ALESSANDRIA
Le origini della città di Alessandria risalgono al 1168 quando attorno al castello di Rovereto, nella zona dove sorge la chiesa di Santa Maria di Castello, viene a formarsi il primo insediamento urbano di un certo rilievo.
In seguito la borgata fu accresciuta dall’arrivo di rifugiati provenienti da Milano a da Tortona; città che erano state conquistate dalle armate dell’imperatore Federico Barbarossa.
Venne a formarsi così una vera città cui fu dato il nome di Alessandria, in onore del papa Alessandro III promotore della Lega Lombarda ed oppositore delle mire espansionistiche del Barbarossa.
Gli abitanti proclamarono dunque la propria autonomia verso l’imperatore, che rispose subito con le armi; infatti il 29 ottobre 1174 un corpo d’armata del Barbarossa si presentò sotto le mura cittadine per intimare la loro resa..
Assalti frontali, scalate alle mura, colpi d’ariete, scavi sotterranei, false promesse e scherni (“Alessandria della Paglia” per via dei tetti fatti poveramente con paglia di frumento), tutto fu tentato contro la città giunta ormai allo stremo delle forze.
Poi, fortunatamente iniziarono forti piogge che fecero straripare il Tanaro e la Bormida, inondando le campagne circostanti e trasformandole in un pantano, ostacolando cos’ i movimenti degli assedianti.
Seguì anche un inverno eccezionalmente rigido e siccome nei dintorni non vi era più nulla da razziare questo provocò tra le forze nemiche molte controversie e defezioni; Barbarossa si vide così costretto al ritiro, dirigendosi verso l’amica città di Pavia.
Purtroppo l’iniziale solidarietà sociale lasciò il posto a lotte intestine, per cui Alessandria cadde successivamente sotto il potere degli Angioini, dei Marchesi di Monferrato, dei Visconti, degli Sforza e per oltre un secolo e mezzo degli spagnoli.
Nel 1707 entrò a fare parte dei domini sabaudi ed in questo periodo furono erette le imponenti fortificazioni che caratterizzarono la città.
Il 14 giugno 1800 gli eserciti francesi e quelli austriaci si scontrarono a Marengo, per disputarsi il controllo dell’Italia settentrionale; qui il genio di Napoleone e l’eroismo del generale Dessaix ottennero una delle più brillanti vittorie della storia, sottraendo così anche Alessandria al dominio austriaco.
Alla caduta di Napoleone questa parte d’Italia tornò ai Savoia divenendo parte del Regno di Sardegna, da allora la città condivise le sofferenze e le aspirazioni dei patrioti italiani; in essa il 10 marzo 1821 Santorre di Santarosa sventolò il tricolore italiano e, nel 1833 essendo stata scoperta una cospirazione della “Giovine Italia” vi fu fucilato Andrea Vochieri.
Con l’aiuto giunto dai patrioti di ogni regione d’Italia, Alessandria durante le guerre per l’indipendenza fu munita di cento cannoni, ancor oggi ricordati dall’omonimo corso.
Nel 1921 per frenare le lotte dei braccianti, scesero in campo le prime squadracce fasciste, finanziate dai latifondisti che vedevano minacciato il proprio potere.
In queste fasi i braccianti giunsero a far morire il bestiame nelle stalle, squadre armate picchiarono braccianti isolati, incendiarono fienili e casolari.
Il 22 agosto 1922 venne bruciata la sede della Camera di Lavoro e rappresentanti socialisti e di altri partiti furono imprigionati; iniziò così il periodo della lotta clandestina che portò poi alla Resistenza antifascista.
giovedì 9 ottobre 2008
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