sabato 6 dicembre 2008

Vorrei essere un bambino, che scavalca un vecchio muro e si ritrova in faccia il mare.
Vorrei essere un gradino, dove inciampa un impostore e si riposa un muratore.
Vorrei essere pioggia, per bagnare il deserto.
Vorrei essere il buio, rispuntare all’aperto.

Vorrei esser un amante, che scatena un temporale, per sentirsi dire amore.
Vorrei esser l’elefante, che ha pazienza, che ha memoria e schiaccia chi gli fa del male.
Fermerei il mio cuore, per sapere finalmente, chi ama solo a parole e per chi sono importante.

Io vorrei fantasia, libertà, mondi soli che si uniscono.
Io vorrei questa felicità, che non sia solamente mia.
Io vorrei mille amici per casa e una donna quando vanno via.
Ma ora basta parlare d’amore, rimbocchiamoci le maniche.
Per esempio vorrei, rimanere me stesso.
E a piccoli passi, far di meglio vorrei.

Vorrei essere una bomba, che non scoppia sulla gente, ma fa solo un buco in cielo, per tirare giù quel dio, dal suo celeste continente e ricordargli che ci siamo.
Vorrei essere un uomo, che ha soltanto una faccia.
Vorrei essere il sole, se la luna mi abbraccia.

Io vorrei una vita più vita, pane e vino senza lacrime.
I miei vecchi abbronzati e felici e vederli sempre giovani.
E una banda chiassosa per strada, che ci dica che è domenica.
E vorrei, io vorrei, si vorrei, non difenderci ma vivere.
E alla fine del viaggio, quando il tempo è scaduto.
Vorrei andare a dormire, dove io sono nato.

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