venerdì 11 luglio 2008



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Richard Gere ha detto...

TRA COLLINE E NATURA





Morbide colline, incontaminate aree montane, vaste pianure, il gioco cromatico dei campi, cascine ed agriturismo. Così l'immagine del multiforme paesaggio dell'alessandrino che conquista chiunque si trovi a soggiornarvi. Eppure la natura qui ha qualcosa di più.



E' la sorpresa, a due passi dalle grandi e romorose città, tra le montagne e a pochi chilometri dal mare, di un'oasi tranquilla e verdeggiante, uno scenario meraviglioso con le colline che disegnano un tramonto fiammeggiante un paesaggio verde ed armonioso, solcato da numerosi corsi d'acqua, fatto di valli, ampie pianure fluviali, con indelebili tracce di una secolare opera di gestione del territorio da parte dell'uomo e di pratica millenaria dell'agricoltura. Tradizioni e produzioni mantenute vive dall'incessante opera delle quattro Comunità Montane: Val Curone, Grue, Ossona, Val Borbera e Valle Spinti, Suol d'Aleramo, Alta Val Lemme e Alto Ovadese. Il luogo ideale per colora alla ricerca delle bellezze della natura e che potranno anche godere dell'incontaminato patrimonio ambientale e locale custodito dai parchi naturali, dal parco del Sacro Monte di Crea, al parco fluviale del Po e dell'Orba, fino ad arrivare al parco naturale delle Capanne di Marcarolo.



Ci sarà modo di praticare trekking o di passeggiate lentamente lungo sentieri storici mantenuti puliti e percorribili grazie all'impegno degli operatori locali, scoprendo angoli nascosti e sorprendenti per fauna e vegetazione, visitare le nostre valli in bicicletta o percorrere i rigogliosi boschi a cavallo. Se poi vorrete soffermarvi a conoscere le produzioni locali le nostre cascine, vi attendono per un tuffo nel passato alla riscoperta delle realtà rurali dell'Alesssandrino, attraverso lo spaccato di un contesto, semplice ma al contempo variegato da molteplici sfumature, strappato solo per un attimo al lavoro e alla produttività.



Dopo una giornata all'aria aperta, non c'è nulla di meglio che farsi coccolare nel clima famigliare di uno dei nostri agriturismo, in cui la ritualità contadina sposa la filosofia dei più moderni servizi d'accoglienza: gusterete i piatti della nostra cucina tipica, con un'attenzione particolare all'impiego di prodotti locali, preparati secondo la più rigorosa tradizione, e per qualche ora potrete dimenticare i ritmi frenetici che la vita moderna impone per recuperare il contatto con la natura, le persone e soprattutto con voi stessi.

Richard Gere ha detto...

TRA LE ANTICHE COLLINE RICCHE DI VIGNETI





Un territorio ricco e suggestivo, che ospita migliaia di ettari coltivati a vigneto. Il Roero, tra Langhe e Monferrato, si può definire la terra del vino. In questo luogo vengono coltivati Arneis e Nebbiolo, Barbera, Bonarda, Favorita e Brachetto. E proprio qui è nata l'Enoteca Regionale del Roero, che rappresenta l'intera produzione dei vini della zona e offre ai visitatori vendita e degustazione di etichette selezionatissime.



La vite e il vino, sulle colline del Roero, sono cultura, passione e orgoglio contadini, da sempre. Lo dimostrano gli archivi, l'arte, il paesaggio, l'architettura delle case agricole, la cultura materiale e la quotidianità di queste colline. Il territorio del Roeroè un territorio omogeneo, compreso tra il corso del Tanaro e le province di Asti e Torino: si trova quindi tra Langhe e Monferrato, nel cuore delle colline del vino. Qui il territorio presenta caratteri geomorfoligi omogenei e un'identità culturale derivata da forti momenti di aggregazione e di coesione storica. Il Roero, che deve il nome ai Signori che ne ebbero per molto tempo il dominio, è una piccola regione compresa in un approssimativo quadrato tra Alba, Bra, Sommariva Bosco e Govone. E' una regione collinare, ricoperta da prati, vigne, rigogliosi pescheti, boschi di castagne e campi rossi di fragole. Lungo la dorsale delle colline da Pocapaglia a Montà ci sono le "rocche", fosse profonde e affilate che tagliano nel vivo la collina, mettendone a nudo le stratificazioni del terreno.



Questo itinerario si svolge lungo una serie di splendidi paesi arroccati sulle colline, ognuno dei quali ospita ancora un castello o una fortezza oppure una rocca: un viaggio immerso nell'atmosfera del passato, verso splendide costruzioni, ma anche verso ruderi sgretolati dal tempo. Paesaggisticamente, il Roero presente due volti, corrispondenti alla diversa natura geologica dei suoli; a dividerli è la selvaggia frattura delle rocche, che attraversano tutto il territorio, da Bra a Cisterna d'Asti; i versanti collinari confluenti del bacino del Tanaro, sono il regno della viticoltura e della frutticoltura. Particolarmente suggestivo risulta il paesaggio viticolo: tanti piccoli vigneti, rigorosamente di collina, come tessere di un mosaico disegnano di regolari geometrie i versanti collinari rivolti al sole.



Il Roero è un territorio che negli ultimi anni ha rafforzato la sua immagine puntando su un rapporto sinergico tra la bellezza del paesaggio e la bontà dei suoi prodottie, tra questi, i vini. E su questo territorio, con questa storia e questa passione, si è costituita l'Enoteca Regionale del Roero, ossia una società consortile a responsabilità limitata di cui sono soci i comuni di Canale, Baldissero, Castagnito, Castellinaldo, Cisterna, Corneliano, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello, Piobesi, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria, Santo Stefano Roero, Sommariva Perno, Vezza, Alba, Bra. Tra i molti vitigni coltivati nella zona, Arneis e Nebbiolo sono di gran lunga i più diffusi, e poi Barbera, Bonarda, Favorita e Brachetto. Se nel Roero sono circa 2200 gli ettari coltivati D.O.C. si può ritenere che la superfice complessiva coltivata si attesti intorno ai 3500 ettari: sono spesso vigneti ubicati in posizioni assai irte, ripide, tali da rendere gravoso e sofferto il lavoro dei viticoltori. Tra i tanti eccellenti vini che si producono, sono due "grandissimi" a dominare la scena, caratterizzando profondamente l'immagine enoica di questo territorio: il Roero ed il Roero Arneis. Dal colore rosso rubino, brillante nella sua prima giovinezza, dai profumi che ricordano la viola, il lampone, la pesca e dal gusto secco, nervoso, il Roero D.O.C.G. si pone quale vino a tutto pasto, interessante per la sua innata versatilità. Finezza, eleganza e delicatezza: queste le caratteristiche che le sabbiose terre del Roero donano ai loro vini che si presentano da subito interessanti, ma con grandi e armonici bouquet da sviluppare con l'invecchiamento. Il profumo è intenso, pulito, con note di ciliegia marasca, ribes nero, mora e sensazioni retro olfattive di fieno e pepe. Il sapore è caldo, asciutto, con nota vanigliata appena accennata; ricordo di tabacco e cuoio. La sensazione tannica è in leggero esubero, con finale di marmellata di lamponi. Il Roero Arneis D.O.C.G. è invece un vino bianco secco dal colore giallo paglierino, con riflessi verdolini o dorati; dal profumo tenue e delicato, complesso, invitante e seducente con sentori di fiori ben armonizzati con sensazioni de frutta fresca. Il gusto è piacevolmente secco con vena delicatamente acidula, che dà freschezza e persistenza gradevole e un ottimo retrogusto leggermente amarognolo. Al 1303 risale la più antica citazione del Nebbiolo, e l'Arneis forma toponimo già nel 1400 mentre la Favorita compare con segnalazioni di vinificazioni in purezza nel 1617. L'Enoteca Regionale del Roero rappresenta l'intera produzione dei vini del Roero e in essa sono presenti le aziende che hanno titolo ad effettuare le operazioni di vinificazione, produzione e imbottigliamento dei vini Doc e Docg della zona medesima e anche i vini diversi dai precedenti purchè derivanti da uve prodotte nel territorio del Roero.



L'Enoteca ha trovato sede a Canale, nell'ex Asilo Infantile Regina Margherita, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato. Insediata in ambiente raffinato e luminoso, in una storica dimora del centro di Canale, questa Enoteca è sicuramente un prezioso biglietto da visita per i vini di oltre un centinaio di aziende "roerine". Quindi, vien dato adeguato spazio ai più tipici Roero ottenuti dall'uva nebbiolo ma ci sono posti in vetrina anche per gli eleganti bianchi Roero Arneis e Langhe Favorita. Non mancano l'invitante Bonarda, il Brachetto e il Castellinardo, pregiata sottozona del Barbera. Varcato il cancello, su cui spicca il caratteristico stemma dei Roero, attraversato l'ampio cortile si giunge all'ingresso della struttura che al pian terreno ospita le strutture espositive, di informazione e pubbliche relazioni, oltre agli uffici; la cantina di conservazione e l'ampia sala di esposizione e di degustazione; una grande sala per le conferenze, la segreteria e l'ufficio turistico. Al piano superiore si apre l'elegante Ristorante "All'Enoteca", che dispone di due sale. Qui in un ambiente curato e discreto, l'offerta della tradizionale cucina piemontese, proposta con estro e creatività e dei vini rigorosamente selezionati, si esprime ai massimi livelli di raffinata qualità. Attualmente sono presenti in Enoteca i vini provenienti da circa 100 aziende, che sono stati selezionati da una Commissione di degustazione. Questa commissione permanente di degustazione garantisce e assicura, con la sua opera di assaggio i caratteri di tipicità e la qualità dei vini ammessi e successivamente offerti in degustazione ai visitatori.



Attualmente sono a disposizione per degustazione e vendita i vini Roero Docg, Nebbiolo d'Alba, Barbera d'Alba, Bonarda, Roero Arneis Docg, Favorita, Passito di Arneis. L'Enoteca Regionale del Roero, previa prenotazione, allestisce inoltre degustazioni guidate dei propri prodotti anche per i gruppi turistici di circa 20/30 persone. Qui all'Enoteca ci sono tutti i presupposti per creare un ambiente piacevole, discreto e raffinato, dove l'attenta proposta dei piatti della tradizionale cucina piemontese e la selezione rigorosa dei vini, tutti di ottima qualità, rende la sosta piacevole ed estremamente appagante per il visitatore.

Richard Gere ha detto...

SOGNI: VISIONI TRA SIMBOLISMO E LIBERTY

Elemento centrale della mostra è la ricostruzione della presenza italiana nella celebre Sala Internazionale “Arte del Sogno” ideata da Plinio Novellini e Galileo Chini per la VII Biennale di Venezia, nel 1907 e ordinata, oltre che dai due artisti toscani, dallo scultore genovese Edoardo De Albertis e da Gaetano Previati.
Si tratta di uno dei momenti più maturi del gusto liberty in Italia intriso di languori decorativi e fremiti simbolisti eroicizzanti, in occasione del quale furono esposte opere di pittura e scultura, decorazioni plastiche e pittoriche, arredi e oggetti d’uso.
Nel salone di Palazzo Asperia il pubblico potrà così ammirare il dittico di Chini Fregio con putti e ghirlande e Icaro; di Novellini Alba di gloria, La nave corsara e Garibaldi; di Previati Il giorno; di Marussing Il laghetto dei salici. La mostra prosegue al piano superiore con una piccola, ma significativa, selezione di opere dei più importanti rappresentanti del simbolismo francese, il movimento artistico affermatosi in Francia a partire dal 1885 circa, come reazione al naturalismo e all’impressionismo.
La sezione propone opere di Odilon Redon, uno dei maestri della corrente simbolista, nella cui pittura la natura è soprattutto sogno; di Eugéne Carrière, che diede nuovo impulso al genere intimista borghese; di Emile Bernard, teorico della scuola di Pont Aven, da cui partì il movimento post-impressionista che rifiutava la copia del vero esaltando la memoria e l’immaginazione.
Dei Nabis (che in ebraico significa “profeti”), la corrente attiva nell’ultima decade dell’Ottocento, fortemente suggestionata dalla pittura dal Paul Gauguin, saranno esposte opere di Maurice Denis e Paul Sérusier, che ne furono, rispettivamente, il teorico e l’animatore più appassionato, oltre a Georges Lacombe, che aderì con entusiasmo al programma del movimento.
Il simbolismo non interessò solo la Francia, ma conobbe una ampia diffusione in tutta Europa. In Italia venne seguito soprattutto dai pittori divisionisti, rappresentati in mostra da tre maestri del movimento: Giuseppe Polizza Da Volpedo, Gaetano Previati e Angelo Morbelli.
Gli sperimentalismi dei Divisionisti hanno fortemente influenzato tutte le avanguardie italiane dell’inizio Novecento come ben dimostrano l’opera Il sogno di Umberto Boccioni, realizzata nel 1908, la Salita al Convento di Giorgio de Chirico (dello stesso anno) e La preghiera, un’opera del 1914 di Felice Casorati.