venerdì 11 luglio 2008



3 commenti:

Richard Gere ha detto...

AREE VINICOLE INTORNO AL PO E LORO PRINCIPALI VITIGNI





Colline Saluzzesi:
tra le tante varietà di uve rosse presenti si citano le tipiche Quagliano e Peleverga.



Alba e Langhe:
oltre al prezioso Nebbiolo base per il Barolo e il Barbaresco, ci sono Dolcetto, Freisa, Barbera e le bianche Arneis, Chardonnay e Favorita.



Roero:
a nord di Alba e Bra è la terra dell'Arneis oltre che di nebbioli, barbera e dolcetti.



Pinerolese:
ricco giacimento ampelografico autoctono di Doux d'Henry, Plassa, Preveiral, Avarengo, Barbrassa oltre che Barbera, Bonarda e Nebbiolo.



Val Susa:
Avanà, Barbera, Dolcetto, Neretta cuneese prevalgono nei vini della Val Susa oltre a uve Beocouet, Bonarda, Brunetta di Rivoli, Grisa, Uva rara.



Colline Torinesi:
Barbera, Bonarda, Freisa, Malvasia di Schierano, Malvasia nera lunga, Pelaverga per i vini di Chieri sulle colline Torinesi.



Canavese e Caluso:
Erbaluce prima di tutto e poi Barbera, Nebbiolo, Bourgnin, Croatina, Freisa, Neretto, Uva rara, Vernassa e Vespolina.



Monferrato:
ampia area tra Asti, Alessandria e il Po con i vitigni Ruchè, Moscato, Malvasia di Casorzo, Cortese oltre a Grignolino, Dolcetto, Barbera, Pinot nero.



Destra Tanaro:
tra le provincie di Cuneo, Asti e Alessandria, non solo la terra della rinascita del Barbera. Poco più a Sud c'è l'area del Moscato DOCG.



Colline di Tortona:
colline con filari di Barbera, Dolcetto, Croatina, Freisa, Timorasso oltre ai noti vitigni internazionali.



Oltrepò pavese:
protagonisti il Pinot nero e il Riesling italico oltre a Croatina, Barbera, Vespolina, Moscato, Malvasia di Candia, Chardonnay, Pinot grigio.



Colline piacentine:
tra i vitigni internazionali si fanno spazio Gutturnio, Barbera, Bonarda e i bianchi la Malvasia e Ortugo, da poco riscoperto.



Colline di Parma:
viti internazionali e non, tra cui si ricordano Sauvignon e Malvasia per i bianchi e sempre Barbera e Bonarda per i rossi.



Colli reggiani e modenesi:
bianchi a base di Spergola, Chardonnay e Trebbiano e rossi con Sgravetta, Cabernet Sauvignon, Marzemino e Malbo gentile.



Bassa reggiana e modenese:
il regno del Lambrusco (di Sorbara, Salamino di Santa Croce. Gasparossa di Castelvetro), vino frizzante a fermentazione naturale. Si citano le varietà.



Bassa e Oltrepò mantovano:
anche a Mantova la Bassa è terra di Lambruschi (Viadanese o Groppello Ruberti, Maestri, Mariani e Salamino).



Sabbie tra Ferrara e Ravenna:
Sauvignon, Trebbiano e Malvasia per i bianchi; Fortana-Uva d'oro e Merlot per i rossi. Si trovano ancora vitigni a piede franco.

Richard Gere ha detto...

PIATTI TIPICI DI ALCUNI PAESI DELLA PROVINCIA DI ASTI





AMICI DELLA LUCANIA (BASILICATA) :
Cavatelli sugo di salciccia, Calzoncelli (fagottino ripieno di mostarda), Mustacciolo (biscotto al vino cotto).





ANTIGNANO:
Maltagliati di mais 8 file al sugo di coniglio, Paste 'd merja (biscotti di mais 8 file).





AZZANO:
Risotto ai funghi, Il dolce dell'Abbazia.





BOGLIETTO DI COSTIGLIOLE:
Taglierini fatti in casa conditi con sugo di carne, Salame dolce della Val Tinella.





CALLIANETTO:
Gran fritto misto di Callianetto, Insalata del contadino con rape rosse, cavoli e "bagna cauda".





CALLIANO:
Agnolotti d'asino, Salamini d'asino.





CANELLI:
Frittata di farina di ceci con erbe aromatiche (farinata), Torta di nocciole e Moscato d'Asti.





CASABIANCA:
"Pulenta e merluss cumudà" (Polenta e merluzzo in umido), Salame dolce di Casabianca.





CASTAGNOLE MONFERRATO:
Acciughe con bagnetto, Pesche al Ruché.





CASTELLERO:
"Fundént" (fondenti di nocciole), Croccanti di nocciole.





CASTELLO DI ANNONE:
Lasagnette della vigilia (condite con aglio e acciughe), Torta dell'abbondanza.





CELLARENGO:
Salame di trippa condito, Rolata di coniglio in salsa con cipolline.





CESSOLE:
Frittelle salate alla campagnola, Torta di castagne.





CHIUSANO:
Torta di pere, Frittele di mele.





CORSIONE:
Torta di mele.





CORTAZZONE:
Tagliatelle all'uovo con tartufo, Focaccia di mele.





COSTIGLIOLE:
Ravioli con il "plin", "Bunét di Costigliole.





CRIVELLE DI BUTTIGLIERA:
"Vitél tonè" (vitello tonnato all'antica ricetta di Crivelle), Pesche ripiene al cioccolato.





CUNICO:
Gnocchi alla Cunichese, Torta di nocciole.





GRAZZANO BADOGLIO:
"Soma d'aj" con vino ed uva, Pane arrostito alla fiamma con pomodoro.





ISOLA D'ASTI:
"Baciuà" (soffice zampino di maiale lessato, posto sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con bagnetto, Frittura di lumache.





MOMBERCELLI:
"Friciula" (frittella salata) con lardo o salame cotto.





MONASTERO BORMIDA:
"Puccia" di Monastero (soffice polenta, sciolta nel minestrone di fagioli, condita con burro e formaggio), Robiola di Roccaverano con pane cotto nel forno a legna.





MONCALVO:
Sontuoso bollito misto di Moncalvo, Panna cotta.





MONGIARDINO:
Risotto alla Barbera d'Asti, Antico "mun" (mattone dolce).





MONTECHIARO:
Polenta di farina integrale di mais "Marano" macinato a pietra, con funghi, Crema dolce di Montechiaro in pasta sfoglia.





MONTEGROSSO:
Gran fritto misto alla moda di Montegrosso.





MONTIGLIO MONFERRATO:
Coniglio del vignaiolo con funghi e polenta, Torta di nocciole e Malvasia.





MOTTA DI COSTIGLIOLE:
Gran "bagna càuda" con peperoni e verdure di stagione, Crostoni rustici al peperone giallo.





NIZZA MONFERRATO:
"Belecàuda" (farinata di ceci), Paste 'd merja (biscotti di meliga).





PALUCCO:
Lingua in salsa verde, "Friciò" (frittelle dolci del contadino).





PORTOCOMARO:
Gran fritto misto di Portocomaro, Torta di castagne.





REFRANCORE:
Fagioli buoni di Refrancore con cotica e zampino, Finocchi e zabaglione, Finocchini e Moscato d'Asti.





REVIGLIASCO:
Stufato di vitellone piemontese alla Barbera d'Asti.





REVIGNANO:
Zabaglione al Moscato d'Asti, "Bunét" della nonna.





ROCCHETTA TANARO:
Rustica ai formaggi, Alborelle fritte.





SANTA CATERINA DI ROCCA D'ARAZZO:
Agnolotti al sugo di carne, "Antico bobino di Casa Savoia".





SAN DAMIANO:
Salciccia alla Barbera d'Asti. "Turta povra 'd pum" (torta di mele alla moda di una volta).





SAN MARZANOTTO:
Polenta arrostita sulla brace con salciccia e peperonata, Lardo macinato, insaporito e spalmato sul pane.





SESSANT:
Carne cruda all?Astigiana, "Turta 'd seriàss" (torta di ricotta).





VALENZANI:
Polenta con bocconcini di cinghiale, Salamini di cinghiale.





VALLAURIS GOLFE-JUAN (FRANCIA) :
Zuppa di pesce (passata) con crostini in salsa "rouille" allo zafferano, Fougasette (focaccia dolce ai fiori d'arancio).





VIARIGI:
Agnolotti alla moda di Viarigi conditi con sugo di arrosto.





VILLAFRANCA:
Tagliatelle ai funghi porcini, "Bunèt" al cioccolato.





VILLANOVA:
Cotechino con "sancràu" (cavoli cotti e conditi con olio e aceto), Rane fritte.





VILLA SAN SECONDO:
Carpionata di cotolette e frittatine alle erbe con contorno di fagioli bumbardìn, Frittelle di mele.

Richard Gere ha detto...

SIMBOLISMO FRANCESE E LIBERTY IN MOSTRA A PALAZZO ASPERIA


Una scelta di circa 50 opere, provenienti da prestigiosi musei stranieri e da collezionisti privati, esplora per la prima volta e presso la nuova sede espositiva Palazzo Asperia, l’affascinante percorso artistico dei simbolisti francesi di fine Ottocento, in particolare del movimento Nabis di Pont-Aven, che si ispirò alla pittura di Gauguin e arriva ad analizzare i primi approdi del Liberty italiano.
Mostra di altissimo livello, curata da Vittorio Sgarbi e posta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, “Sogni. Da Gauguin a Bocconi fra Simbolismo e Liberty” appare di fatto, una nuova stagione espositiva in Piemonte che, accanto ad altri eventi culturali di grande rilievo ospitati nel territorio, potrà annoverare l’organizzazione di mostre d’arte profondamente qualificate anche nell’allessandrino.
Divisa in due sezioni, l’esposizione intende raccontare le raffinate seduzioni di una pittura ricca di immagini analogiche, di suggestioni e rivisitazioni del sentimento umano in una chiave sognante e mitica, in una fuga verso il passato e l’esotico.
Così, la pittura di Odilon Redon rifiuta decisamente l’uso dello stile impressionista, soprattutto perché non era interesse dell’artista rappresentare la realtà come essa appare. Nella pittura di Redon, infatti, la natura è sogno ed egli ne coglie gli aspetti più sfuggenti, anormali, inspiegabili, come in Fleurs ètranges, presente in mostra.
In le Nabi à la barbe rutilante di Georges Lacombe, opera dal poderoso effetto decoratvo, i colori usati conferiscono al personaggio raffigurato un artista nabi, l’aspetto di “profeta” che, in piedi su una barca instabile, cerca di ammansire con le dita tese i flutti rosati di un mare irreale.
Altro grande simbolista in mostra è Emile Bernard che, nella primavera del 1888, ritornò in Bretagna e trascorse tre mesi a Saint-Briac prima di installarsi a Ponit-Aven e avvicinarsi a Gauguin.
Questo fu, per l’artista, un periodo di produzione intensa, durante la quale eliminò dalle sue opere la prospettiva ed i giochi d’ombra per lasciare soltanto i tratti essenziali.
L’opera Les Bretonnes au goemon è particolarmente significativa di questa evoluzione. Le forme indistinte, quasi astratte delle cinque figure femminili rivolte verso il mare, possiedono una singolare forza plastica. Ridotte le figure all’essenziale e svuotate di ogni dettaglio aneddotico, il quadro ha trasformato una scena banale in un’allegoria, un po’ irreale, dell’attenzione.
La sezione sul Simbolismo francese prevede anche opere di Maurice Dennis, Paul Ranson,e Paul Sèrusier. Di quest’ultimo, in mostra Madame Sèrusier à l’ombrelle. La donna raffigurata è finemente valorizzata dall’abito morbido e dallo scialle plissettato: l’ombrello dorato, di ispirazione giapponese, il cui ovale si contrappone alle curve discendenti del paesaggio sullo sfondo, sembra un’aureola sulla figura sottile.
Anche i colori contribuiscono all’equilibrio del quadro, dove le tinte calde e fredde sono dolcemente temperate dall’uso di un grigio discreto, che attenua le tonalità ed unifica la composizione. Il filone italiano del Simbolismo, che approderà al Liberty, verrà esplorato con opere di Pellizza da Volpedo, Novellini, Previati.
La delusione per il pensiero positivista apre la strada alla ricerca di un bellezza idealizzata, estranea alle percezioni veristiche, sostanziata da visioni lontane dal vero e radicate nelle profondità del mito, del simbolo e del sogno. Previati, vinta la sua visionaria battaglia contro le tenebre, fa trionfare la luce, l’affiato epico presente nel trittico del Giorno ed i principi cromatici delle sue teorie divisioniste.
Chini è presente come pittore e raffinatissimo decoratore, impersonando la cultura artistica del Liberty che considera le arti applicate e decorative subalterne alle arti maggiori.
Interessante, in mostra, il confronto fra l’estetismo di Novellini ed il decorativismo di Chini con le forme plastiche di Bistolfi. Gli sperimentalismi di Pellizza da Volpedo e Previati influenzarono tutta la pittura italiana fra Ottocento e Novecento fino all’Avanguardia futurista, come ben dimostra l’opera il Sogno di Bocconi, realizzata nel 1908, con cui si chiude il percorso espositivo.