del tutto scomparse, benché queste strutture essendo a contatto con l’acqua non presentassero, probabilmente, nell’immediato un pericolo per la salute. Infatti, studi mirati al riguardo affermano non esserci una connessione evidente tra l’aumento dei tumori intestinali e il consumo di acqua potabile trasportata dai tubi sopra citati, costituiti da fibra di cemento-amianto.
Ben diverso è il discorso sulle coperture degli immobili, infatti, sono ancora parecchi i palazzi ( molti dei quali appartengono all’Amministrazione pubblica), le case e i capannoni che hanno per tetto le lastre ondulate “eternit”, e per bonificare il tutto in tempi brevi occorrerebbero ingenti capitali che né il pubblico erario né, tantomeno, i privati sono in condizione di esborsare, data la congiuntura economica del momento. D’altronde si è sempre sentito dire che se dette coperture sono integre non rappresentano particolari rischi per la salute, ben altra cosa è la copertura costituita da lastre in precario stato di conservazione che liberano nell’ambiente, trasportate dal vento, le particelle dannose che se aspirate possono creare conseguenze letali. Su queste ultime è d’obbligo intervenire immediatamente affinché si possa eliminare ogni possibile rischio per la salute.
Alla luce di quanto premesso, l’UDC di questa città sottolinea l’urgenza di un monitoraggio sulle coperture esistenti in città e in provincia, alla ricerca di questi materiali particolarmente inquinanti, tutto ciò in ottemperanza e in concerto con una legge emanata di recente dalla Regione Piemonte in materia. È necessario, tuttavia intervenire con una rapidità assolutamente improrogabile sull’immobile in stato di abbandono e di degrado sito tra via Massaia e Spalto Borgoglio, fronte parcheggio Tiziano (individuato e fotografato da Enrico Asinaro), che ha copertura costituita da lastre ondulate del tipo cemento-amianto, in cui vi sono evidenti spaccature e sbriciolamenti della fibra. Si tratta dunque di un pericolo per la salute dei cittadini, in quanto dallo sfaldamento di quel materiale di copertura si liberano nell’aria le particelle d’amianto sopra citate, che trasportate dal vento possono diventare un grave pericolo per chiunque abbia la sventura di inalarle.
Grazie per l’ospitalità.
Viabilità – Sicurezza
Potere all’inerzia (chi non vuole vedere o vede )

Connessione diretta – da parte di chi ?

TEMI senza seguire una mera successione temporale che può risultare dispersiva.
- VIABILITA’ – SICUREZZA si sovrappongono.
Questo non potrà mai risultare utile come riferimento alle persone, al luogo o all’ente designato ma a scoprire attraverso frequenza delle citazioni quello che colpisce l’attenzione del cittadino : LA REALTA’ VIRTUALE DI TUTTI I GIORNI.

Nel nostro mondo bisogna purtroppo essere realistici ( vedi . . . .)
Quindi sicurezza è anche viabilità e viceversa. Qui si cerca di basarci su principi particolari a tutela dei cittadini. Gli enti locali saranno proprio loro a dover progettare di anno in anno i comportamenti atti, comportamenti atti a scoraggiare o reprimere e il cosiddetto abusivismo (precisando che questi “individui” non possono o non potrebbero andare contro gli enti sovra indicati, es. polizia municipalizzata etc. : quindi divieto di fermata, divieto di sosta in doppia fila o addirittura divieto di fermata “contro” senso) e una forma di criminalità riproponendo un problema di sicurezza adeguata tramite telecamere in visione di mancanza di autorità competenti.
I tempi sono maturi per pensare ad un partito che vada oltre l'Udc, dando spazio al ''quel popolo cristiano che non si sente rappresentato da nessun partito, ma va a messa, fa volontariato e vuole partecipare

Di fronte all'attuale crisi della politica non si puo' pensare ad una formazione che raccolga i partiti attuali o parti dei partiti attuali, 'la salvezza viene da chi ora sta fuori, dal popolo cattolico che desidera impegnarsi, raccogliendo l'appello lanciato da Benedetto XVI a Cagliari.
Per questo oggi il presidente dell'Udc non indica ''interlocutori possibili'', ma intanto prende atto che i cristiani vogliono oggi impegnarsi, dopo anni passati a non dialogare con la politica.
Siamo cattolici, prima che Udc, dobbiamo essere piu' numerosi e piu' organizzati per contare di piu' e in questi tre giorni abbiamo riscoperto un linguaggio comune'''. E anche Buttiglione ha ribadito che e' ora di uscire dalla distinzione tra ''i cattolici di destra impegnati nella difesa della vita e quelli di sinistra nella difesa dei poveri''.
Non la ''vecchia politica'' seguita da chi , anche in questi giorni, sta abbandonando l'Udc, ''per equilibri di potere, territoriali, per logica di appartenenza.

giovedì 20 novembre 2008

Quanta polvere fa il mondo mentre va, copre tutto, e non ci fa vedere più, le stagioni, i dubbi, i figli e le speranze, e rincorriamo i sogni, qua e là. Che rumore che fa il mondo mentre va, tra motori, guerre e soldi e gelosie, confondiamo il giorno dopo, con l’eternità, e l’allegria con la felicità.

E intanto tra noi, scommettiamo la vita, traversando da soli il mare, per scoprire cos’è che vale. Facci uscire dal temporale, prima che ci trascini via. Dacci strade per ritornare, dove non siamo stati mai

E non serve che sia natale, per scoprire di avere un cuore, per capire, per sperare un po’. Che fatica che fa il mondo, mentre va, tutti in corsa per un posto in prima fila.

O sei il primo, o sei nessuno tutto e niente. E il senso della vita se ne và. E intanto tra noi, ci aggiustiamo la vita, con amori e con medicine, mentre il tempo ci scappa via.

Facci piangere per qualcuno, che ci lascia e non tornerà. Dacci braccia per un amico, che ci prova e non c’e la fa. Se ogni tanto, ci fermassimo a pensare. Se ci fosse tempo per ricominciare

Se vivessimo e lasciassimo campare. Sarebbe tutti i giorni, un po’ natale.

martedì 18 novembre 2008

AD ALESSANDRIA, LA RIVOLUZIONE NEL PARCHEGGIO!

CON Neos Park, guadagni tempo, risparmi denaro e non rischi più le multe! Alessandria è la prima città in Italia ad adottare il sistema più comodo ed equo per il pagamento della sosta su strada. “E’ il telepass dei parcheggi” dicono all’ATM.
Come abbiamo anticipato da tempo l’ATM ha introdotto il sistema più innovativo per il pagamento della sosta: Neos Park. Il sistema Neos Park si basa su una card ricaricabile grazie alla tecnologia contectless, la stessa tecnologia avanzata adottata dalle nuove generazioni di carte di credito.
L’uso della card è semplicissimo e pratico perché è stato ideato per semplificare la vita di chi deve pagare la sosta: Infatti, permette di guadagnare tempo. Infatti Neos Park è un auto-parchimetro da interno veicolo, che rimane nell’auto pronto all’uso. Non si deve scendere dal veicolo né perdere tempo alla ricerca delle colonnine o delle monete. Basta premere un tasto per iniziare a pagare la sosta. Fa anche risparmiare denaro: Neos Park è equo e conveniente perché si paga solo l’effettivo tempo di sosta: quando si torna all’auto si spegne la card e si paga solo il dovuto. Se si sosta per 7 minuti si pagano solo 7 minuti.
Il presidente dell’ATM , Gian Paolo Lumi spiega: “ATM ha deciso di essere il primo gestore del pagamento della sosta ad adottare Neos Park in Italia perché lo riteniamo uno strumento decisamente utile che va incontro a quei cittadini, e sono davvero parecchi, che da tempo ci segnalano che non trovano equo il dover pagare di più per un tempo più lungo del reale tempo di sosta o coloro i quali protestano, e li comprendiamo, perché il tempo di sosta immaginato è pagato con le colonnine si è poi protratto ed hanno ricevuto la contravvenzione. L’avere adottato il sistema più vicino alle esigenze della gente è per l’ATM certamente un vanto”.
Il Vice Presidente Alessandro Traverso, responsabile di ATM per la comunicazione e l’innovazione, commenta: “Quando abbiamo ricevuto la proposta di adottare Neos Park abbiamo subito chiesto di essere la prima città in Italia a farlo. In effetti il sistema, già attivo in altri paesi, è veramente innovativo, stravolge tutti i concetti esistenti del pagamento della sosta. Tra i tanti vantaggi si pensi che può essere usato in tutte le città che lo adotteranno. Ad esempio, i comuni dell’Alessandrino che lo vorranno, potranno condividere con noi il sistema, facendolo diventare “multi città”: se abito a Tortona o Valenza e mi sposto abitualmente ad Alessandria, o tra queste città, non avrò più bisogno di avere strumenti diversi per parcheggiare.
E’ un po’ come “il telepass”, anzi, io lo definisco il “telepass dei parcheggi”.
L’Assessore alla Mobilità, Serafino Lai, si sofferma invece sui vantaggi per i cittadini: “Abbiamo dato il nostro plauso da subito alla proposta dell’ATM di dotarsi di questo innovativo sistema, in aggiunta agli esistenti, perché è la soluzione più efficiente per chi gestisce la sosta e un modo concreto per andare verso le istanze dei nostri concittadini. Usando le Neos Park card infatti non si rischieranno più le multe e. tra l’altro, la singola card costa meno di una multa e può essere usata su più città”. La card sarà venduta presso:
1. Piazza della Libertà, presso cassa ATM
2. Sede ATM, Lungo Tanaro Magenta, 7/A presso le casse
3. Parcheggio di Via Parma 19, presso casse Parcheggio multipiano.
Per i primi mesi la ricarica avverrà nei seguenti punti ricarica:
1. Sede ATM, Lungo Tanaro Magenta, 7/A presso le casse
2. Parcheggio multipiano di Via Parma 19 presso le casse
Prossimamente verranno attivati altri punti di vendita e ricarica presso tabaccai, stazioni di servizio, edicole, eccetera. Gli esercizi che fossero interessati a diventare punto di vendita e ricarica possono contattare il numero 011/19750099 o l’indirizzo di posta elettronica: pos@neos-park.it.
ALESSANDRIA PORTA A CASA L’OSPEDALE

Accordo raggiunto in Regione per la sostituzione del Santi Antonio e Biagio. Tre le possibili aree: accanto al Borsalino, alla Fraschetta, al Cristo. Il 26 il protocollo d’intesa.
Il sindaco Piercarlo Fabbio porta a casa il nuovo ospedale. L’accordo è stato raggiunto nei giorni scorsi in Regione, dove il 26 si firmerà il protocollo d’intesa per arrivare allo studio di fattibilità che spetta al Comune, con finanziamento regionale e supporto di tecnici per la comparazione delle tre aree in lizza, accanto al centro riabilitativo Borsalino, alla Fraschetta e al Cristo, accanto alla zona industriale D4. La Provincia si farà invece carico delle infrastrutture necessarie.
Il nuovo ospedale avrà circa 650 posti letto e sorgerà su un’area di 150 mila metri quadri. Certo non si può non avanzare qualche valutazione relativa alla Fraschetta, notoriamente inquinata, e anche posizionare un ospedale in una zona tipicamente industriale non parrebbe la scelta più opportuna, ma sarà il consiglio comunale a doversi pronunciare sulla sede.
L’accordo è stato siglato appena prima della Conferenza dei Sindaci della provincia della nuova Asl-Al (presenti 138 sindaci su 195) riunita all’aula magna dell’Itis Volta, dove avrebbe dovuto essere approvato il regolamento, la presidenza della Conferenza dei sindaci è una questione che ha dato adito a polemiche a non finire, cioè la sede amministrativa dell’Asl, per la quale erano in discussione due sedi, Alessandria e Casale. Ebbene non si è deciso nulla, anzi la palla passa in mano agli avvocati, come richiesto alla fine da Federico Fornaio, sindaco di Castelletto d’Orba.
Di fatto i sindaci hanno votato un documento politico programmatico in cui già si prendeva una posizione chiara rispetto a punti ritenuti qualificanti, quali la sede dell’Asl, indicata a Casale; presidenza della Conferenza, designato Piercarlo Fabbio; rappresentanza della Conferenza (un organo più ristretto per le decisioni più urgenti) che vedeva i sindaci di Alessandria, Casale, Novi, Tortona e Acqui; i distretti, nelle sette città centri di zona e il comitato dei sindaci di distretto (Valenza e Ovada più alcune comunità montane; oltre al peso di ogni comune al momento delle votazioni. Proprio su quest’ultimo punto sono sorte le prime discussioni, in base a chi sosteneva (come il sindaco di Molare, Gianmarco Bisio) che alcuni comuni, specie i più piccoli, venivano poco considerati, proponendo il documento programmatico, che “avrebbe riempito di significato una scatola vuota”.
Così Fabbio ha fatto votare i sindaci, chiedendo se volevano votare il documento, che a detta di molti presenti rappresentava un’integrazione al regolamento. Passa il “sì”, con un’implicita approvazione di decisioni che dovrebbero, come detto da Lorenzo Robbiano, sindaco di Novi, scontentare il meno possibile, per un ruolo di tutte le città rappresentate: Alessandria sede di Conferenza dei sindaci, della Rappresentanza e di coordinamento dei distretti; Acqui del termalismo; Casale sede dell’Asl e del centro di ricerca sull’amianto; Novi osservatorio per monitoraggio delle azioni a vantaggio delle fasce deboli; Tortona centro formativo aziendale; Ovada centro di screening oncologico; Valenza sviluppo di day surgery.
Seguendo chi non era soddisfatto Fabbio ha proposto di votare un emendamento che prevedeva di stralciare la sede dell’Asl e la presidenza della Conferenza ma la proposta veniva respinta, per cui pareva assodato che il documento venisse approvato nella sua interezza.
Non passava nemmeno la proposta di Fabbio di votare uno ad uno i punti dell’ordine del giorno e dopo discussioni a non finire la proposta finale di Federico Fornaio di consultare i legali per sapere se il documento di indirizzo integra o meno il regolamento. Tutto ciò solo per l’avvio del funzionamento dell’Asl provinciale.
Ma quando capiterà di dovere decidere per questioni più fondamentali che riguardano da vicino la salute e gli interessi della popolazione?
SICUREZZA: LA CITTA’ ORA HA PIU’ PAURA

C’era una volta, ebbene sì, c’era una volta, tanto tempo fa, una città che si cullava sonnolente e paciosa fra il Tanaro e la Bormida. Da tempo ormai tutto ciò è soltanto un vago ricordo il tranquillo tran tran che accompagnava il fin troppo monotono passare del tempo.
Da tempo ormai, tra ammazzamenti, furti, truffe e rapine, anche la nostra città si è adeguata al trend nazionale e internazionale. “Adotterò una politica chiara e netta in tema di sicurezza, ebbe modo di dichiarare Piercarlo Fabbio in campagna elettorale presentando il suo programma in tema di sicurezza, senza compromessi, ipocrisia e falsa pietà. Innanzitutto più attenzione alla famiglia e più agevolazioni. Poi credo che la gente debba essere libera di circolare, a qualunque ora, senza paura, nella propria città. La sicurezza vuol dire libertà, e proteggere la libertà dei cittadini è il primo dovere di un sindaco”. In contrasto con quella dichiarazione, le attese degli alessandrini, esageratamente enfatizzate in campagna elettorale con la promessa di una più vivibile e tranquilla città, si stanno scontrando con la realtà quotidiana soprattutto dopo aver verificato che con l’insediamento di Fabbio a Palazzo Rosso, almeno in fatto di sicurezza, poco nulla è cambiato.
I furti e le rapine continuano come prima (bar presi di mira a scadenza mensile, banche e farmacie rapinate con estrema facilità, eccetera) la ZTL ridotta ad un atto meramente simbolico nei confronti del proliferare delle polveri fini. Questo è sostanzialmente, il messaggio che sta passando fra la gente comune. Elio Arata, parlando a nome di Rifondazione e Comunisti Italiani, sul tema sicurezza, evidenzia la necessità di “dare sicurezza alle persone non solo mediante il contrasto della criminalità, ma anche attraverso politiche per una casa sicura, lavoro sicuro ed un reddito stabile, premesse indispensabili per la nascita di nuove famiglie che possano vivere decorosamente sottolineando come i temi di immigrazione e sicurezza non possano essere affrontati in un unico calderone. Ha citato l’esperienza di coinvolgimento dei cittadini stranieri di Serravalle Scrivia, ed ha auspicato anche per Alessandria una maggiore attenzione delle istituzioni per capire queste nuove comunità, di cui spesso conosciamo poco.”
Sconforto è il sentimento espresso da Giorgio Falleti (Lista Mara) in una sua lettera che pubblichiamo a parte, soprattutto dopo aver constatato che “sono state accollate all’amministrazione Scagni tutte le responsabilità circa gli episodi deliquienziali verificatisi negli anni precedenti e che, gli stessi, sono stati utilizzati come fulcro portante di una campagna diffamatoria contro la sua amministrazione. Ora però, prosegue la lettera di Falleti, sotto la guida della nuova Giunta Fabbio nulla è cambiato, possiamo concludere che gli episodi di criminalità sono in continua crescita, ed il problema, dopo tanta iniziale demagogia non è stato risolto.” Persino la Lega Nord, fedele alleata di Fabbio nel corso della campagna elettorale, ha presentato con i consiglieri Sarti e Cuttica un ordine del giorno sulla sicurezza in cui chiede al Sindaco interventi urgenti. E’ dunque evidente, che questa amministrazione, fino ad ora, di fronte a segnali preoccupanti di delinquenza, come quelli accaduti nel corso dei primi sette mesi di mandato, non ha certamente mostrato quella fermezza di intenti dichiarati in campagna elettorale.
Insomma, il cittadino si aspettava fin da subito una inversione di tendenza e, forse, lo scoprire che tutto è come prima potrebbe renderlo ancor più critico nei confronti di questa amministrazione.
LA STAZIONE FERROVIARIA CAMBIA LOOK: NEGOZI E LOCALI, MA “DIMENTICA”

Nuovo look per la stazione ferroviaria di Alessandria. Dopo due anni e mezzo di lavori e 5,5 milioni di euro di investimento la stazione del capoluogo ha cambiato pelle. Il restyling, ha interessato 3.500 mq di superficie in cui sono stati ricavati negozi, locali e aree per i viaggiatori.
Ogni anno la stazione di Alessandria è frequentata, secondo i dati di Trenitalia, da 6,5 milioni di persone. Metallo e vetro sono gli elementi utilizzati per rendere più luminosi gli ambienti e dare un tocco di modernità all’edificio del 1942, prossimamente verranno aperti nuovi negozi: sala giochi, farmacia, supermercato, libreria e altri.
Durante la cerimonia di inaugurazione un gruppo di lavoratori delle Ferrovie hanno manifestato contro la paventata diminuzione dei posti di lavoro e alle “ricadute” negative sul trasporto passeggeri merci”. Altre lamentele sono giunte dao ciclisti pendolari. Si lamenta la sparizione della lunga rastrelliera nel piazzale, eliminata perché antiestetica, ma funzionale alle persone che arrivano in bici.
Lo spazio per i mezzi a due ruote si è notevolmente ridotto, causando le rimostranze degli utenti a pedali.
ALESSANDRIA HA ANCORA PAURA

Quattordici anni fa il Tanaro cambiò la vita della città. Da allora Alessandria non si è ripresa. Ancora qualche alluvionato aspetta i rimborsi, mentre la messa in sicurezza resta a metà. Così ad ogni acquazzone autunnale i mandrogni guardano il loro fiume sul ponte (chiuso) e sperano che non si ripeta il disastro del 6 novembre 1994.
6 NOVEMBRE 1994! Sono trascorsi 14 anni dal drammatico e tragico evento subito da una grossa parte della città: il suo cuore, il quartiere e i sobborghi nord. Ogni anno sono sempre meno le persone che ricordano, soprattutto in quella parte della città e sobborghi che l’alluvione l’hanno vista dai notiziari TV e che neppure in quei tragici momenti non davano di capire il dramma in atto.
Al contrario l’anniversario è una vetrina: ogni istituzione, autorità amministrativo-politica nel periodo commemorativo ne esalta il ricordo, la tragicità, gli eroismi “inondandoci” di parole rassicurative e promesse a cui non credono neanche loro ed è questo il dramma principale.
In 14 anni molto è stato fatto, ma è stato fatto male ed incompleto! Un “alluvione” continua di chiacchiere, parole e carta, un “alluvione” di denaro speso malamente e non siamo ancora in sicurezza! Un tira e molla di competenze, un perdere tempo da chi del nostro territorio non gli importa niente, un parere per il ponte Cittadella dai cosiddetti “beni culturali” regionale che non arriva mai e di cui non ho ancora capito fino a che punto le loro responsabilità arrivano di fronte ad un nuovo probabile rischio alluvionale e cioè, se saranno chiamati a rispondere penalmente se a causa di quel ponte ci saranno nuove vittime o danni privati e pubblici. Il “freno” dello stillicidio ideologico ambientale e dei bastian “contrari” del caso. Quindi abbiamo un ponte che la massima autorità delle acque (ADBPO) ne ha sancito il rifacimento, abbiamo l’argine sinistro non completato; ne mancano 800 metri, una porzione di quello destro costruito più basso della massima portata del Tanaro, il ponte ferrovia rifatto con arcate simili a quelle precedenti che accumulano detriti, un pilone della tangenziale progettato e costruito allo sbocco del rio Loreto nel Tamaro che ha creato ritardi.
Nonostante ciò nel 2005 la Giunta comunale alessandrina ha pensato bene di “minimizzare” dal rischio ideologico la città di Alessandria, per questo l’Associazione “Amici del Borgo Rovereto” ha chiesto al Comune di “certificare” tale garanzia, attendiamo ancora risposta in barba alla 241/90. Quindi nel 2005 veniamo “minimizzati” dalla Giunta Comunale su approvazione del Direttore di Area, decisione precipitosa e grave (a mio avviso e ci dà ragione) perché nel 2007, la Provincia alessandrina ha stilato cartografia nella quale (molto più reale) ritiene Alessandria a rischio R3/ELEVATO che significa: “Per la quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale”.
Proseguendo cito espropriati che attendono ancora il pagamento del terreno ceduto ma di cui pagano le tasse. Per il risarcimento danni ai privati ancora oggi c’è chi attende acconti o saldi, d’altra parte le case alluvionate “sfogliano” ancora oggi intonaci, presentano macchie umide e in molti scantinati è perenne la muffa e l’odore dell’alluvione. E arriviamo alle dolenti note delle imprese alluvionate: l’economia alessandrina è stata “massacrata” prima dall’alluvione, poi da incapacità di pretenderne i diritti e a seguire da Leggi insensate e mai valutate nella stesura e nel rispetto della applicazione. Il mondo bancario per le imprese ha fatto la sua parte peggiore perché la Legge le tutelava da ogni rischio, e il tutto aggravato dalla burocrazia.
Quest’ultimo argomento è vasto ma ciò che scrivo e sono pronta a sfidare documentata chiunque dichiara il contrario: le imprese alluvionate medio/piccole sono state abbandonate a se stesse e a vantaggio di chi ancora dopo 14 anni ci specula sopra! In questi anni un Esposto da parte di imprese di tre province alla Procura di Torino di cui prima firmataria (per le imprese alluvionate), tre Esposti alla Procura di Alessandria, da parte di tre firmatari: la scrivente, Armando Mattana, Sergio Kalcic (per conoscere di chi è la responsabilità per il ritardo della messa in sicurezza della città dal rischio di nuova alluvione), i primi due archiviati di cui devo ancora oggi capirne il perché ed è per questo che ne è stato prodotto un terzo che sta finamente facendo il giusto percorso, speriamo che la Giustizia arrivi prima di una piena del Tanaro.
Con i “TRE COMITATI UNITI” (Comitato “Noi dell’Osterietta – Associazione “Amici del Borgo Rovereto – C.AL.CA – Comitato Alluvionati del Casalese) abbiamo più volte sollecitato Istituzione e Enti prposti (nazionali – regionali – provinciali – locali) Prefettura alessandrina (tre Prefetti avvicendati), senza ottenere nulla visto che il completamento della messa in sicurezza viaggia sul dorso di una lumaca colpita da pigrizia e menefreghismo. Per concludere, determinazione, impegno, preparazione, volontà e costanza sono il mio bagaglio di cittadina impegnata unitamente a: Armando Mattana, Sergio Kalcic, Massimo De Bernardi, Elide Biglia, Gianni Gandini responsabili delle Associazioni Comitati ognuno per la sua specificità e territorio.

GRAZIELLA ZACCONE LANGUZZI

COME DIFENDERSI DAL "CAROVITA"

COME DIFENDERSI DAL “CAROVITA”

Il carovita è ormai un'emergenza quotidiana. Non c'è giorno che non sia accompagnato dalla notizia di nuovi aumenti e dalla denuncia di speculazioni, furbizie e ricarichi a due cifre ad opera dei vari attori della filiera.
Nel contempo, però, siamo convinti di dover intensificare la nosstra attività di educazione ed informazione dei cittadini perchè ciascuno di noi può attuare comportamenti utili ad autodifendersi negli acquisti quotidiani.
1. Andare a fare la spesa con un elenco ben preciso di prodotti da comprare.
2. Diversificare gli acquisti tra il mercato, supermercati e hard-discount (dove ad esempio i detersivi per la casa costano tra il 50 e il 60% in meno così come lacarta igienica o lacarta da cucina, mentre frutta e verdura acquistati ai mercati rionali costano meno, soprattutto a fine mattinata, quando i negozianti temono l'invenduto).
3. Al supermercato le confezioni più convenienti sono sempre le più grandi.
4. Non farsi condizionare dalle marche famose. Spesso i prodotti con loghi sconosciuti costano meno e sono altrettanto buoni.
5. Non fermarsi ad acquistare prodotti posizionati sugli scaffali centrali. I prodotti più convenienti sono sistemati in basso (sono generalmente quelli con il cartellino “primo prezzo”).
6. Approfittare delle offerte promozionali ma controllare sempre il prezzo al chilo e fare confronti anche con prodotti non in offerta.
7. Prima di acquistare un prodotto in offerta controllare sempre la data di scadenza.
8. Leggere semprecon attenzione le etichette: non farsi abbagliare da packging accattivanti, ma a volte poco sinceri. Attenzione agli asterischi.
9. Salumi e formaggi venduti al taglio costano meno al chilo di quelli già confezionati.
10. Nei reparti ortofrutta acquistare sempre prodotti di stagione.
11. Il pane più è “speciale” (all'olio, al burro, con i cereali, con le olive, al latte eccetera) e più costa (il pane tradizionale costa fino a -30%).
12. Nei reparti carni, acquistare anche tagli di carne provenienti dal quarto anteriore dell'animale (sono nutrienti allo stesso modo ma più economici dei tagli più “nobili” (costano fino al -30% in meno).
13. Fra le acque minerali non c'è una sostanziale differenza qualitativa. Salvo precise precisazioni mediche (acque povere di sodio o diuretiche), conviene sempre acquistare quellaal prezzo più conveniente (si può risparmiare fino al -50% e il -70%).
14. Quando si acquista la verdura considerare gli scarti: i fagiolini costano più della bieta o del cicorione ma hanno meno scarto.
15. Si stanno diffondendo nella grande distribuzione prodotti alimentari venduti sfusi (caffè, latte, pasta, legumi secchi eccetera) che consentono di risparmiare fino al 40% rispetto ai confezionati.

martedì 11 novembre 2008

Con la presente lettera si vuole segnalare a nome della cittadinanza un problema che si verifica da ormai un po’ di tempo a questa parte.
A seguito di segnalazioni giunte da alcuni cittadini, intendo porre all’attenzione delle autorità comunali la situazione di degrado che riguarda la centralissima Piazza Marconi.
Questa bella piazza, che per la sua posizione è un naturale punto di ritrovo per persone di tutte le età nelle diverse ore della giornata, soprattutto nelle ore tardo pomeridiane e serali è occupata da gruppi di giovani che, oltre ad emettere urli e schiamazzi che disturbano e non sono graditi da tutti, lasciano sulle già peraltro sporche e deturpate panchine quantità di rifiuti di ogni tipo, da cartacce a mozziconi di sigarette a bottiglie vuote etc. ; di conseguenza al mattino chi vorrebbe usufruire delle panchine deve rinunciare in quanto le trova nello stato in cui sono state lasciate prima, visto che nessuno ha pensato a pulirle.
Pertanto si richiede innanzitutto un maggiore controllo da parte Vostra, affinchè facciate rispettare le regole della civile educazione e non esitiate a sanzionare tali comportamenti, peraltro nel rispetto delle leggi vigenti.
Aggiungo infine che segnalazioni riguardo al suddetto problema erano già state inoltrate in passato da parte di alcuni residenti di Piazza Marconi.



Alessandria, 10 novembre 2008
Marco Merlani
Per il Comitato Cittadino UDC
Alessandria

venerdì 7 novembre 2008

OTTOBRE

Ottobre. E gli alberi vengono spogliati, di tutto ciò che portano. Ma perché me ne preoccupo? Ottobre. I regni sorgono e i regni cadono. Ma tu vai avanti, sempre più in là.

martedì 28 ottobre 2008

CHE COSA SUCCEDE IN ITALIA?

Gentili lettori, mi permetto di scrivere questa lettera di protesta, per rendere noto di alcuni fatti che io ritengo siano “SINGOLARI” che capitano in Italia, il nostro paese, che dovremmo salvaguardare e difendere, soprattutto dalla invasione degli stranieri.
Bene, è proprio così?, non credo proprio. Cito ad esempio un fatto che in questo periodo accade in provincia di Alessandria.
Un gruppo di ragazzi giovani alquanto “VIVACI” si è permesso di occupare un capannone dimesso nelle vicinanze di una strada statale molto trafficata, per fare un tekno party con musica ad alto volume per tutto il giorno, con spaccio di sostanze stupefacenti alla luce del giorno, senza che nessuno osi avvicinarsi. Mi domando, ma dove sono le forze dell’ordine, quelli che dovrebbero difenderci, sono sulle strade solamente per fare delle multe ai trasgressori del codice della strada quando hanno bisogno di un po’ di soldi per far quadrare il loro bilancio personale?
Questo è solo un fatto, ma ne posso citare anche altri. Per esempio le panchine della nostra città sono imbrattate di scritte di ogni genere, frequentate da personaggi di dubbio gusto, che lasciano alla fine del loro passaggio ogni genere di schifezze per terra. Con buona pace delle persone, la maggior parte anziane, che vorrebbero passare delle ore serene della loro giornata di pensionati proprio su quelle panchine.
Altro fatto che questa volta riguarda l’Italia in generale. Perché noi dobbiamo accogliere quelle persone che arrivano dall’estero con qualsiasi tipo di mezzo (ad esempio gommoni) con la speranza di trovare un lavoro? Forse gli italiani non hanno anche loro bisogno di trovare un lavoro? Glielo dobbiamo lasciare a queste persone per dovere di accoglienza perché facciamo parte dell’Europa? Ditemi voi!
A questo punto mi fermo, perché ho l’impressione di essere stato un pochino polemico e non vorrei essere preso in odio da qualcuno. Saluto tutti e attendo delle risposte, preferibilmente esaurienti. Grazie!

Petruzziello Riccardo
ALESSANDRIA PULITA

Sono voluto andare a vedere la nuova stazione di Alessandria a lavori ultimati e ho passeggiato nei Giardini Pubblici dove anche lì sono terminati i lavori per la pavimentazione. Beh, non nascondo di avere avuto l'impressione di vivere in un'altra città da quella dove ho vissuto fino ad ora.
Ho un sogno! Vorrei che rimanesse per sempre così. E' vero che ci sono alcune cose da migliorare tipo i cartelloni con gli orari dove sotto vi è un cartello che dice che i dati possono essere non attendibili, o che nei giardini pubblici alcuni prati non hanno l'erba perchè sono stati appena seminati. Dettagli, a me piace già così.
Quando mai mi è stato concesso l'onore di non vedere ad Alessandria passeggiare nei giardini pubblici, dove ci dovrebbero andare le persone anziane e le famiglie con bambini dei brutti ceffi, per la maggior parte drogati, che spacciano la droga alla luce del sole, oppure vedere dormire sulle panchine della stazione delle persone (poverine) senza fissa dimora a volte ubriachi perchè purtroppo trovano come unica fonte di sostegno l'alcool che scorre nelle loro vene? Bene, stà succedendo ad Alessandria.
La mia città stà finalmente,piano piano, uscendo dall'incubo dove è vissuta in questi ultimi anni. A chi devo dire grazie? Non saprei dire, ma io dico grazie. Ma ho un sogno! Vorrei che rimanesse per sempre così.

Petruzziello Riccardo

venerdì 17 ottobre 2008

NON BISOGNA FIDARSI NEMMENO DELLE AZIENDE NOTE

Il caso di un consumatore, indotto a cambiare contratto della luce e del gas.
Mesi per ritornare alla precedente situazione.

Il caso riguarda un alessandrino, un pensionato di 78 anni, con moglie e mamma di 100 anni. Al suo campanello l’11 febbraio si presenta un ragazzo “Enel”. Chiede di firmare alcuni moduli per risparmiare sulla bolletta Enel e gas.
Il nome Enel è una garanzia e si fa convincere a firmare, ma visti i modi spicci e una certa dose di prepotenza ci ripensa immediatamente e chiede all’addetto, poi rivelatosi promotore di Enel Energia (una filazione di Enel), di stracciare il tutto. L’addetto mugugnando straccia alcuni fogli, ma dopo tre mesi il pensionato riceve una lettera di Enel Energia in cui si dice che dal 1° luglio avrebbe ricevuto gas per uso domestico da Enel Energia e questo perché l’addetto non ha stracciato tutti i fogli in suo possesso: ne ha tenuto uno che ha consegnato all’azienda.
Il pensionato invia una lettera raccomandata al Garante della concorrenza a difesa del consumatore, per segnalare il caso per una pratica commerciale scorretta: ingannevole e aggressiva.
A giugno finalmente il pensionato riceve comunicazione da Enel Energia di essere stato “liberato” dal problema, ma intanto si deve recare all’Amag a ripristinare il suo vecchio contratto (spesa variabile da 40 a 100 euro). A luglio finalmente arriva una lettera dal Garante del consumatore che avvisa di avere inserito la pratica in una corposa documentazione di casi simili a quelli del pensionato, ma la storia non è ancora terminata, perché a settembre (il 18 per la precisione) arriva a casa un incaricato di Enel Energia per sapere come si sono svolti i fatti e chiede di firmare un foglio in bianco per evitare danni al venditore che, altrimenti, verrà multato da Enel Energia con circa 1500 euro.
Il racconto toccante, dell’addetto è che i venditori vengono “pressati” a fare contratti. Il pensionato non firma e si rivolge all’associazione consumatori Federconsumatori (0131/325150) che consiglia di non firmare nulla e prende atto che il pensionato ha già svolto ogni azione (raccomandata, avviso al Garante) che poteva intraprendere. Ma poiché l’azione ha creato disagi a tutta la famiglia si potrebbe ancora ipotizzare una denuncia per “danni esistenziali”.
Ogni commento è ovviamente inutile. L’attenzione non è mai troppa e vale sempre il consiglio, prima di firmare, di leggere attentamente anche le clausole scritte in formato minuscolo sui contratti. Se poi non si è sicuri, meglio chiedere consiglio a un’associazione consumatori che di questi contratti ne conosce a iosa. Terremo informati i lettori se la vicenda dovesse avere ulteriore seguito.
GUARDIA MEDICA PEDIATRICA PER CURARE I BAMBINI

La richiesta è stata avanzata dopo una serie di proteste di numerose mamme alle prese con i figli malati nei giorni festivi e prefestivi. Una guardia medica pediatrica.
E’ quanto chiede con un ordine del giorno, il consigliere comunale dell’UDC Giovanni Barosini. Al sindaco e alla giunta è stato chiesto di intervenire, adottando gli strumenti più opportuni, presso la Regione e l’Azienda sanitaria locale proprio per fare in modo di istituire una rete di servizi attraverso i quali si realizzi un percorso assistenziale articolato per fare fronte ai bisogni di salute del bambino.
Per portare il problema all’attenzione di tutti Barosini chiama in causa anche la convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, secondo quale lo Stato riconosce l’infanzia come bene sociale da salvaguardare e sul quale investire. “Una città capoluogo di provincia come la nostra, scrive nel suo documento il consigliere dell’UDC, non può ignorare una grave carenza organizzativo-sanitaria che mette in serio pericolo la salute e la vita di un vasto bacino di cittadini indifesi”.
La presa di posizione di Barosini arriva dopo la segnalazione di molte mamme che hanno portato alla luce una serie di problematiche legate alle malattie di figli nei giorni festivi e prefestivi. Non solo l’assenza e l’irreperibilità del pediatra, ma anche pronto soccorso sovraffollato perché nel fine settimana si moltiplicano gli accessi di genitori preoccupati della salute dei propri figli. “Ogni cittadino adulto, spiega in conclusione Barosini, ha il diritto di scegliere un medico di medicina generale tra coloro che sono convenzionati che deve essere reperibile fino alle 20 nei giorni feriali e fino alle 10 nei prefestivi.
Oltre tali orari il cittadino può rivolgersi al servizio di comunità assistenziale o al pronto soccorso per casi urgenti. Negli orari di non reperibilità del pediatra, invece, non esiste un analogo servizio medico specifico di comunità assistenziale riferito ai bambini. Ecco perché mi sembra che non si possa più aspettare e che sia necessario un intervento forte dell’Amministrazione”.
SVILUPPO CULTURALE

E’ trascorso più di un anno, ormai, dall’insediamento di questa amministrazione di centrodestra in Alessandria. Certamente è possibile anzi, doveroso, tracciare un primo indicativo nonché cauto bilancio.
Ebbene, si era partiti con la voglia, anzi la necessità, di modellare una nuova Alessandria; volevamo, e vogliamo fortemente, una città ispirata a valori forti, intensi e partecipati. Stella polare della nostra azione: la persona-cittadino e la famiglia. L’obiettivo è quello di una loro crescita, in senso globale, culturale, etico, oltrechè prettamente materiale. Da subito questa Amministrazione si è impegnata con un’offerta ricca e articolata, sia culturale che socio-educativa, per far uscire dalla nebbia la città e fare brillare di luce nuova la vita culturale alessandrina.
La cultura giammai potrà essere considerata un elemento marginale; occorre allestire grandi spazi per supportare ed integrare la partecipazione alle tante occasioni, come si è fatto per esempio in Cittadella e con il Concorso Ippico. Significative sono le scenografie delle offerte: ambienti storici ed importanti per Alessandria, che offrono un palcoscenico naturale alle iniziative proposte.
La partecipazione alle attività culturali è sinora massiccia e quindi incoraggiante: grande pubblico agli spettacoli teatrali e numerosi visitatori alle varie mostre organizzate. Tutto questo è solo l’inizio, occorre continuare con l’equazione “cultura uguale sviluppo uguale socialità”. La grande progettualità, sin qui dimostrata dall’Amministrazione Fabbio, favorisce lo sviluppo di Alessandria e dà una dimensione nuova alla città, che si inserisce in un programma indirizzato a smuovere il torpore e far emergere Alessandria dal grigiore che spesso l’ha contraddistinta.
Una luce nuova e colorata di cultura che spicca nella nebbia, che pian piano si riduce. Attenzione, con tutto ciò non si devono perdere assolutamente di vista le problematiche che quotidianamente rendono preoccupante e affliggono la vita dei cittadini.
Sicurezza, caro-vita, disoccupazione, problema casa, tutela ambientale. Le sfide da affrontare a muso duro e vincere sono tante, ma la determinazione e la competenza di questa compagine politica sta conducendo a graduali ma significativi risultati. Alessandria sta crescendo e su questo non v’è dubbio. Cittadini e Amministrazione contate pure sull’apporto dell’UDC.


Giovanni Barosini
Capogruppo UDC

MANDIAMOLI A LAVORARE!

MANDIAMOLI A LAVORARE : Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti (ma và?!) un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa Euro 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione é stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO: Euro 19.150,00 AL MESE;

STIPENDIO BASE: circa Euro 9.980,00 al mese;

PORTABORSE: circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare);

RIMBORSO SPESE AFFITTO: circa Euro 2.900,00 al mese;

INDENNITA' DI CARICA: (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00); TUTTI ESENTI DA TASSE
+
TELEFONO CELLULARE: gratis;

TESSERA DEL CINEMA: gratis;

TESSERA TEATRO: gratis;

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA: gratis;

FRANCOBOLLI: gratis;

VIAGGI AEREO NAZIONALI: gratis;

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE: gratis;

PISCINE E PALESTRE: gratis;

FS: gratis;

AEREO DI STATO: gratis;

AMBASCIATE: gratis;

CLINICHE: gratis;

ASSICURAZIONE INFORTUNI: gratis;

ASSICURAZIONE MORTE: gratis;

AUTO BLU CON AUTISTA: gratis;

RISTORANTE: gratis

(nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).

INOLTRE:
Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi ( per ora!!!);

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti),
più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera.
(Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio);



La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.



La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!



Far circolare.......si sta promovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

giovedì 9 ottobre 2008

ALESSANDRIA





Alessandria è situata tra i fiumi Tanaro e Bormida, ai piedi delle colline del Basso Monferrato, ad un'altitudine di 95 metri dal livello del mare. E' un'importante nodo ferroviario e stradale al centro del triangolo industriale Torino - Milano - Genova.



Nel corso del XII secolo, nell'Italia Settentrionale si assiste alla nascita dei primi liberi comuni in cui desideri autonomisti si scontrano con la figura autoritaria dell'imperatore Federico Barbarossa. Alessandria sarebbe stata concepita come fortezza federale architettata dalla Lega Lombarda per contrastare la discesa del Barbarossa in lotta con i comuni del Nord Italia, supportati dal Papa Alessandro III, da cui la città ha preso il nome dopo la sua fondazione, il 3 Maggio 1168.



Storicamente conosciuta come roccaforte militare, grazie alla sua posizione strategica, nel corso dei secoli ha subito l'attenzione di molti condottieri, trovandosi coinvolta anche in conflitti che non la riguardavano. Da Federico Barbarossa a Napoleone, la storia della città è costellata di episodi legati più all'arte militare, che all'arte umanistica. Ne ha risentito lo sviluppo urbanistico che si è mantenuto rigorosamente all'interno dei due fiumi che la cingono.



La Cittadella, il massimo esempio di architettura militare presente in città, sorge sulla riva sinistra del Fiume Tanaro nell'area occupata dall'antico villaggio di Borgoglio. Voluta da Vittorio Amedeo II, fu realizzata su progetto di Ignazio Bertola e completata in seguito da altri architetti. La Cittadella è giunta pressochè intatta ai giorni nostri. Di dimensioni imponenti, ospitava polveriere, magazzini, arsenali, un ospedale e si dimostrò una fortezza difensiva inespugnabile. Oggi, in occasione di alcune feste, viene aperta al pubblico, suscitando sempre un grande interesse.



La città di Alessandria è stata anche teatro di una storica battaglia che ha contribuito a celebrare la gloria di Napoleone. Il 14 Giugno 1800, nella piana di Marengo, alle porte di Alessandria, le truppe napoleoniche sconfissero gli Austriaci. Negli anni recenti, il luogo della battaglia ha assunto fama leggendaria ed è diventato meta di pellegrinaggi da parte di coloro che celebrano ancora oggi il mito napoleonico. La pianura teatro della battaglia ospita la villa sede del Museo della battaglia di Marengo con cimeli, armi, documenti, stampe, pannelli e plastici che ricostruiscono la celebre battaglia.



Il marchio Borsalino è ciò che ha reso Alessandria famosa nel mondo. La storia del cappellificio Borsalino si intreccia fin dai suoi esordi con quello della città. Il suo trasformarsi da impresa artigianale a industria scandisce i tempi della metamorfosi di Alessandria verso l'industrializzazione. Il museo testimonia una manifattura artigianale che è arte e perizia, arricchita dall'esperienza e raffinata col tempo. I cappelli del museo, presentano fogge, qualità del feltro, finizioni che conferiscono robustezza, leggerezza, ingualcibilità e impemeabilità: i segreti della produzione del cappello Borsalino. Il museo comprende i campioni di tutti i cappelli prodotti dallo stabilimento a partire dal 1857.



L'esposizione prpone ai visitatori circa duemila cappelli delle più diverse forme e colori esposti negli storici armadi disegnati da Armando Gardella. Sono stati catalogati e scelti oggetti che hanno segnato le fasi della produzione, con l'intenzione di tutelare la storia, il patrimonio estetico e culturale dell'azienda.



Negli ultimi anni Alessandria, entrando anche a far parte del Circuito Città d'Arte della Pianura Padana, ha preso coscienza delle proprie potenzialità turistiche e dell'interesse espressse dai suoi tesori nascosti, dai suoi siti museali, dalla vie e piazze che hanno impreziosito diverse zone del centro cittadino: si rivela una città ricca di siti architettonici di pregio, di una rete museale di grande interesse e di peculiarità gastronomiche di antica tradizione. Il sistema dei musei civici costituisce un vanto per la vita culurale della città: ne fanno parte il Museo del Cappello Borsalino, le Sale d'Arte, il Teatro delle Scienze, i Percorsi del Museo Civico, il Museo del Fiume, il Museo Etnografico, l'Antiquarium Forum Fulvi, il Museo della Battaglia di Marengo e la sala espositiva Esperide. Sono molte le persone che visitano la città e diverse sono le iniziative atte a promuovere ulteriormente il nostro territorio, sia come meta del turismo di giornata, sia come principale punto di riferimento rispetto alle diverse opportunità turistiche offerte dal territorio della provincia. La quantità e la qualità di eventi culturali sono progressivamente cresciute offrendo ai turisti e ai cittadini diverse occasioni di svago e di divertimento.
ALESSANDRIA

Le origini della città di Alessandria risalgono al 1168 quando attorno al castello di Rovereto, nella zona dove sorge la chiesa di Santa Maria di Castello, viene a formarsi il primo insediamento urbano di un certo rilievo.
In seguito la borgata fu accresciuta dall’arrivo di rifugiati provenienti da Milano a da Tortona; città che erano state conquistate dalle armate dell’imperatore Federico Barbarossa.
Venne a formarsi così una vera città cui fu dato il nome di Alessandria, in onore del papa Alessandro III promotore della Lega Lombarda ed oppositore delle mire espansionistiche del Barbarossa.
Gli abitanti proclamarono dunque la propria autonomia verso l’imperatore, che rispose subito con le armi; infatti il 29 ottobre 1174 un corpo d’armata del Barbarossa si presentò sotto le mura cittadine per intimare la loro resa..
Assalti frontali, scalate alle mura, colpi d’ariete, scavi sotterranei, false promesse e scherni (“Alessandria della Paglia” per via dei tetti fatti poveramente con paglia di frumento), tutto fu tentato contro la città giunta ormai allo stremo delle forze.
Poi, fortunatamente iniziarono forti piogge che fecero straripare il Tanaro e la Bormida, inondando le campagne circostanti e trasformandole in un pantano, ostacolando cos’ i movimenti degli assedianti.
Seguì anche un inverno eccezionalmente rigido e siccome nei dintorni non vi era più nulla da razziare questo provocò tra le forze nemiche molte controversie e defezioni; Barbarossa si vide così costretto al ritiro, dirigendosi verso l’amica città di Pavia.
Purtroppo l’iniziale solidarietà sociale lasciò il posto a lotte intestine, per cui Alessandria cadde successivamente sotto il potere degli Angioini, dei Marchesi di Monferrato, dei Visconti, degli Sforza e per oltre un secolo e mezzo degli spagnoli.
Nel 1707 entrò a fare parte dei domini sabaudi ed in questo periodo furono erette le imponenti fortificazioni che caratterizzarono la città.
Il 14 giugno 1800 gli eserciti francesi e quelli austriaci si scontrarono a Marengo, per disputarsi il controllo dell’Italia settentrionale; qui il genio di Napoleone e l’eroismo del generale Dessaix ottennero una delle più brillanti vittorie della storia, sottraendo così anche Alessandria al dominio austriaco.
Alla caduta di Napoleone questa parte d’Italia tornò ai Savoia divenendo parte del Regno di Sardegna, da allora la città condivise le sofferenze e le aspirazioni dei patrioti italiani; in essa il 10 marzo 1821 Santorre di Santarosa sventolò il tricolore italiano e, nel 1833 essendo stata scoperta una cospirazione della “Giovine Italia” vi fu fucilato Andrea Vochieri.
Con l’aiuto giunto dai patrioti di ogni regione d’Italia, Alessandria durante le guerre per l’indipendenza fu munita di cento cannoni, ancor oggi ricordati dall’omonimo corso.
Nel 1921 per frenare le lotte dei braccianti, scesero in campo le prime squadracce fasciste, finanziate dai latifondisti che vedevano minacciato il proprio potere.
In queste fasi i braccianti giunsero a far morire il bestiame nelle stalle, squadre armate picchiarono braccianti isolati, incendiarono fienili e casolari.
Il 22 agosto 1922 venne bruciata la sede della Camera di Lavoro e rappresentanti socialisti e di altri partiti furono imprigionati; iniziò così il periodo della lotta clandestina che portò poi alla Resistenza antifascista.
SUA ECCELLENZA IL PIEMONTE

A Torino il 19 ottobre al Circolo della Stampa è stata presentata la Guida “Sua Eccellenza il Piemonte. Viaggio attraverso i percorsi enogastronomici piemontesi alla scoperta delle eccellenze della Cooperazione: La pubblicazione, promossa da Fedagri, era già stata presentata a Roma il giugno scorso.
“La nostra associazione rappresenta nella regione una realtà consistente di imprese agricole, ha spiegato il presidente di Fedagri Piemonte Tommaso Mario Abrate, si sfiora infatti la cifra di 25 mila aziende, che sono associate in 216 cooperative, con un fatturato di oltre 655.021.185 euro”. “Garantiamo prodotti sicuri, dalla provenienza garantita e certificata, ha continuato Abrate, espressione del territorio piemontese e capaci di permeare la cultura locale con le loro tradizioni e la loro storia. Non dimentichiamo che il Piemonte è una terra che primeggia per prodotti a denominazione di origine. Questa guida è dunque per noi un importante biglietto da visita”. “Le cooperative hanno anche un altro importante valore aggiunto, ha affermato il presidente di Fedagri Paolo Bruni, nelle aree marginali del nostro territorio, quali le aree montane, garantiscono un’azione di presidio e di contenimento dei rischi idrogeologici e ambientali”.
“Con riferimento al problema attuale dell’aumento dei prezzi, ha aggiunto Bruni, si tenga conto che la materia prima, ad esempio nel caso del pane, incide al massimo per un 9 % sul prezzo del prodotto finito, ed è un dato su cui riflettere. Inoltre si consideri che nelle spese familiari l’alimentazione si aggira attorno al 16 % e questa percentuale non è destinata a crescere. Occorre dunque affrontare mercati nuovi, come quello asiatico, in cui la capacità di spesa della popolazione sta crescendo”. “Il Piemonte è un territorio meraviglioso, ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Mino Tarocco, un traino importante per la commercializzazione e promozione dei nostri prodotti agroalimentari. Ma si tratta anche di un territorio che ha radici e storie antichissime, come questa pubblicazione dimostra. Saluto con piacere questa iniziativa editoriale di Fedagri Confocooperative: progetti come questi rappresentano il volto migliore della cooperazione in Italia, una realtà produttiva fondamentale che la Regione sostiene”.
L’autrice del testo, la giornalista Mariuccia Assola, si è soffermata nella descrizione di alcuni contenuti sui prodotti e sui percorsi di particolare interesse racchiusi nella Guida, che è in distribuzione per tutto il mese di ottobre con la rivista Il Gambero Rosso.

mercoledì 8 ottobre 2008

PIEMONTE, REGIONE D'EUROPA





Tra colli, montagne e laghi, il Piemonte scopre i suoi tesori: paesaggi mozzafiato, edifici che richiudono la grande storia d'Italia, festival e sagre enogastronomiche. Per una regione che non smette mai di stupire.



Una grande regione europea dal passato orgoglioso e dall'affascinante patrimonio ambientale, rivolta al futuro e pronto a cogliere sfide importanti, come quella dei giochi invernali. Porta naturale verso la Francia, il Piemonte occupa, rispetto all'Europa, una posizione di ideale centralità, che deve essere in grado di comunicare e promuovere sfruttando tutte le meraviglie culturali, paesaggistiche, gastronomiche di cui dispone. Il Piemonte è, infatti, palcoscenico ideale per promuovere l'italianità anche all'estero: area montana famosa per la sua natura ma anche per lo sport, questa regione è anche Langhe e Monferrato coi loro prodotti esclusivi, vini, tartufi, carni pregiate, è laghi, dagli scenari malinconici e attraenti allo stesso tempo; è turismo storico, grazie al regno di Casa Savoia e le sue dimore; è spettacolo, come per le iniziative legate all'arte contemporanea, ai grandi festival, alle mostre internazionali. Non dimentichiamo che questa regione ha visto nascere cinema, moda, griffe sportive, grandi spettacoli. Insomma un territorio tutto da scoprire "gustando" le peculiarità di ogni provincia.



Iniziamo dal cuneese, la "provincia granda" che offre un territorio vasto e ricchissimo di bellezze paesaggistiche e storiche. Pur restando al di fuori del circuito olimpionico le montagne delle Alpi marittime offrono impianti sciistici, piste, strutture alberghiere degne di nota, quali la rinomata stazione turistica di Limone Piemonte, sul confine francese, che rappresenta inoltre un facile accesso per la Costa Azzurra attraverso il Col di Tenda. A partire dalla stagione 2005/2006, la "Riserva Bianca" si presenterà con una veste totalmente nuova: dopo essersi vista assegnare i Campionati Mondiali Master di Sci Alpino per il 2007, Limone continua lo sforzo per rilanciarsi come stagione sciistica capace di competere con le migliori realtà dell'arco alpino con nuovi impianti e nuove piste, ma anche puntando sulle nuove tendenze del turismo con una diversificazione dell'offerta dei servizi sia per la stagione invernale che estiva. Non dimentichiamo un accenno sulla comodità d'accesso alla valle, attraverso l'antica via ferroviaria che "buca" le montagne per riaffiorare in Liguria.



Molte altre località del cuneese possono essere menzionate per le loro capacità di rispondere alle esigenze di sportivi e amanti della vera montagna: Artesina, Pratonevoso, Entraque e Valdieri, per lo sci di fondo, la Val Maria e la Val Varaita con magnifiche passeggiate in ogni stagione. Quando si pensa a questa provincia, non si può fare a meno di parlare delle Langhe e delle sue colline. Oltre a magnifici belvedere su vigneti e pioppeti, con la corona delle Alpi innevate in lontananza, le Langhe riservano proposte gastronomiche uniche, sagre. castelli e santuari. Alba è conosciuta per le manifestazioni folkloristiche di grande richiamo: la Giostra delle cento torri, il Palio degli asini, la Sagra Nazionale del Tartufo. Poco distante Ginzane Cavour; questo antico borgo, sede del prestigioso premio letterario, è dominato dal castello, amata residenza di Camillo Benso conte di Cavour, nonchè sede dell'Enoteca regionale Cavour e del Museo etnologico. Bellissimo il Santuario di Vicoforte Mondovì, uno dei più imponenti monumeti del Piemonte, affiancato dal monastero cistercense del XVI secolo.



Spostandoci verso Torino, si trovano tracce delle dimore sabaude tra cui il castello di Racconigi, casa di campagna di Carlo Alberto di Savoia, oggi inserito tra i beni protetti dall'Unesco. D'altra parte, testimonianze dello sfarzo dei Savoia sono riconoscibili in tutta la regioe, con lo stile barocco che trova massima espressione nelle residenze reali attorno al capoluogo: il castello di Venaria, la Versailles sabauda, la palazzina di caccia di Stupingi, alto esempio di architettura juvarriana; nel basso canavese il castello di Agliè. Tornando in provincia di Cuneo il castello di Govone e quello reale di Valcasotto. Impossibile enumerarli tutti: il Barocco accompagna, tra la fine del Cinquecento e per tutto il Settecento, la nascita e lo sviluppo dello stato sabaudo, ritrae l'ascesa di una dinastia, rappresenta e celebra la forza di un ducato, poi regno, che avrà un ruolo fondamentale nella storia italiana. Da qui se ne spiega l'importanza e la diffusione. Ma sono ancora intatti anche numerosi esempi di architettura medioevale: l'abbazia di Staffarda, vicino a Saluzzo, è un opera dal grande valore artistico per la sua equilibrata commistione di stile romano-gotico e per essere stata una pagina importante della storia dei monaci cistercensi. La storia piemontese brulica di castelli e chiese, cosicchè anche la provincia di Asti presenta i suoi gioielli: l'abbazia di Santa Maria di Vezzolano è uno di questi; complesso abbaziale di potere strategico durante il Medioevo, è legato alla leggenda che vede Carlo Magno come protagonista della sua fondazione, voluta in seguito alla sua guarigione dall'epilessia per intercessione della Madonna. Tra una visita e l'altra, le provincie di Asti e Alessandria non smettono di sorprendere per le ricchezze delle loro terre: come non menzionare Acqui Terme, rinomata località del Monferrato meridionale, famosa per il centro termale e per le sue specialità enogastronomiche (in particolare gli amaretti e i caratteristici baci acquesi, i tartufi e funghi da gustare in autunno con gli otiimi vini rossi locali e per il festival nazionale di danza. Da non perdere, a poca distanza dalla Basilica della cittadina, la Bollente, elegante edicola ottocentesca da cui scorga acqua a 70-75°C.



Anche Casale Monferrato conserva importanti monumenti medioevali, romantici e gotici: il Duomo, la chiesa barocca di San Filippo Neri, Palazzo del Municipio, la Sinagoga ebraica, costruita nel 1595 e radicalmente ristrutturata nel 1857-66, sede del Museo Isrealitico.



Dopo l'alternarsi di pendii e alture tondeggianti tra Langhe e Monferrato, ecco che si arriva in pianura. A valle di Casale Monferrato si estende un tratto del Parco fluviale del Po che qui si esprime nel suo volto più naturale e selvaggio, con ghiareti, isole e lanche che favoriscono la presenza di rare specie faunistiche, gli aironi prima di tutti. Nella prima parte del parco, invece, allontanandosi dal confine lombardo, il paesaggio è caratterizzato dall'intervallarsi di colline e risaie che, su sponde opposte, offrono spettacoli di rara bellezza. Le risaie sono, infatti, la peculiarità dell'area vercellese, zona interessante sia dal punto di vista naturalistico che artistico.



La Valsesia ospita due Sacri Monti: il Sacro Monte di Sant'Anna di Montrignone nei pressi di Borgosesiae, un pò più a nord, il più famoso dei Sacri Monti, la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Varallo. La storia dei Sacri Monti iniziò più di cinquecento anni fa, quando, nel 1491, giunse a compimento la prima cappella del Sacro Monte di Varallo, il più antico: la montagna, come luogo fisico, si avvicina al cielo e favorisce il rapporto fra umano e divino. Infatti, il Sacro Monte fu inteso come luogo idoneo a riproporre l'esperienza ascetica di San Francesco qando si ritirò sulla Verna in contemplazione della Passione di Cristo. Una fitta rete di Sacri Monti si sviluppò in molti paesi europei introducendo nuovi temi devozionali. Il Piemonte annovera dodici Sacri Monti, sei dei quali sono stati istituiti a parco o riserva naturale al fine di garantirne la salvaguardia e di contribuire al loro rilancio.



Un paesaggio che riposa lo sguardo, un'oasi di pace che incanta: questa la prima impressione quando si arriva sul Lago Maggiore, il più grande della regione. Questo, insieme al Lago d'Orta, è da sempre meta di turismo colto e raffinato, attratto dalla ricca vegetazione, dai tesori artistici, dalla cornice delle montagne e da quel romanticismo costituito dalle isole. Sull'Isola Madre, alla fine del 1500, Carlo Emanuele I di Savoia fece costruire la splendida Villa Borromeo, con giardini a terrazze incantevoli. Il clima mite favorisce tuttora la sopravvivenza di specie subtropicali, come il cipresso di Kashmir, alto trenta metri, camelie rosa ciclamino e rosa pallido, palmeti, mirti, agrumi, tra i quali vivono fagiani cinesi e pavoni bianchi. Altrettanto sontuosi i giardini dell'Isola Bella, in stile barocco, in cui l'esotismo della vegetazione (compare l'albero del tamarindo, del caffè, il banano, il fiore di loto, il papiro egiziano) e gli ampi spazi verdi sono arricchiti da giochi d'acqua, scalinate, arcate, statue. Sulla sponda occidentale del lago, a Pallanza, si possono visitare i giardini delle eleganti ville fatte costruire a partire dall'Ottocento dalle nobili e borghesi famiglie milanesi e novaresi: Villa San Remigio, che ospitò anche Gabriele D'Annunzio, e Villa Taranto, acquistata nel 1931 dallo scozzese Neil Boyd McEacham, artiere della regina d'Inghilterra, da lui trasformata in uno dei più grandi e curati giardini all'inglese d'Italia. Ed infine, sul lungolago di Stresa, si affaccia a Villa Pllavicino, che ospita 40 specie di mammiferi e uccelli esotici che volano liberi su un territorio di circa 15 ettari. Tutta la zona dei laghi del novarese e del Verbano Cusio Ossola diventa teatro naturale per eventi internazionali di musica e danza: a Stresa, la musica classica è protagonista con le Settimane musicali di Stresa, sotto la direzione artistica di Gianandrea Noseda; sulle rive del Lago d'Orta, il Festival cusano di musica antica emoziona a metà giugno. Nei giardini e nelle dimore storiche della provincia di Verbania e Novara per la danza si tiene il Festival dei Laghi, che ha premiato Carla Fracci, Oriella Dorella, Luciana Savignano.



Più a occidente, anche il lago meno noto di Viverone offre bellezze tutte da scoprire. Lasciatevi rapire dall'incanto di una passeggiata lungo le rive verdeggianti o dal piacere di una gita in barca. Oppure sfruttate le tante opportunità di sport: vela e windsurf, equitazioe e golf, trkking e mountain bike, deltaplano e parapendio dalle montagne circostanti. Qui ritroviamo altri famosi Sacri Monti, tra cui il Sacro Monte di Oropa, che richiama ogni anno grandi masse di pellegrini e devoti di Sant'Eusebio, vescovo martire di Vercelli del IV sec. d.C. Siamo in provincia di Biella, patria della lana e dei filati.



Nel capoluogo, tappa d'obbligo è la "Fondazione Cittadellarte", un imponente di archeologia industriale dotato di parco e cortile con déhors. Troneggiano i più significativi reperti di arte contemporanea, in particolare dell'Arte Povera. L'area espositiva è posta su più piani, ed una menzione speciale va all'ultima sala in "piccionaia", con igloo-concept realizzati nei materiali più vari. Nel loggiato superiore collaborano studenti e giovani artisti coordinati dallo stesso Michelangelo Pistoletto, che, con la moglie e alcuni fidi collaboratori, sviluppa nuclei progettuali in raccordo con il dualismo arte-impresa. Per chi non ama i luoghi chiusi, ma vuol comunque gustare sensorialmente l'arte, da oltre vent'anni esiste il "Macam" di Maglione, "Museo all'Aperto". Tra i più interessanti work in progress contemporanei. Ogni anno artisti di notorietà internazionale aggiungono i loro contributi creativi alla collezione, che è patrimonio fruibile da tutti i visitatori del luogo. Siamo ora in un'area geografica di grande interesse scientifico: l'anfiteatro morenico d'Ivrea, nel territorio canavesano, una struttura geologica originata durante le fasi di glaciazione del Pleistocene che ci ha lasciato i suoi minerali e le sue forme uniche in Europa.



Ma la maggiore attrazione turistica di Ivrea, cittadina posta proprio all'ingresso della Val d'Aosta, è il carnevale con la storica battaglia delle arance, momento fondamentale per la collettività eporediese. E da qui, ecco i svettanti massicci del Monte Rosa e del Gran Paradiso. Luoghi di alpinismo per eccellenza, le località montane oggi offrono moderne attrezzature e accoglienza per tutti i gusti. Dallo sci in ogni sua disciplina alle passeggiate e ai trekking, agli sport di acqua e di aria.



Il Parco del Gran Paradiso, che si estende per 70.000 ettari di territorio protetto, ospita flora e fauna rigogliose: castagni, faggi, larici, ma anche pascoli alpini fioriti. Il re di questo paradiso, tutelato e protetto, è lo stambecco, cacciato per l'ultima volta da Vittorio Emanuele III nel 1913. Accanto a questa specie vivono camosci, cervi, caprioli, marmotte. Molti di questi animali selvatici si possono osservare al Gran Piano di Nasca, che si raggiunge dal Colle del Nivolet, tra prati verdi fitti di eriofori e corsi d'acqua. Tornando verso Torino, ancora un tuffo nel passato coi castelli di Mazzè e il castello della famiglia Valperga a Masino: questi edifici meritano una sosta, anche solo per ammirare l'affascinante anfiteatro della Serra morenica.



Si conclude qui il nostro tour ideale in giro per il Piemonte alla scoperta di luoghi, tradizioni, peculiarità che rendono questa regione unica, aperta al turismo internazionale e ricca di opportunità suggestive e sorprendenti.
TRA LE ANTICHE COLLINE RICCHE DI VIGNETI





Un territorio ricco e suggestivo, che ospita migliaia di ettari coltivati a vigneto. Il Roero, tra Langhe e Monferrato, si può definire la terra del vino. In questo luogo vengono coltivati Arneis e Nebbiolo, Barbera, Bonarda, Favorita e Brachetto. E proprio qui è nata l'Enoteca Regionale del Roero, che rappresenta l'intera produzione dei vini della zona e offre ai visitatori vendita e degustazione di etichette selezionatissime.



La vite e il vino, sulle colline del Roero, sono cultura, passione e orgoglio contadini, da sempre. Lo dimostrano gli archivi, l'arte, il paesaggio, l'architettura delle case agricole, la cultura materiale e la quotidianità di queste colline. Il territorio del Roeroè un territorio omogeneo, compreso tra il corso del Tanaro e le province di Asti e Torino: si trova quindi tra Langhe e Monferrato, nel cuore delle colline del vino. Qui il territorio presenta caratteri geomorfoligi omogenei e un'identità culturale derivata da forti momenti di aggregazione e di coesione storica. Il Roero, che deve il nome ai Signori che ne ebbero per molto tempo il dominio, è una piccola regione compresa in un approssimativo quadrato tra Alba, Bra, Sommariva Bosco e Govone. E' una regione collinare, ricoperta da prati, vigne, rigogliosi pescheti, boschi di castagne e campi rossi di fragole. Lungo la dorsale delle colline da Pocapaglia a Montà ci sono le "rocche", fosse profonde e affilate che tagliano nel vivo la collina, mettendone a nudo le stratificazioni del terreno.



Questo itinerario si svolge lungo una serie di splendidi paesi arroccati sulle colline, ognuno dei quali ospita ancora un castello o una fortezza oppure una rocca: un viaggio immerso nell'atmosfera del passato, verso splendide costruzioni, ma anche verso ruderi sgretolati dal tempo. Paesaggisticamente, il Roero presente due volti, corrispondenti alla diversa natura geologica dei suoli; a dividerli è la selvaggia frattura delle rocche, che attraversano tutto il territorio, da Bra a Cisterna d'Asti; i versanti collinari confluenti del bacino del Tanaro, sono il regno della viticoltura e della frutticoltura. Particolarmente suggestivo risulta il paesaggio viticolo: tanti piccoli vigneti, rigorosamente di collina, come tessere di un mosaico disegnano di regolari geometrie i versanti collinari rivolti al sole.



Il Roero è un territorio che negli ultimi anni ha rafforzato la sua immagine puntando su un rapporto sinergico tra la bellezza del paesaggio e la bontà dei suoi prodottie, tra questi, i vini. E su questo territorio, con questa storia e questa passione, si è costituita l'Enoteca Regionale del Roero, ossia una società consortile a responsabilità limitata di cui sono soci i comuni di Canale, Baldissero, Castagnito, Castellinaldo, Cisterna, Corneliano, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello, Piobesi, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria, Santo Stefano Roero, Sommariva Perno, Vezza, Alba, Bra. Tra i molti vitigni coltivati nella zona, Arneis e Nebbiolo sono di gran lunga i più diffusi, e poi Barbera, Bonarda, Favorita e Brachetto. Se nel Roero sono circa 2200 gli ettari coltivati D.O.C. si può ritenere che la superfice complessiva coltivata si attesti intorno ai 3500 ettari: sono spesso vigneti ubicati in posizioni assai irte, ripide, tali da rendere gravoso e sofferto il lavoro dei viticoltori. Tra i tanti eccellenti vini che si producono, sono due "grandissimi" a dominare la scena, caratterizzando profondamente l'immagine enoica di questo territorio: il Roero ed il Roero Arneis. Dal colore rosso rubino, brillante nella sua prima giovinezza, dai profumi che ricordano la viola, il lampone, la pesca e dal gusto secco, nervoso, il Roero D.O.C.G. si pone quale vino a tutto pasto, interessante per la sua innata versatilità. Finezza, eleganza e delicatezza: queste le caratteristiche che le sabbiose terre del Roero donano ai loro vini che si presentano da subito interessanti, ma con grandi e armonici bouquet da sviluppare con l'invecchiamento. Il profumo è intenso, pulito, con note di ciliegia marasca, ribes nero, mora e sensazioni retro olfattive di fieno e pepe. Il sapore è caldo, asciutto, con nota vanigliata appena accennata; ricordo di tabacco e cuoio. La sensazione tannica è in leggero esubero, con finale di marmellata di lamponi. Il Roero Arneis D.O.C.G. è invece un vino bianco secco dal colore giallo paglierino, con riflessi verdolini o dorati; dal profumo tenue e delicato, complesso, invitante e seducente con sentori di fiori ben armonizzati con sensazioni de frutta fresca. Il gusto è piacevolmente secco con vena delicatamente acidula, che dà freschezza e persistenza gradevole e un ottimo retrogusto leggermente amarognolo. Al 1303 risale la più antica citazione del Nebbiolo, e l'Arneis forma toponimo già nel 1400 mentre la Favorita compare con segnalazioni di vinificazioni in purezza nel 1617. L'Enoteca Regionale del Roero rappresenta l'intera produzione dei vini del Roero e in essa sono presenti le aziende che hanno titolo ad effettuare le operazioni di vinificazione, produzione e imbottigliamento dei vini Doc e Docg della zona medesima e anche i vini diversi dai precedenti purchè derivanti da uve prodotte nel territorio del Roero.



L'Enoteca ha trovato sede a Canale, nell'ex Asilo Infantile Regina Margherita, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato. Insediata in ambiente raffinato e luminoso, in una storica dimora del centro di Canale, questa Enoteca è sicuramente un prezioso biglietto da visita per i vini di oltre un centinaio di aziende "roerine". Quindi, vien dato adeguato spazio ai più tipici Roero ottenuti dall'uva nebbiolo ma ci sono posti in vetrina anche per gli eleganti bianchi Roero Arneis e Langhe Favorita. Non mancano l'invitante Bonarda, il Brachetto e il Castellinardo, pregiata sottozona del Barbera. Varcato il cancello, su cui spicca il caratteristico stemma dei Roero, attraversato l'ampio cortile si giunge all'ingresso della struttura che al pian terreno ospita le strutture espositive, di informazione e pubbliche relazioni, oltre agli uffici; la cantina di conservazione e l'ampia sala di esposizione e di degustazione; una grande sala per le conferenze, la segreteria e l'ufficio turistico. Al piano superiore si apre l'elegante Ristorante "All'Enoteca", che dispone di due sale. Qui in un ambiente curato e discreto, l'offerta della tradizionale cucina piemontese, proposta con estro e creatività e dei vini rigorosamente selezionati, si esprime ai massimi livelli di raffinata qualità. Attualmente sono presenti in Enoteca i vini provenienti da circa 100 aziende, che sono stati selezionati da una Commissione di degustazione. Questa commissione permanente di degustazione garantisce e assicura, con la sua opera di assaggio i caratteri di tipicità e la qualità dei vini ammessi e successivamente offerti in degustazione ai visitatori.



Attualmente sono a disposizione per degustazione e vendita i vini Roero Docg, Nebbiolo d'Alba, Barbera d'Alba, Bonarda, Roero Arneis Docg, Favorita, Passito di Arneis. L'Enoteca Regionale del Roero, previa prenotazione, allestisce inoltre degustazioni guidate dei propri prodotti anche per i gruppi turistici di circa 20/30 persone. Qui all'Enoteca ci sono tutti i presupposti per creare un ambiente piacevole, discreto e raffinato, dove l'attenta proposta dei piatti della tradizionale cucina piemontese e la selezione rigorosa dei vini, tutti di ottima qualità, rende la sosta piacevole ed estremamente appagante per il visitatore.