sabato 6 dicembre 2008

Vorrei essere un bambino, che scavalca un vecchio muro e si ritrova in faccia il mare.
Vorrei essere un gradino, dove inciampa un impostore e si riposa un muratore.
Vorrei essere pioggia, per bagnare il deserto.
Vorrei essere il buio, rispuntare all’aperto.

Vorrei esser un amante, che scatena un temporale, per sentirsi dire amore.
Vorrei esser l’elefante, che ha pazienza, che ha memoria e schiaccia chi gli fa del male.
Fermerei il mio cuore, per sapere finalmente, chi ama solo a parole e per chi sono importante.

Io vorrei fantasia, libertà, mondi soli che si uniscono.
Io vorrei questa felicità, che non sia solamente mia.
Io vorrei mille amici per casa e una donna quando vanno via.
Ma ora basta parlare d’amore, rimbocchiamoci le maniche.
Per esempio vorrei, rimanere me stesso.
E a piccoli passi, far di meglio vorrei.

Vorrei essere una bomba, che non scoppia sulla gente, ma fa solo un buco in cielo, per tirare giù quel dio, dal suo celeste continente e ricordargli che ci siamo.
Vorrei essere un uomo, che ha soltanto una faccia.
Vorrei essere il sole, se la luna mi abbraccia.

Io vorrei una vita più vita, pane e vino senza lacrime.
I miei vecchi abbronzati e felici e vederli sempre giovani.
E una banda chiassosa per strada, che ci dica che è domenica.
E vorrei, io vorrei, si vorrei, non difenderci ma vivere.
E alla fine del viaggio, quando il tempo è scaduto.
Vorrei andare a dormire, dove io sono nato.
Per quelli che si svegliano, più presto del mattino, a pesca nell’atlantico, o per aprire un bar. Sia tenera la notte, a seminarvi il cuore, a sciogliere nel latte, un dito di allegria. Per chi coltiva gli alberi, e per chi guida i treni, per quelli che si cercano, senza trovarsi mai, per chi sta sempre in casa, ad allevare il mondo, qualcuno attacchi un filo di felicità.

Per chi merita di più, quest’anno sia gentile, per chi suona, e per chi fa le stanze negli hotel, per chi ha fretta e se ne va, per chi oggi nascerà e per me. Per quelli che trasmettono, per chi non sa parlare, per chi farà chilometri, e per chi aspetterà. Sia tenero il tramonto, a riposarvi il cuore, e che la radio dica che non pioverà.

Per chi merita di più, per chi ha vent’anni e un giorno, per chi pensa ai primi amori di vent’anni fa, possa il tempo a darci tempo di volare piano. Per chi siede su un domani che non si sa mai, per chi è grande e non lo sa, per chi oggi nascerà, e per te.

Per te che sai combattere, per te che hai capito, per te che ti desidero, per te dovunque sei.
Vita, nella vita c’è un destino sempre, e nessuno nasce mai per niente.
Vivere è il mestiere dei perché, ma è il più bello che c’è.

Vita, questa vita è un girotondo sempre, giorno dopo giorno ci sorprende, cambia itinerario ai sogni e poi, noi cambiamo con lei.
E inseguiamo le stelle, senza prenderle mai, ma fa parte di noi.

La Luna conosce a memoria la vita che va, e riesce a vedere domani che cosa sarà, per sapere di noi, domandiamolo a lei.
Vita, questa vita dura e a volte amara, chi è diverso spesso fa paura a chi guarda solo la realtà, e sognare non sa.

Ma chi và con il cuore, può fidarsi di se e restare com’è.
La Luna dal tetto del mondo per mille stagioni, ha visto nel bene e nel male, cambiare i confini.

E i nemici di ieri che diventano eroi.
La Luna conosce a memoria la vita che va, e riesce a vedere domani che cosa sarà, per saper di noi, domandiamolo a lei, domandiamolo a lei.
Vivrò con la faccia che tu amavi coi miei giochi sempre nuovi, col difetto di sognare. Lo so che ho imparato a dirti amore quando ormai c’era da andare, dove vado è da scoprire ma vivrò per questa vita così nostra e andata in fumo perché tu che hai tempo non lo butti via.

Rivivrò per non morire perché è stupido e indecente ricomincerò da niente e lo farò ma giuro che vivrò e lo devo a te e basta alla tua armonia che ho disfatto da egoista e vivrò di più, col mio problema che, non vivrò con te. Vivrò, più del matto che ricordi, mi hanno fatto fare tardi, ma vivrò per ricordarti.

Vivrò, con la fronte verso il mare e le spalle alla montagna, come chi sta per partire. La lavagna del mio cuore ha il tuo ultimo messaggio. Sogni d’oro amore mio e fai buon viaggio.

Io vivrò perché son nato e c’è sempre un’altra forza per sfondare un’altra porta dove ci sei tu. Non m’inventerò niente più di quel che è vero non mi spaccherò più il cuore contro il muro e farò di più, per la stima che ho di me.

Io vivrò con te! E dirò di più: dovunque io vivrò, io ti avrò con me.

mercoledì 3 dicembre 2008

BASILE - IL DOVERE del lavoro il DIRITTO alla retribuzione

E storia di questi giorni l’improvvisa protesta dei dipendenti della cooperativa “IL QUADRIFOGLIO” che ha in gestione, per conto del CISSACA, la casa di riposo comunale BASILE.
Il perché di questa protesta è molto semplice. Il CISSACA ormai da molto tempo non paga più le prestazioni alla cooperativa e di conseguenza la stessa ha comunicato hai suoi dipendenti che non ha più fondi per pagare gli stipendi.Giustamente preoccupati da tale affermazione i dipendenti si sono mossi in massa verso il Comune per chiedere spiegazioni e soprattutto per tutelare il proprio stipendio e il proprio posto di lavoro.
La prima osservazione che passa per la mente è che un Ente gestito dal Comune non può e non deve mettere a rischio il lavoro di circa una sessantina di persone. Questo comportamento non ha scusanti di nessun tipo perché, per una pubblica amministrazione, essere insolvente autorizzerebbe a non pagare le tasse ai cittadini in quanto se le tasse come le bollette sono priorità per una famiglia, pagare le aziende che offrono un servizio per la pubblica amministrazione creando posti di lavoro lo dovrebbe essere per il Comune. Il perché questo non accade è rilevante ai fini politici ma trascurabile per i lavoratori che devono comunque ricevere quello che gli spetta al di là del “di chi è la colpa?”. Altro aspetto . Alcuni imprecisati sindacalisti, rivolgendosi agli stessi lavoratori hanno sentenziato: “ Se andate a protestare al Comune fate il gioco della cooperativa….!!???”. Il sindacato DEVE tutelare i diritti dei lavoratori che non fanno gli interessi di nessuno ma solo i propri andando a chiedere ciò che gli spetta per le prestazioni fornite.Il sindacato DEVE stare a fianco dei lavoratori e assicurargli il dovuto ed il posto di lavoro e non immischiarsi di chi deve a chi .La politica la lascino ai politici, tornino a difendere i lavoratori e basta, senza nascondere niente a chi paga una tessera per essere tutelato .Oggi di questo hanno bisogno i lavoratori e quindi sindacato , amministrazione comunale e quant’ altri facciano parte di questa partita ottemperino a quello per cui sono preposti tutela e benessere dei lavoratori e dei cittadini ognuno nel proprio ruolo ma con un'unica finalità che questo Natale sia buono anche per sessanta famiglie di gente onesta che lavora e paga le tasse.
Marco Travaino
Segreteria Cittadina UDC
il Forum Giacobbe: «L’esecutivo ascolti anche la nostra voce Comprendiamo le difficoltà, ma le politiche familiari sono ben altra cosa rispetto alle misure annunciate» intervista «Siamo delusi, il governo ascolti le famiglie» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI P arte oggi una lettera del Forum delle associazioni familiari, per chiedere un incontro al governo sulle misure annunciate per la crisi economica. Lo riferisce il presidente Giovanni Giacobbe. « Si parla di interventi per le famiglie – spiega – ma a nessuno è venuto in mente di concordare questi interventi con le famiglie. Tant’è vero che lunedì, all’incontro col governo, le famiglie e il Forum che le rappresenta non c’erano. E questo è un fatto grave » . Il governo dice che deve tener conto della crisi dell’economia in atto. Certo, ci rendiamo conto della difficoltà che l’esecutivo deve fronteggiare, e direttamente o indirettamente ogni provvedimento che può dare un beneficio alle famiglie italiane, specie a quelle particolarmente povere, non può che essere valutato positivamente. Ma con altrettanta obiettività di giudizio dobbiamo dire, nonostante manchino ancora elementi specifici e per valutare compiutamente i provvedimenti annunciati, che questa non è una politica per la famiglia. Sono provvedimenti di natura prevalentemente assistenziale, che vanno apprezzati per quello che sono, ma non configurano quella politica per la famiglia, che il Forum ha perseguito prima con il Family day e poi con la raccolta di un milione e duecentomila firme per ' un fisco a dimensione di famiglia'. Ciò non toglie che valutiamo positivamente l’aiuto comunque dato ai nuclei più poveri con più figli. Come considerate l’entità delle misure? Si tratta di interventi modestissimi e rivolti ad un target limitato se è vero, ad esempio, che si rivolgono a famiglie dai redditi estremamente bassi. Voi invece che cosa volete? Manca purtroppo quel carattere strutturale che da tempo chiediamo. Sembrano misure limitate nella durata, destinate a tamponare delle situazioni di gravissimo disagio. Una politica per la famiglia è una cosa totalmente diversa. Ad esempio: annullare l’iniquità comportata dal fatto che le famiglie pagano tasse che non dovrebbero pagare. In che senso? La nostra posizione è su questo punto ben nota: il costo del mantenimento, dell’educazione dei figli che sono imposti dalla costituzione ( art. 30- 31), non è un fatto privato, è un fatto sociale. Ci lamentiamo spesso che l’educazione è carente, ma poi non si riconosce a livello fiscale il compito svolto a questo riguardo dalla famiglia. E i principi costituzionali non comportano solo una politica fiscale, ma anche quella della conciliazione tra lavoro e doveri familiari soprattutto nelle grandi città, dove i tempi di movimento dal domicilio al luogo dove si esercita la propria professione assorbono una parte rilevante della giornata. Tutto questo chiede una svolta culturale che incida anche sull’organizzazione del lavoro. E il quoziente familiare? A questo proposito si può rilevare che un elemento interessante nelle misure annunciate è che il tetto di reddito viene, anche se timidamente, parametrato al numero dei familiari a carico, introducendo così un criterio fondamentale per le politiche familiari. Perché non fare un ulteriore passo in avanti utilizzando, per fissare quei tetti di reddito, non criteri fantasiosi ed indefiniti ma il quoziente familiare, spesso invocato da più parti? Comunque chiedere una rivoluzione culturale in tempi di crisi non è un po’ troppo utopistico? Guardi, da una rivoluzione culturale che metta al centro la famiglia ne guadagnerebbe anche la ripresa economica. Comunque il Forum ha una posizione responsabile e non velleitaria. Non abbiamo chiesto il quoziente familiare subito, ma abbiamo avanzato delle proposte graduali che avrebbero, però, comportato quella svolta culturale in favore della famiglia di cui da tempo c’è bisogno. Per questo siamo pronti a confrontarci costruttivamente con l’esecutivo, che si dichiara pronto a raccogliere i ' consigli di tutti'. In che modo il vostro consiglio può essere utile in questo momento? Crediamo che trattandosi di sostegni alle famiglie il contributo del Forum, che di famiglie ne rappresenta quasi quattro milioni, debba essere considerato indispensabile. In questo senso chiediamo formalmente al presidente Berlusconi, al sottosegretario Letta ed al ministro Tremonti di essere ricevuti, insieme alle altre parti sociali, prima del prossimo Consiglio dei ministri che dovrà definire ed approvare queste misure. «Positivi gli aiuti ai più poveri, ma si tratta di interventi modesti e per un target limitato. E poi perché non introdurre la logica del quoziente nel definire i limiti di reddito per i benefici?»
Lasciamo perdere gli slogan lanciati contro la riforma Gelmini sulla scuola, e
in particolare sulle classi ponte che vedono schierati sullo stesso fronte
Bossi e Berlusconi.
Il fatto è che continuare nel solito schema, di matrice
leghista, a cui si è legata però anche la Gelmini, per cui la ghettizzazione
degli immigrati è cosa buona e giusta, spolverando apartheid e classi ghetto,
spaccaindoli per "problema didattico", è qualcosa che non ha né capo né coda in
un Paese che si dichiara democratico.
"Una proposta vergognosa", così l'ha
definita Pierferdinando Casini, e non c'è nessuna ragione al mondo per cui
anch'io, in qualità di segretario dell'UDC alessandrina ma anche di privato
cittadino, non mi dichiari assolutamente d'accordo con quella dichiarazione.

Comprendo Maroni che deve reggere il moccolo a Bossi per cui qualunque sua
dichiarazione assume quasi l'aspetto di una verità insindacabile, se non
addirittura dogmatica, ma che si muovano sulla stessa linea anche politici che
per un verso si dichiarano profondamente convinti e consapevoli della necessità
di integrare gli stranieri, soprattutto i più piccoli, e dall'altra accettano
senza battere ciglio quella che è una vera e propria segregazione razziale,
perdonatemi ma proprio non riesco ad accettarlo.
Apartheid; non esiste termine
più appropriato per definire una legge balorda come quella che Berlusconi,
Bossi, Maroni hanno concepito e che la Gelmini sta tentando di applicare
pedestremente.
Possibile non ci si renda conto che il modo più rapido per
imparare una lingua, qualunque lingua, è quella che un termine inglese
definisce "full immersion".
Un metodo utilizzato da tutti coloro che decidono
di imparare o approfondire una lingua, e per far ciò si "immergono" in toto
nell'ambiente più indicato, vale a dire, il luogo dove quella lingua è
praticata quotidianamente.
I risultati migliori - registra Famiglia Cristiana -
si ottengono con classi ordinarie e con ore settimanali di insegnamento della
lingua. In Italia questo, in parte, avviene. Lo prevedono le "Linee guida"
(2006) dell’allora ministro Moratti per l’accoglienza degli alunni immigrati,
approvate anche dalla Lega.
Non solo, lo stesso giornale ricorda l'esistenza di
un progetto che prevede un finanziamento di 5 milioni di euro per insegnare tre
diversi livelli di lingua italiana concludendo che "il Governo potrebbe
rispolverarlo e far cadere (per amor di patria) la prima "mozione razziale"
approvata dal Parlamento italiano".
E non è finita, è previsto che con la
lingua italiana i bambini stranieri debbano apprendere anche il «rispetto di
tradizioni territoriali e regionali», della «diversità morale e della cultura
religiosa del Paese accogliente», il «sostegno alla vita democratica» e la
«comprensione dei diritti e dei doveri».
Domanda: vogliamo scommettere che se
quelle stesse domande le rivolgiamo ad un bambino italiano delle elementari lo
mettiamo fortemente in crisi? Innanzi tutto perché se di origine siciliana ma
residente a Torino per motivi di lavoro, delle tradizioni territoriali e
regionali torinesi non gliene può fregar di meno. Le apprenderà, certo, ma con
il tempo e vivendo "full immersion" fra i torinesi, i milanesi, eccetera.
La stessa cosa vale per i bambini che arrivano in Italia da altri Paesi, se li si
vuole integrare veramente, e non solo a parole, si attivino quei corsi
aggiuntivi per l'insegnamento della lingua italiana citati in precedenza e la
si smetta di trovare soluzioni prevaricatrici e impraticabili nei confronti di
bambini che si trovano in Italia perché i loro genitori sono quì solo per
lavorare.
Sempre che la Lega non abbia intenzione, prossimamente, di imporre a
Berlusconi & C. l'approvazione di qualche altra norma in favore della purezza
della razza, perché la strada è quella, la storia insegna, anche se non a tutti
evidentemenete
CI SALVI CHI PUO': IN DUE ANNI 900 MILA DISOCCUPATI IN PIU'

Allarme della Cisl. L'economista Boeri: “I precari, vera emergenza; 305 mila contratti scadono già a dicembre. Il decreto anticrisi? Un'aspirina”.
L'allarme arriva dal Rapporto annuale sull'industria della Cisl. Nei prossimi due anni, nell'industria manifatturiera e delle costruzioni, sono a rischio 900 mila posti di lavoro. Ma già nei primi 10 mesi del 2008 sono stati 179.552 i lavoratori coinvolti in crisi o ristrutturazioni aziendali. Ben più dei 20 – 25 mila previsti a giugno.
“La recessione è più grave del previsto: i sintomi di un peggioramento della congiuntura c'erano già prima dell'estate poi la crisi internazionale ha accelerato i processi. Ma la vera emergenza sono i precari, privi di protezioni sociali”, spiega l'economista Tito Boeri che, insieme a Pietro Garibaldi, si è occupato di precariato per Chiarelettere, in un nuovo contratto per tutti.
Lo stesso rapporto Cisl esclude dai calcoli sul 2008, “perchè di difficile stima” i lavoratori interinali e con contratto a termine, cui non è stato rinnovato il contratto. Ancora Boeri: “Entro fine anno scadranno 305 mila contratti nel privato ma le misure del decreto anticrisi del governo sono un'aspirina per chi ha la polmonite, perchè il bonus per i precari ha requisiti di accesso troppo limitati. Ne potrà usufruire meno del 10% di chi non ha un posto fisso e fornirà, secondo le nostre stime, circa 800 euro: sui 12 mesi di disoccupazione cui questi lavoratori vanno incontro in media, sono circa 60 euro al mese”.
Contro la crisi, la Cisl si rivolge alla Ue chiedendo, tra l'altro, più “pragmatrismo e flessibilità” nel valutare sforamenti e tempi di recupero dei parametri di Maastricht sul rapporto deficit/Pil. “Ma l'Italia, conclude Boeri, deve variare misure a sostegno della domanda: sgravi fiscali e sussidi di disoccupazione per i precari. Interventi per le imprese? Se sgravi le tasse sul lavoro, il beneficio è per il lavoro stesso”.
Il Pacchetto
anti-crisi del Governo







A cura di:

Dipartimento Economico Unione di Centro
On. Gian Luca Galletti

Con la collaborazione di:
Francesco Lucà
Antimo Sambucci

Il Governo ha varato un pacchetto di misure che nelle intenzioni mira a contrastare la crisi finanziaria, ridare potere reale d’acquisto alle famiglie, sostenere lo sviluppo delle imprese e dare un impulso alle opere strutturali.
Il Governo, nonostante la gravità della crisi e a differenza di quanto fatto dagli altri Paesi europei, ha presentato un piano “minimalista”.
Il piano vale circa 6,3 mld di euro e gli interventi previsti, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno una validità limitata al solo esercizio 2009.

PROPOSTE PER LE FAMIGLIE
- Bonus alle famiglie con redditi fino a 20.000 euro
A partire da febbraio 2009 verranno concessi bonus da 200 a 1.000 euro alle famiglie reddito da lavoratori dipendenti, con figli e pensionati.

TIPOLOGIA BONUS LIMITE DI REDDITO CONTRIBUTO FAMILIAREGIORNALIERO CONTRIBUTO PROCAPITE GIORNALIERO
PENSIONATICONIUGISENZA FIGLICONIUGI CON UN FIGLIOCONIUGI CON DUE FIGLI CONIUGI CON TRE O PIU’ FIGLI 2003004505001.000 15.00017.00017.00020.00020.000 0,550,821,231,372,74 0,550,410,410,340,55

COMMENTO: Appare evidente che l’intervento per le famiglie è del tutto insoddisfacente, sia per la ridotta entità del contributo, sia per la limitata soglia massima di reddito che permette di accedere al contributo. Infine, appare come una misura UNA TANTUM, valida solo per l’anno 2009.
Basti pensare, ad esempio, che come si evince dal precedente prospetto sopra riportato, una famiglia con due figli e un reddito familiare lordo inferiore a 20.000 euro (circa 1.400/1.500 euro al mese) avrà un contributo di soli 1,37 euro al giorno per tutta la famiglia e 0,34 centesimi al giorno per ogni componente il nucleo familiare.
Non si tratta, quindi, di una politica per la famiglia, ma di una politica assistenzialista.
In questo momento di difficoltà economica bisognava avere il coraggio di investire sulle famiglie del ceto medio, quelle che oggi soffrono maggiormente e che avrebbero potuto rilanciare i consumi se sostenute.


IL BONUS FAMIGLIE
3,54 MILIONI pensionatiin famiglie monocomponenti fino a 15.000 euro
2,95 MILIONI famiglie con 2 componentireddito fino a 17.000 euro
627 mila famiglie con 3 componenti reddito fino a 17.000 euro
569 mila famiglie con 4 componentireddito fino a 20.000 euro
158 mila famiglie con 5 componentifino a 20.000 euro
52 mila famiglie con oltre 5 componentifino a 22.000 euro
88 mila famiglie con disabiliredditi fino a 35.000 euro


- Ridefinizione del tasso sulle rate pagate dalle famiglie per i mutui prima casa
PER I CONTRATTI IN ESSERE: Dal 2009 il tasso applicabile alle rate sui mutui entro il 31/10/2008, per l’acquisto della prima casa, non potrà essere superiore al 4%. Lo Stato si accollerà gli eventuali differenziali tra gli importi a carico del mutuatario e quelli derivanti dall’applicazione del nuovo tasso.
PER I NUOVI CONTRATTI: se sottoscritti dal 1°gennaio 2009 il tasso sui mutui variabili avrà come base sui cui calcolare lo spread il tasso BCE. Le banche, comunque, avranno piena discrezionalità sul tasso di interesse totale.

COMMENTO: Questa manovra è tardiva, sarebbe stata molto utile nel 2008, anno in cui i tassi erano crescenti e corrispondentemente sono cresciute le rate dei mutui delle famiglie italiane.
Avrà, invece, un effetto molto limitato nel 2009, in previsione di un ulteriore taglio dei tassi previsto nei prossimi giorni di 0,50-0,75 % da parte della BCE.
A quel punto i tassi dei mutui variabili scenderanno naturalmente ad un tasso molto vicino, se inferiore, al 4%.
Il problema per le famiglie si potrà ripresentare nel 2010 e quel punto la manovra non sarà più in vigore.
Per i nuovi contratti, quelli stipulati a partire dal 1° gennaio 2009, la manovra prevista non ha alcun effetto reale. Le banche prenderanno a riferimento il tasso BCE, che è sicuramente più basso dell’interbancario (EURIBOR) in vigore oggi, ma non avendo previsto alcun limite allo spread, non faranno altro che aumentare quest’ultimo.
A riprova di tutto questo basti pensare che dalla relazione tecnica si evince che il costo della riduzione dei mutui è di circa 250/350 milioni di euro.









- Blocco delle tariffe su autostrade e riduzione delle tariffe energetiche
Per le tariffe autostradali si impone un blocco sui pedaggi autostradali con durata 4 mesi.
Per le tariffe di luce e gas è previsto, solo per le famiglie svantaggiate, una revisione al ribasso (max 15%).

COMMENTO: la promessa di abbassare le tariffe sembra un mero spot, in quanto le stesse tariffe dovrebbero comunque scendere nei prossimi mesi a causa del drastico calo del petrolio. E comunque, ancora una volta, si interviene solo in ambito assistenziale.


- Estensione degli ammortizzatori sociali e proroga della detassazione di premi ed incentivi. Accantonata la detassazione degli straordinari
Proroga per la detassazione dei salari di produttività (premi ed incentivi) per redditi fino a 35.000 euro annui (rispetto ai 30.000 attuali). Resta invariato il limite di detassazione: era di 3.000 euro per 6 mesi, viene confermato a 6.000 euro per un anno. Sono incluse le categorie che fanno riferimento a personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso.
Destinato 1 miliardo in 4 anni (2009/2012) agli ammortizzatori sociali, con estensione del sostegno in deroga ai lavoratori atipici e a lavoratori a tempo indeterminato nei settori in cui non erano previsti.

COMMENTO: Si giudica positivamente la misura, anche se dovuta vista la congiuntura economica, che riguarda il rafforzamento del fondo per gli ammortizzatori sociali.
L’estensione del sostegno anche ai lavoratori atipici, i cosiddetti precari, appare invece il solito spot. Infatti, il sostegno è troppo limitato sia nell’importo, solo il 5% del reddito conseguito l’anno precedente, sia nella platea dei lavoratori inclusi nel sostegno, solo quelli che hanno prestato l’attività in zone e settori dichiarati in “stato di crisi”.
Per fare un esempio, un precario che nel 2008 ha lavorato per 6 mesi, a 1.000 euro al mese, avrà diritto, se verrà licenziato e rimarrà senza lavoro per più di due mesi consecutivi, ad un’indennità, nel 2009, di 300 euro una tantum. Si commenta da sé.


FISCO E IMPRESE

- Riduzione dell’acconto IRES e IRAP di novembre
Si applica un riduzione del 3% sull’acconto d’imposta con scadenza 30 novembre. Tale misura vale esclusivamente per i soggetti IRES, ossia essenzialmente per le società di capitali.
COMMENTO: la riduzione esclude inspiegabilmente le persone fisiche soggette all’IRPEF, ossia società di persone e imprenditori individuali che sono la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese italiane.
La misura appare di poca sostanza, in quanto il beneficio è soltanto temporale.

- Deducibilità del 10% dell’IRAP ai fini IRES e IRPEF
A partire dal periodo d’imposta in corso al 31/12/2008, è concessa la parziale deducibilità (10%) dell’IRAP dalla base imponibile rilevante ai fini IRES e IRPEF. La deduzione è considerata “forfetaria” e si pone l’obiettivo di offrire respiro alle imprese. La misura è apprezzabile, anche se di modesto impatto.

- Versamento dell’IVA a debito solo al momento dell’incasso del corrispettivo pattuito
La misura, auspicata anche dall’Unione di Centro, introduce il principio del versamento dell’IVA secondo criteri di “cassa” anziché di competenza. Tale intervento rappresenta una forma di respiro per le imprese, costrette finora a versare allo Stato imposte senza aver ottenuto i corrispettivi di beni e servizi dai propri debitori.
COMMENTO: Hanno recepito una nostra proposta, ma il contorno della misura è poco definito, in quanto la disposizione viene applicata solo per gli anni 2009, 2010 e 2011 ed è sospesa in attesa dell’approvazione dell’UE.

Paradossale l’aumento dell’IVA dal 10% al 20% per le pay-tv.
La misura non fa che penalizzare soprattutto Sky, che possiede la maggior parte degli abbonamenti.
L’intervento, oltre a costituire un grave episodio di conflitto di interessi (Sky è concorrente diretta delle tv possedute dal Premier), non farà che penalizzare soprattutto le famiglie, sulle quali ricadrà il necessario futuro aumento degli abbonamenti necessari a sopperire all’aumento delle imposte.

- Revisione degli Studi di Settore
La revisione, definita congiunturale, si propone di modificare i parametri e gli indici di congruità su cui si basano i meccanismi di accertamento della base imponibile.
Ciò viene fatto al fine di tenere conto degli effetti della crisi economica su imprese e lavoratori autonomi, con particolare riguardo a determinati settori e realtà territoriali. La norma, pur giusta, è molto vaga e rimanda ai meccanismi di rinvio ad atti del MEF. Sarà possibile esprimere un giudizio solo quando saranno noti i nuovi parametri.
- Garanzia statale dei crediti alle PMI attraverso i Confidi
Il Fondo di Garanzia per PMI e Confidi viene esteso alle imprese artigiane e rifinanziato. E’ potenziato dalla garanzia di ultima istanza dello Stato. Il tetto massimo di garanzia ammonta a 450 milioni di euro.
COMMENTO: la misura è giusta, ma non viene stabilito il criterio mediante il quale verrà applicata la misura. Il tutto è rimandato ad un successivo decreto del MEF.
- Recupero crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione
La procedura per snellire e velocizzare il recupero crediti nei confronti della PA verrà stabilità con un futuro decreto.
Il giudizio è sospeso, in attesa dei criteri in base ai quali, nei tempi e nell’ammontare, verrà stabilita la restituzione dei crediti.
- Intervento pubblico nel capitale delle banche.
Saranno utilizzati alternativamente due strumenti per la partecipazione statale al capitale delle banche in difficoltà: obbligazioni subordinate perpetue oppure obbligazioni convertibili. La misura vale all’incirca 12 miliardi di euro. Entrambe le misure produrranno l’effetto di incidere sull’indice di patrimonializzazione rispetto alle attività a rischio (CoreTier1). Le banche dovranno fare espressa richiesta affinchè lo Stato sottoscriva tali strumenti. Il decreto non si espone (ma rimanda ad un successivo provvedimento) sulla remunerazione di tali bond, la subordina agli utili eventualmente distribuibili. E’ rimandato ad un successivo decreto il principio secondo cui le banche in cui interviene lo Stato debbano considerare un reinvestimento delle risorse ottenute nella concessione di credito a famiglie e PMI.
COMMENTO: è necessario prevedere fin da ora i meccanismi che vincolano i prestiti statali alla concessione di credito a famiglie ed imprese. Previsto un codice etico, ma nessun riferimento all’obbligo che le banche finanziate procedano ad una decurtazione degli stipendi per manager e dirigenti.


CONCLUSIONI
Si può sostenere che il Piano messo a punto dal Governo appare troppo dispersivo, cioè per accontentare tutti (famiglie, imprese, lavoratori e banche), in considerazione delle scarse risorse impiegate, finisce per non soddisfare nessuno.
La scarsità delle risorse è dovuta anche alle scelte compiute fino ad oggi dall’Esecutivo. Se non avessero abolito l’ICI sulla prima casa, aiutando cosi in particolar modo i ceti medio-alti, se non avessero maldestramente tentato di salvare Alitalia, se non avessero “regalato” soldi a Roma e Catania oggi avrebbero potuto fare un pacchetto di interventi di altri 12 miliardi di euro. Con soli 6 miliardi, invece, sarebbe stato meglio finalizzare gli interventi a favore delle famiglie, nell’ottica del rilancio dei consumi che avrebbe poi portato benefici anche alle imprese.
Ricordiamo che la nostra proposta di 1.200 euro per ogni famiglia con un figlio più 600 euro per ogni altro figlio avrebbe avuto un costo di circa 6 miliardi di euro e tale misura avrebbe offerto un beneficio reale alle famiglie italiane.
Per le imprese mancano interventi importanti come, ad esempio:
· Misure di impulso agli investimenti delle PMI, come credito d’imposta o detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione;
· Un piano di incentivi agli investimenti in efficienza energetica per le imprese;
· Un piano di sostegno ai settori che maggiormente risentiranno della crisi.
Manca, inoltre, un piano per il rilancio delle opere nel mezzogiorno d’Italia. Sempre per il Sud, manca una vera e propria politica di incentivi allo sviluppo e di azioni volte a facilitare l’accesso al credito per le PMI.
Emblematico, in tal senso, è il continuo taglio operato al Fondo per le Aree Sottosviluppate.
Dalla fine degli anni Ottanta sentiamo parlare con insistenza dell’amianto (asbesto), dell’impatto nocivo che ha sull’ambiente, eppure per decenni, durante il boom industriale, si è utilizzata per i più svariati impieghi una fibra che era in buona parte costituita da amianto, denominata “eternit” dal nome della ditta che la produceva. Con questo materiale si costruivano: a) lastre ondulate per la copertura dei tetti delle case e dei capannoni industriali, b) tubi per la condotta di acqua potabile negli acquedotti pubblici e privati, c) pannelli isolanti per le carrozze ferroviarie, d) isolanti termici per uso privato, e) vasche per il contenimento dell’acqua potabile, ecc. In seguito si è scoperto che gli accessori appena citati, in stato di degrado tendono a sbriciolarsi e, se la fibra è asciutta, si libera nell’aria una polvere ricca di amianto che inalata può provocare con altissima probabilità l’asbestosi ( una patologia cronica del tessuto polmonare), il carcinoma polmonare e il mesotelioma, un particolare cancro letale che colpisce la membrana che riveste il polmone (pleura) e a volte l’intestino. Orbene, gli esperti informano che se questo materiale, altamente inquinante, è mantenuto bagnato si riduce di molto la diffusione della polvere nociva nell’ambiente e con essa i relativi rischi. Del resto in ottemperanza al disposto della legge 257/92, si sta già provvedendo a sostituire le tubature dell’acqua potabile e le stesse vasche di accumulo sono quasi del tutto scomparse, benché queste strutture essendo a contatto con l’acqua non presentassero, probabilmente, nell’immediato un pericolo per la salute. Infatti, studi mirati al riguardo affermano non esserci una connessione evidente tra l’aumento dei tumori intestinali e il consumo di acqua potabile trasportata dai tubi sopra citati, costituiti da fibra di cemento-amianto.
Ben diverso è il discorso sulle coperture degli immobili, infatti, sono ancora parecchi i palazzi ( molti dei quali appartengono all’Amministrazione pubblica), le case e i capannoni che hanno per tetto le lastre ondulate “eternit”, e per bonificare il tutto in tempi brevi occorrerebbero ingenti capitali che né il pubblico erario né, tantomeno, i privati sono in condizione di esborsare, data la congiuntura economica del momento. D’altronde si è sempre sentito dire che se dette coperture sono integre non rappresentano particolari rischi per la salute, ben altra cosa è la copertura costituita da lastre in precario stato di conservazione che liberano nell’ambiente, trasportate dal vento, le particelle dannose che se aspirate possono creare conseguenze letali. Su queste ultime è d’obbligo intervenire immediatamente affinché si possa eliminare ogni possibile rischio per la salute.
Alla luce di quanto premesso, l’UDC di questa città sottolinea l’urgenza di un monitoraggio sulle coperture esistenti in città e in provincia, alla ricerca di questi materiali particolarmente inquinanti, tutto ciò in ottemperanza e in concerto con una legge emanata di recente dalla Regione Piemonte in materia. È necessario, tuttavia intervenire con una rapidità assolutamente improrogabile sull’immobile in stato di abbandono e di degrado sito tra via Massaia e Spalto Borgoglio, fronte parcheggio Tiziano (individuato e fotografato da Enrico Asinaro), che ha copertura costituita da lastre ondulate del tipo cemento-amianto, in cui vi sono evidenti spaccature e sbriciolamenti della fibra. Si tratta dunque di un pericolo per la salute dei cittadini, in quanto dallo sfaldamento di quel materiale di copertura si liberano nell’aria le particelle d’amianto sopra citate, che trasportate dal vento possono diventare un grave pericolo per chiunque abbia la sventura di inalarle.
Grazie per l’ospitalità.
Viabilità – Sicurezza
Potere all’inerzia (chi non vuole vedere o vede )

Connessione diretta – da parte di chi ?

TEMI senza seguire una mera successione temporale che può risultare dispersiva.
- VIABILITA’ – SICUREZZA si sovrappongono.
Questo non potrà mai risultare utile come riferimento alle persone, al luogo o all’ente designato ma a scoprire attraverso frequenza delle citazioni quello che colpisce l’attenzione del cittadino : LA REALTA’ VIRTUALE DI TUTTI I GIORNI.

Nel nostro mondo bisogna purtroppo essere realistici ( vedi . . . .)
Quindi sicurezza è anche viabilità e viceversa. Qui si cerca di basarci su principi particolari a tutela dei cittadini. Gli enti locali saranno proprio loro a dover progettare di anno in anno i comportamenti atti, comportamenti atti a scoraggiare o reprimere e il cosiddetto abusivismo (precisando che questi “individui” non possono o non potrebbero andare contro gli enti sovra indicati, es. polizia municipalizzata etc. : quindi divieto di fermata, divieto di sosta in doppia fila o addirittura divieto di fermata “contro” senso) e una forma di criminalità riproponendo un problema di sicurezza adeguata tramite telecamere in visione di mancanza di autorità competenti.
I tempi sono maturi per pensare ad un partito che vada oltre l'Udc, dando spazio al ''quel popolo cristiano che non si sente rappresentato da nessun partito, ma va a messa, fa volontariato e vuole partecipare

Di fronte all'attuale crisi della politica non si puo' pensare ad una formazione che raccolga i partiti attuali o parti dei partiti attuali, 'la salvezza viene da chi ora sta fuori, dal popolo cattolico che desidera impegnarsi, raccogliendo l'appello lanciato da Benedetto XVI a Cagliari.
Per questo oggi il presidente dell'Udc non indica ''interlocutori possibili'', ma intanto prende atto che i cristiani vogliono oggi impegnarsi, dopo anni passati a non dialogare con la politica.
Siamo cattolici, prima che Udc, dobbiamo essere piu' numerosi e piu' organizzati per contare di piu' e in questi tre giorni abbiamo riscoperto un linguaggio comune'''. E anche Buttiglione ha ribadito che e' ora di uscire dalla distinzione tra ''i cattolici di destra impegnati nella difesa della vita e quelli di sinistra nella difesa dei poveri''.
Non la ''vecchia politica'' seguita da chi , anche in questi giorni, sta abbandonando l'Udc, ''per equilibri di potere, territoriali, per logica di appartenenza.